Quando scende in campo l’idiozia, il calcio si spegne. Idiozia e violenza gratuita nel segno di un degrado che accompagna il peggio di certi tifosi. Era già accaduto a Roma quando venne imbrattato il murales dedicato a Francesco Totti e la storia si è ripetuta a Milano dove è stato imbrattato il murales dedicato ai 110 anni di storia dell’Inter. Scritte rosse sulle immagini di Picchi, di Facchetti, di Zanetti e di chi ha fatto la storia del club nerazzurro. Qui obiettivamente il calcio non c’entra e lascia il posto a ignoranza, vandalismo e maleducazione. Che va condannata e non c’entra niente il tifo, non c’entrano i colori, si tratta solo dio vergognosi atti di vandalismo. Milano, come Roma, come Torino e come Genova, rappresenta ancora l’anima pulsante del pallone, il derby con i suoi sfottò, con le sue coreografie, con le sue passioni che non possono sconfinare oltre il limite. Così si perde di vista il rispetto, quel “respect” voluto dalla Uefa. Inter e Milan sono due avversari in campo, ma anche due storie calcistiche da rispettare per quello che hanno rappresentato e rappresentano nel panorama internazionale oltre che nazionale. La rivalità non deve essere confusa con l’odio di certa gente che non ha nulla a che vedere con la sana passione dei tifosi veri che hanno il dovere di prendere le distanze dagli autori di un simile sfregio che rischia di ripetersi. Per questo il tifo, la parte buona che è la maggioranza, prenda le distanze dalla violenza, dall’idizia di chi ha sporcato l’immagine di un club come quello nerazzurro. E sarebbe stato lo stesso a parti invertite. Milano faccia sentire la sua voce, allontani il becero che è dietro l’angolo. IL 4 sarà nuovamente derby e che lo sia in un clima di festa, di colori, di passione. La violenza e la maleducazione resti fuori.