Sarà il Mondiale più bello e spettacolare della storia. Parole di Gianni Infantino, presidente della Fifa, a cento giorni dal via alla rassegna iridato in Russia. E lo ha ribadito nel corso di una intervista rilasciata a Mediaset che detiene i diritti televisivi per trasmettere i Mondiali che si metteranno in moto a partire dal prossimo 14 giugno. Ed ecco uno stralcio della lunga intervista rilasciata da Infantino.
Cento giorni ai Mondiali: cosa dobbiamo aspettarci?
“Sarà un Mondiale assolutamente spettacolare, sarà il più bello della storia. Sono stato spesso in Russia ultimamente e mi sono reso conto del fatto che il popolo russo vuole far vedere che il loro è un paese che sa accogliere i tifosi di tutto il mondo. Arriveranno un milione e mezzo di persone: potranno farlo senza bisogno del visto, ci saranno i trasporti gratuiti nelle città e l’accesso gratis ai musei grazie ai biglietti delle partite. Gli stadi sono bellissimi e per tutto il paese sarà una questione di orgoglio nazionale far vedere che sono in grado di organizzare una bellissima competizione. Sarà una bella ed emozionante festa: venite in Russia”.
Sarà un Mondiale senza Italia.
“Il fatto che l’Italia non si sia qualificata al Mondiale è stata una bella tegola per tutto il calcio italiano. Bisogna lavorare molto e trovare le forze e le risorse per ripartire. In Italia c’è passione, talento, preparazione e ci sono le strutture, quindi bisogna che tutti inizino a mettere da parte i propri interessi per pensare agli interessi del movimento calcistico italiano, per rifondare la tradizione del calcio italiano: la maglia azzurra fa emozionare gli italiani ma anche tutti i tifosi del calcio. E quella maglia azzurra merita di stare nei primi posti tra le nazionali. Adesso ci sono le persone competenti per lavorare e se serve come FIFA siamo a disposizione per dare un mano. E’ importante per il mondo del calcio che l’Italia sia forte”.
Intanto l’Ifab ha approvato il Var per i Mondiali, una bella vittoria.
“E’ un momento storico per il calcio. Dopo decenni di discussioni, dibattiti e di polemiche si è finalmente deciso di introdurre la tecnologia e di aiutare gli arbitri a prendere le migliori decisioni. E’ una scelta che avrà un impatto positivo sul calcio e sul gioco, perché permette di prendere delle decisioni più corrette: dobbiamo essere felici di questo. La decisione di utilizzare la VAR ai Mondiali dovrebbe essere presa il 16 marzo, quando a Bogotà ci sarà una riunione del Consiglio della FIFA, che è l’organo competente per decidere sui regolamenti delle competizioni. Io, ovviamente, sono molto favorevole: ero molto scettico due anni fa, ma abbiamo provato e visto che funziona. Le statistiche dicono che si è passati da un’accuratezza del 93% a un’accuratezza del 99% delle decisioni degli arbitri. Se vogliamo che la miglior competizione calcistica al mondo sia arbitrata nel miglior modo possibile dobbiamo aiutare gli arbitri e sicuramente con la VAR possiamo farlo”.
E con il Var c’è anche l’Italia in prima linea.
“Posso solo ringraziare e complimentarmi con l’Italia per quello che ha fatto negli ultimi due anni. Da decenni in Italia si parla della moviola in campo, anche se a Collina non piace chiamarla così. E’ stato fatto un lavoro eccellente da Collina e anche dal movimento italiano, a partire dalla FIGC con l’allora presidente Tavecchio, il presidente degli arbitri Nicchi, fino a Rosetti, Rizzoli e a tutti gli arbitri che si sono impegnati in questa bella sfida. Hanno fatto tutti un lavoro eccellente ed è anche grazie a loro che abbiamo potuto prendere questa decisione storica e importante per il calcio mondiale”.
Ma molti restano scettici.
“Ovviamente non è facile introdurlo, bisogna sperimentare e allenarsi, come si è visto in Italia. Nelle prime giornate ci sono state delle polemiche, poi ci si abitua. Prima quando una squadra perdeva era colpa dell’arbitro, ora sarà colpa della VAR, ma ci abitueremo anche a questo: non è un problema, l’importante è aiutare gli arbitri”.
Cosa c’è da migliorare?
“Siamo coscienti che dobbiamo migliorare i tempi d’attesa e la comunicazione. Tutti devono sapere cosa succede e cosa sta comunicando l’arbitro, ma alla fine la cosa che conta è che il direttore di gara prenda la decisione corretta. Secondo le statistiche calcolate su mille partite, in media si perde un minuto per la VAR e sette minuti solo per le rimesse laterali, che in una gara non incidono. Quindi direi che si può perdere un minuto, se serve per prendere una decisione che invece può cambiare il risultato di una partita. Dobbiamo sicuramente migliorare, ma la perdita di tempo è pareggiata dal fatto che poi la decisione presa è la più corretta”.