Massimo Ciccognani
APPIANO GENTILE Come al solito il capitano Gigi Buffon ci mette la faccia. Lo ha sempre fatto, figuriamoci oggi che siamo a soli novanta minuti dal coronare un obiettivo o dallo sprofondare. L’apocalisse, come l’ha definita tepo fa il presidenete Tavecchio. Domani c’è Italia-Svezia a San Siro. Buffon è propositivo, non cerca scuse e rilancia la sfida. “E’ l’ora dei fatti, possiamo ribaltarla. Basta parole, quello che serve è far vedere in campo la nostra voglia di andare a quel mondiale che appartiene alla nostra storia. C’è grande tensione visto il momento. La responsabilità è alta. E’ capitato tante volte di essere davanti a un bivio importante, ma è il percorso di ognuno di noi. Non cambia quello che sarà il rapporto con la Nazionale. Quello che cambia, al di là del prosieguo del mio cammino in azzurro, vuol dire tanto per ognuno di noi. Ora la mia situazione non conta nulla, abbinerei solo un risultato personale a uno collettivo più importante. Viviamo questa vigilia come un momento importante per il nostro calcio, per la storia della nostra nazionale, poi ognuno la vive in maniera diversa. E’ da venerdì che sono in uno stato di giusta tensione e motivazione, perché so che non avrei avuto il tempo di comprimermi e demotivarmi. Sono felice di poterlo fare, perché spero possa portare qualcosa di positivo come gruppo e all’Italia calcistica. La Svezia gioca in modo consolidato da venti anni, con lo stesso modulo tattico e caratteristiche. Cambierà ben poco, la vera differenza dipenderà da come noi lo affronteremo”. Infine un appello. “Approcciare la gara con uno spirito critico porterebbe solo malefici. Non sono un capopopolo, ma mi piacerebbe che ogni tifoso che verrà allo stadio indossi solo il colore azzurro e si spogli dal club per cui tifa. Poi dopo il novantesimo ci potranno essere i fischi e dobbiamo avere l’umiltà di accettarli. Ma finché c’è speranza, un atteggiamento positivo del pubblico può darci una mano”.