Massimo Ciccognani
Ci voleva una notte da lupi, da cuori forti, e la Roma se l’è regalata in una notte che ha segnato il passo tra il sogno e la realtà. Il gol di Dzeko regala infatti alla Roma la vittoria sullo Shakhtar e il passaggio ai quarti di finale con i giallorossi che entrano tra le otto regine d’Europa. In cinquantamila all’Olimpico per trascinare la Roma verso i quarti. Tra i giallorossi e lo Shakhtar si parte dal 2-1 ucraino dell’andata.Schieramenti confermati, in campo i migliori undici di Roma e Shakhtar. Giallorossi con il 4-3-3, cpon Dzeko, Perotti e Under nel tridente offensivo, ucraini con il 4-2-3-1. Arbitra lo spagnolo Undiano Mallenco. Parte bene la Roma ma dietro lo Shakhtar concede nulla. Taison si incolla a De Rossi, Fred prende in consegna Strootman e la Toma va in pressing per impedire agli ucraini di uscire anche se la squadra di Fonseca se la cava sempre bene grazie ad un ottimo palleggio in mezzo. Facundo Ferreira ci prova di testa, Kolarov la spedisce in angolo. Butko e Ismaily viaggiano bene sugli esterni, Florenzi e Kolarov tengono bene. Bella partita, più tattica e di cuore. Occasioni pari allo zero, con gli ucraini che tengono il possesso del pallone per lunghi tratti grazie al loro possesso palla, ma i due portieri restano praticamente inoperosi per tutta la prima frazione di gioco. Unica occasione dopo la mezz’ora quando Fazio si fa uccellare da Facundo Ferreira che però calcia a lato sul ritorno dello stesso argentino della Roma. Shakhtar chiuso e linea difensiva molto alta, facile per la Roma incappare nella trappola dell’offside. Zero a zero all’intervallo e qualificazione per ora in mano agli ucraini. Ripresa e la Roma alza subito il ritmo. E al sesto arriva il vantaggio romanista. Gran palla di Strootman in profondità, Dzeko scatta bene, Pyatov esce alla disperata, e male, e il bosniaco gli fa passare la palla sotto le gambe per poi far esplodere l’Olimpico. La Roma accelera, cerca di sfruttare gli spazi, ma Perotti da due passi si divora il raddoppio calciando morbido sul portiere. Occhio alle ripartenze Shakhtar. Quindici di gioco, fuori Under dentro Gerson e Roma che in fase di non possesso si piazza con il 4-5-1. Le maglie giallorosse si chiudono per poi aprire a rapidi controgioco. Perotti entra come un lama nel burro della difesa ucraina, Dzeko raccoglie l’invito filtrante ma stavolta la mette alta sopra la traversa. La partita si apre perché adesso lo Shakhtar è costretto ad attaccare, la Roma attende compatta. De Rossi si piazza a schermo davanti alla coppia dei centrali, lo Shakhtar insiste, Gerson fatica ad entrare in partita ma a venti dalla fine ha sui piedi la palla buona, ma perde un tempo di gioco e anche l’occasione per fare male. De Rossi dietro è una diga, prezioso in copertura e in fase di rilancio, Nainggolan adesso è più sciolto e libero di fare quello che gli è più congeniale. Fuori Stepanenko dentro Patrick con l’intento da parte di Fonseca di dare più peso alla prima linea quando ne mancano quindici alla fine, un’eternità. Ma la Roma non molla, Perotti si abbassa e in pressing va a recuperare una palla al limite. Determinazione e carattere, come i due centrali, Fazio e Manolas che non mollano di un centimento, come Florenzi che gioca una partita maiuscola. Dzeko se ne va in controgioco, Ordets lo stende e guadagna anzitempo la via degli spogliatoi. Si scaldano gli animi, gli ucraini provano a metterla sulla rissa con Mallenco che non se la sente di estrarre un altro rosso nei confronti di Ferreyra che spintona un raccattapalle. Saranno dieci minuti di fuoco all’Olimpico. Fuori il deludente Marlos, dentro Dentinho nello Shakhtar che adesso attacca a pieno organico quando ne mancano appena sei più recupero alla fine. Roma a protezione del vantaggio, ma adesso è troppo chiusa e Di Francesco non gradisce. La Roma non esce più, bloccata dalla paura. L’Olimpico urla, prova a soffgiare alle spalle dei giallorossi. Di Francesco richiama Dzeko per El Shaarawy negli ultimi due minuti con il bosniaco che si prende la standing ovation dell’Olimpico. Quattro di recupero, quattro di speranza per lo Shakhtar, quattro di sofferenza per la Roma. Che prova a rimanere alta ma lo Shakhtar attacca a testa bassa, Florenzi sbaglia un disimpegno e per poco non sono dolori, ma è l’ultimo brivido perché i quattro sono passati e la Roma va ai quarti ed è tra le prime otto d’Europa. Con qualche patema nel finale, ma con pieno merito.