Tim Cup. Rigorosamente Milan: i rossoneri battono la Lazio dal dischetto e volano in finale. Per Gattuso c’è la Juve

Massimo Ciccognani

Sarà Milan-Juventus la finalissima di Tim Cup del 9 maggio all’Olimpico. Alla Juve, vittoriosa nel pomeriggio contro l’Atalanta, risponde il Milan che passa a Roma contro la Lazio soltanto ai calci di rigori (5-4) dopo 120′ di grandissima intensità. La decide l’ultimo tiro dal dischetto di Romagnoli, lui laziale nell’animo e con il biancoceleste nel sangue, calciare il rigore che ha spinto il Milan verso la finale e condannato la sua Lazio. Ma quanti errori eccellenti dal dischietto. Tutto in una notte, quella dell’Olimpico, per stabilire chi tra Lazio e Milan raggiungerà la finale del 9 maggio contro la Juventus. Si parte dallo 0-0 di San Siro. Nessuna sorpresa nelle due formazioni, senza turn over col pensiero al campionato, alla Juventus e all’Inter, prossimi avversari di Lazio e Milan. Inzaghi scegli i titolarissimi con Luis Alberto alle spalle di Ciro Immobile nel collaudatissimo 3-5-1-1, mentre Gattuso alla fine scegli Cutrone a Kalinic, con Suso e Calhanoghlu a completare il tridente offensivo. Bellissimo il colpo d’occhio di un Olimpico ghiacciato e riscaldato dalla passione. Non c’è un padrone in questo primo tempo, con entrambe che applicano un buon pressing sulla trequarti. Tutto da vedere il duello muscolare e di fantasia tra Milinkovic e Kessiè. La Lazio prova a fare la partita spingendo sugli esterni e con Milinkovic sempre pronto ad inserirsi tra le linee, ma il Milan c’è, è messo benissimo in campo e concede nulla ai biancocelesti. Attento un mezzo con l’ex Biglia a dirigere le operazioni, ma pungente negli affondi con Suso e Calhnanoglu a mettere pressione a Marusic e Radu. Subito Lazio con la doppia percussione Immobile-Milinkovic, ma Donnarumma  c’è. Ritmi alti e Milan che risponde con una pennellata di Bonucci con Strakosha costretto ad uscire per evitare guai. Niente noia all’Olimpico, gara piacevolissima. Gattuso chiama ai suoi ad una maggiore attenzione in fase di non possesso, visto che da due errori nascono due opportunità per la Lazio, la prima su errore di Calhanoglu che buca l’intervento, ma sul centro di Matrusic pronto Calabria a sbrogliare in angolo. E poi il disimpegno da brividi di Rodriguez che innesca Milinkovic che calcia di poco a lato. Ritmi alti ma ragionati e pochi spunti anche se prima della mezz’ora su pennellata di Calhanoglu su punizione per poco Strakosha non la combina grossa con palla che colpisce Caceres e rimbalza dalle parte di Cutrone che non trova il guizzo vincente. C’è equilibrio totale in campo con Lazio e Milan che giocano benissimo e regalano uno spot  altrettanto bello per il nostro calcio. Si scalda la gara dopo una palla “battezzata” fuori da Donnarumma che Immobile rincorre e rimette in mezzo. Per fortuna del Milan c’è Bonucci, attento, a liberare. Romagnoli arrota i bulloni su Immobile e dalla parte opposta De Vrij deve fare altrettanto per tenere Cutrone. L’intervallo è il giusto riposo peri chi ha dato e speso molto. Partita bloccata tra due squadre che giocano bene e si temono. E non cambia la musica in avvio di ripresa con Inzaghi che chiama il baricentro più alto. Sale Parolo, imitato da Leiva con la Lazio che prende campo ma il Milan è copertissimo e pronto a sfruttare velenose ripartenze. Gran giocata di Suso per Calabria che seppur decentrato chiude con una botta mortifera di destro, Strakosha c’è. La Nord