La Dea d’Europa non tradisce mai: l’Atalanta si toglie anche la soddisfazione di battere il Lione e chiudere il girone al primo posto. Non esattamente un dettaglio, dal momento che ai sedicesimi di Europa League Gasperini eviterà pericolosi incroci con le big scivolate dalla Champions. Sul neutro di Reggio Emilia, ormai amuleto nerazzurro, è un tocco fortunoso dopo 10’ di Petagna a indirizzare l’Atalanta, già qualificata così come la formazione francese, in vetta con 14 punti in 6 partite. Applausi per Gomez e compagni, che soffre solo nel finale (palo di Fekir) ma riesce a difendersi senza fare barricate.
Se qualcuno pensa che Atalanta e Lione giochino al risparmio perché poco interessate al primo posto viene immediatamente smentito: nei primi 5’ una clamorosa occasione per parte, con Berisha in versione Superman su Mariano Diaz e Lopes graziato da Cristante, che sbaglia un rigore di testa sull’assist di Gomez, in campo nel tridente con Petagna e Ilicic nonostante una caviglia malmessa. I 15mila del Mapei Stadium, che ancora una volta sembra il Comunale di Bergamo, non dovranno tardare molto per esultare: Spinazzola fa fuori Marcelo e crossa per Hateboer, che schiaccia il destro al volo che, complice l’indecisione di Lopes, si trasforma in un assist involontario per Petagna che la mette dentro tra testa e spalla vincendo il contrasto sulla linea di porta con Diakhaby.
Dea avanti e al Lione – che Genesio ha schierato con il tridente Cornet-Fekir-Depay alle spalle di Diaz – servirebbero due gol per il sorpasso in classifica. In realtà per Berisha c’è poco lavoro almeno fino all’intervallo: sul taccuino appena un tiraccio di Fekir e l’infortunio di Cornet (dentro il classe 2001 Geubbels). Anche la punizione di Fekir che apre la ripresa è in realtà un assist agli infreddoliti sostenitori nerazzurri in curva. L’Atalanta va a folate, appoggiandosi soprattutto sulla fascia sinistra, dove imperversano Gomez e Spinazzola, tra i migliori come Ilicic, che ingrana la quinta e spara un sinistro violento ma impreciso (65’); il Lione si muove sui guizzi di Fekir mentre Depay conferma di essere tanto talentuoso quanto discontinuo (sostituito al 68’ da Aouar). Ci riprova Petagna poco prima di lasciare il campo a Kurtic (applausi convinti del Mapei nerazzurro), poi Berisha viene chiamato in causa dalle conclusioni di Ndombele (73’) e Fekir (78’), mentre Spinazzola evita guai sul colpo di testa di Diakhaby. Forcing finale del Lione, ma l’Atalanta regge anche con un pizzico di fortuna (che palo Fekir su punizione!) e resta imbattuta con 4 vittorie e 2 pareggi in un girone sulla carta impossibile. Partono i fuochi d’artificio: il minimo, per chi sta facendo la storia.
Si è conclusa con il risultato di 2-0 la sfida tra il Rijeka e il Milan. Poco più che una sgambata di allenamento per entrambe le squadre e in particolar modo per il Milan, vista la formazione largamente rimaneggiata mandata in campo dal tecnico Gattuso e visto che alla vigilia degli ultimi 90 minuti del Gruppo D di Europa League i rossoneri erano già qualificati come primi ai sedicesimi di finale della competizione, in virtù delle larga vittoria ottenuta due settimana fa a San Siro contro l’Austria Vienna, mentre i croati erano già certi dell’eliminazione dal torneo. E sono stati proprio i padroni di casa a sbloccare il risultato alla prima vera occasione: erano passati poco meno di 7 minuti quando Puljic, con una splendida punizione, ha pennellato una straordinaria curva che dopo aver accarezzato il palo si è infilata alla destra di Storari. Il Milan ha provato a reagire allo svantaggio cercando di giocare in verticale nonostante il tecnico Gattuso si fosse spesso sgolato chiedendo ai suoi di gestire il possesso palla, ma è stato ancora il Rijeka a rendersi pericoloso con un colpo di testa di Puljic finito sul fondo, imbeccato dalla destra di Acosty. Per il Milan da registrare nei primi 45 minuti una sola occasione degna di nota, quella capitata a Cutrone sfuggito a Zuparic ma incapace di centrare lo specchio della porta con un pallonetto che aveva scavalcato Sluga.
