Derby alla Roma: Perotti e Nainggolan affondano la Lazio

Massimo Ciccognani

La vince la Roma, col cuore in gola, forte del doppio vantaggio maturato a inizio ripresa con l’uno-due Perotti-Nainggolan poi, il rigore di Immobile che ha riacceso la sfida fino alla fine, ma è rimasto scolpito il 2-1 giallorosso. Largamente meritato dalla formazione giallorossa. Merito di Eusebio Di Francesco che ha accettato la sfida, consapevole delle qualità dei suoi. Manovra giallorossa subito propositiva, con la Roma alta senza timore delle verticalizzazioni biancocelesti. L’ha vinta qui la Roma, togliendo alla Lazio il respiro, lavorandola ai fianchi per poi colpirla. Finalmente uno stadio Olimpico che offre un colpo d’occhio che non si vedeva da tempo, coreografie mozzafiato delle due curve e derby numero 149 che si apre all’insegna del ricordo di Gabrielle Sandri, con ovazione dell’intero stadio Olimpico. E si inizia. Una prima mezz’ora di studio, con la Lazio che ha aspettato la Roma che però ha voluto subito fare la partita. Baricentro alto, Lazio spiazzata dalla manovra romanista sempre padrona del gioco con la Lazio attenta e pronta a sfruttare le ripartenze. Nainggolan è un moto perpetuo (e pensare che è stato in forse fino alla fine). Al 34′ Dzeko, ancora una prestazione indelebile, inventa dal nulla una palla gol con una mezza girata al volo da calcio d’angolo, ma Strakosha è altrettanto bravo a distendersi e respingere. L’unico acuto di un primo tempo non bellissimo, ma questo è il derby. Paura, frenesia, hanno fatto il resto anche se la parte discendente del tempo ha fatto vedere una roma più intraprendente, ma occhio alla Lazio e alla sue ripartenze. Si riparte e dopo due minuti l’episodio che cambia l’inerzia del derby. Kolarov si accentra, Bastos lo manda giù e Rocchi non ha dubbi. E’ rigore. Dal dischetto Perotti, freddo, glaciale e palla all’angolino: 1-0 Roma. E adesso sarà un’altra partita con la Lazio obbligata a scoprirsi per riprenderla e la Roma pronta a sfruttare i corridoi ideali per le ripartenze. Altri quattro minuti e la Roma raddoppia con un diagonale letale di Nainggolan, in dubbio fino all’ultimo, che la indirizza sul secondo palo dove Strakosha non può arrivare: 2-0 e sono passati appena 8′ dall’inizio di una ripresa, con la Roma partita decisamente meglio. Tutto in salita adesso per la Lazio. Inzaghi cambia, dentro Nani e Lukaku per Leiva e Lulic. La Lazio non molla e prova a riprenderla ma dietro la Roma concede nulla anche se i biancocelesti reclamano il rigore per un braccio in area di Manolas. Rocchi non decide e chiama il Var che dà ragione ai biancocelesti. Dal dischetto va Immobile che non sbaglia la trasformazione: 2-1 con venti minuti da giocare. Di Francesco richiama El Shaarawy ed inserisce Gerson. Finale tutto da godere. Può succedere ancora di tutto. La Lazio ci crede e non molla la presa, ma la Roma è sempre lì in agguato. Lukaku è una scheggia impazzita ed esalta la Nord. Fuori Radu, dentro Patric, con Inzaghi che si gioca il tutto per tutto in questo finale di gara. Kolarov ci prova, ribattuto in angolo. Entra anche Peres per Florenzi ma non cambia l’assetto giallorosso. Inzaghi rimane in maniche di camicia, si sbraccia e prova a scuotere i suoi. Fuori Nainggolan, dentro Juan Jesus a sei dalla fine con la Roma che si mette dietro a cinque a protezione del vantaggio. Olimpico con fiato in gola, finale incandescente. La Lazio cxi prova, Dzeko difende coi denti un pallone vitale. Sei minuti di recupero, una vita. Perotti conquista con mestiere una punizione dal limite, vertice sinistro della porta di Strakosha, ma la Roma preferisce tenere palla. Ultimi assalti biancocelesti con la forza della disperazione. Lukaku conquista un altro angolo, la Lazio chiude avanti, non ha alternative. Ultimi secondi, senza un attimo di tregua. E finisce qui, Rocchi fischia la fine, vince la Roma che conquista tre punti d’oro, scavalca la Lazio a raggiunge momentaneamente l’Inter al terzo posto con una partita da recuperare. Per la Lazio una sconfitta che brucia. Ma francamente stasera, contro questa Roma, c’era poco da fare.

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