prova a spingere la Lazio, il settore ospiti con 3000 rossoneri al seguito, fa altrettanto per far sentire il calore a Bonucci e soci. Non c’è un attimo di tregua, si gioca su sottili fili di equilibrio. Percussione di Bonaventura che apre per Calhanoglu, attende la chiusura del triangolo, ma l’ex Bayern preferisce la conclusione e il Milan perde una buona occasione. Disperato Bonaventura. E’ la Lazio adesso a fare la partita col Milan attento a non offrire agli avversari il destro per offendere. Si gioca a folate ma la partita non si sblocca. Inzaghi si gioca la carta Felipe Anderson per Luis Alberto. Fuori anche Caceres per problemi fisici, dentro Luiz Felipe, mentre Gattuso inserisce Kalinic al posto di Cutrone per gli ultimi venti minuti.  Calabria è ingenuo perché tocca Immobile proteso a pressare su Donnarumma e regala alla Lazio una punizione pericolosa dal limite che Anderson  calcia sulla barriera. Lazio a testa bassa, Milan attentissimo, non si sblocca. Dieci alla fine e spettro dei supplementari sull’Olimpico che si materializzano in un finale dove il cuore non basta, con Lazio e Milan costretti all’over time. Ne avrebbero fatto volentieri a meno.  Inzaghi gioca la carta Lukaku per Marusic per dare più profondità alla manovra, Gattuso sceglie l’esperienza di Montolivo che prende il posto del monumentale Kessie. La Lazio si allunga, Calhanoglu costringe Strakosha in volo per deviare in angolo una punizione velenosissima. Poi Romagnoli di testa ha la palla buona ma spreca. Secondo supplementare con Lazio e Milan pronte a spendere le ultime energie per evitare la lotteria dei calci di rigore. Arriva il momento di Borini al posto di Suso. Tanta intensità in campo, ma le maglie delle rispettive difese sono strettissime. Serve un guizzo per deciderla. Ancora cinque minuti per evitare i rigori. Stringe i tempi la Lazio, ma in controgioco è il Milan a sprecare con Kalinic la palla della finale, ma l’ex viola sparacchia alto sopra la trasversale di Strakosha. Che occasione Milan. E finisce qui, si va ai rigori, l’epilogo che nessuno avrebbe voluto, figlio di una partita bellissima giocata ad armi pari. Adesso ci vuole fortuna oltre che talento. Si calcia sotto la Nord biancoceleste. Segna Immobile 1-0 mentre Strakosha ipnotizza Rodriguez: 1-0. Donnarumma aspetta Milinkovic, lo segue con lo sguardo e gli chiude lo specchio, ma fa altrettanto Strakoska sulla conclusione centrale di Montolivo. E’ la sagra degli errori perché Donnarumma para su Leiva. Tocca a Bonaventura mentre nevica sull’Olimpico e Jack la rimette in parità: 1-1. Tocca a Parolo, gol all’angolino, lo stesso che sceglie Borini: 2-2. Quinto tiro: dal dischetto Anderson, tensione palpabile in campo e sugli spalti. Segna il brasiliano e adesso ultima opportunità per Bonucci che non sbaglia: 3-3 e si va ad oltranza. Segna Lulic, Calhanoglu non sbaglia: 4-4. Luiz Felipe calcia sopra la traversa e tocca a Romagnoli, il tifoso laziale con la maglia rossonera, provare a chiuderla e mandare in paradiso i suoi. E Romagnoli non sbaglia. Vince il Milan ed è finale, il 9 maggio su questo stesso campo, contro la Juventus, ma questa sfida è stata degna di una finalissima con la Lazio che esce a testa alta battuta solo ai calci di rigore. Vince il Milan, la serie sì di Gattuso continua.

Bonucci ministro della difesa rossonera
La rabbia di Inzaghi
Gattuso ha dato un’anima al suo Milan
Kessié-Milinkovic, che duello
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