In avvio di ripresa, quando erano passati circa 80 secondi, il Rijeka ha raddoppiato: Kvrzic è andato sul fondo e da sinistra ha messo in mezzo un pallone rasoterra su cui è piombato Gavranovic, bravo ad anticipare Paletta e a infilare Storari con un preciso diagonale. Nell’ultima parte di gara evidentemente incapace di andare a pungere il Rijeka che ha nel contempo rinunciato alla fase offensiva, il Milan è passato al 4-4-2 con Romagnoli chiamato a fare il terzino sinistro e proprio la modifica ha permesso a Calabria di trovare maggiore spazio e di mettere un cross in mezzo dalla destra sul quale, poco prima della mezzora, Cutrone ha schiacciato palla a terra senza trovare la porta. Al 32′, dalla stessa posizione in cui nel primo tempo il Milan aveva subito il gol, ci ha provato su punizione Biglia ma la sfera è finita di poco fuori, alla destra del portiere. Ultima azione di rilievo di una serata negativa che non ha potuto evitare ai rossoneri di perdere l’imbattibilità in Europa League dopo una striscia di 18 partite.
La Lazio, già qualificata come prima del suo girone di Europa League, si concede un ampio turnover contro lo Zulte Waregem e deve arrendersi ai belgi con il punteggio di 3-2. Partenza promettente per i padroni di casa, che passano subito in vantaggio: buon cross messo al centro da Kaya per De Pauw, bravo ad anticipare Patric e a battere di testa un Vargic poco reattivo. La Lazio prova a riequilibrare la partita, grazie ad una buona iniziativa di Basta che mette al centro per Crecco che però manca clamorosamente l’impatto con il pallone. Palombi al 34’ trova anche la deviazione vincente dopo una bella percussione di Bastos, ma la sua posizione è irregolare e l’arbitro, anche se con un po’ di ritardo, annulla. Nel finale di tempo Vargic regala un pallone velenoso agli avversari, ma Madu è altrettanto impreciso nella più facile delle occasioni. Nella ripresa la Lazio alza il baricentro e crea le premesse per cercare di riequilibrare il risultato, soprattutto con Lukaku, il quale con due poderose discese sulla fascia sinistra mette in seria difficoltà la difesa belga. Inzaghi, dopo cinque mesi di assenza per infortunio, regala 35’ minuti di gioco anche a Felipe Anderson. Al quarto d’ora però, lo Zulte raddoppia: calcio d’angolo battuto molto bene da Hamalainen ed Heylen anticipa tutti sul primo palo Luis Felipe sul primo palo, beffando un Vargic ancora una volta non impeccabile.
Al 20’ la Lazio accorcia le distanze: buona discesa sulla destra di Felipe Anderson, cambio gioco per Lukaku che mette al centro, ponte di testa di Lucas Leiva e Caicedo di astuzia segna la sua quarta rete con la maglia della Lazio. Anderson ogni volta che si accende crea scompiglio nella difesa del Waregem e soprattutto grazie alla sua verve si alza il ritmo degli aquilotti. A pareggiare ci pensa però un altro nuovo entrato, Lucas Leiva, che sugli sviluppi di un calcio di punizione, di tacco trova la deviazione vincente in un’area affollatissima. I padroni di casa, già matematicamente fuori dall’Europa, vogliono però congedarsi nel migliore dei modi e infatti riescono a siglare la rete del vantaggio con Iseka, bravissimo a stoppare palla dal limite e a girarsi per una conclusione di sinistro imprendibile.