Spalletti: “Voglio riportare l’Inter nella sua storia”

E’ ufficialmente iniziata l’avventura di Luciano Spalletti all’Inter. Idee chiare in testa e gran voglia di cominciare a lavorare. “Bisogna creare subito un senso di appartenenza, capire la maglia che vestiamo e quanto pesa, dare subito un’impronta forte di quello che la squadra deve fare in campo. Per questo ci dovranno essere cambiamenti radicali. Non è bello essere finiti a 30 punti dalla vetta, è scandaloso, significa dieci partite di differenza.  Io devo assorbire tutto ciò che è l’Inter, tutti noi dobbiamo restituire un messaggio a chi ci è vicino; i tifosi interisti sono in ogni angolo del mondo, con loro bisogna restituire un concetto di fede nei colori. Perché ho scelto l’Inter? Semplicemente perché la voglio riportare a contatto con la sua storia. L’Inter deve essere una squadra che faccia pulsare i cuori ai suoi tifosi, ogni volta che gioca deve dimostrare un’identità ben precisa”.

Sereno come sempre, Luciano ha iniziato dal fare i complimenti a Vecchi: “Ha vinto lo scudetto primavera ed è stato molto bravo. Spero che i nostri piccoli campioncini possano trarne frutto da questa vittoria. Ho scelto l’Inter per riportarla nel ruolo che le compete. Mi sono immaginato l’Inter come un club con una storia piena di belle cose e le voglio vivere tutte fino in fondo. Conterà molto l’identità di gioco. Ho pensato al 4-2-3-1 e lavoreremo in quella direzione, poi lavoreremo anche su altre cose. Il fatto di giocare con un modulo o con un altro conta relativamente. La squadra deve sapere dove deve andare. I giocatori sono importanti, ma prima ancora viene il gruppo e tutti debbono entrare nel meccanismo di squadra. L’Inter fuori dalle coppe è uno scandalo e voglio una reazione. Non mi sento più bravo degli altri, ma sono differente. Mi fido del mio modo di fare e chiedo ai calciatori di fidarsi di me. Io sarò con loro al 100%, starò al loro fianco qualsiasi cosa accada, con tutta la mia persona, e credo che abbiamo tutto per riportare l’Inter dentro la sua storia”.

Un pensiero inevitabile alla Roma. “Ringrazio Pallotta e la Roma per i messaggi che mi hanno mandato. Ringrazio gli sportivi per l’affetto. La forza dei giallorossi? È davanti agli occhi. Non è importante la posizione in classifica, ma va messo a fuoco la differenza di punti: 25 punti di differenza? Ci sono da fare 8 vittorie in più. I miei calciatori sentivano l’appartenenza alla Roma: quando li sfideremo ce la faranno sudare, gente come Manolas, Rüdiger, Strootman, Nainggolan, Dzeko hanno l’aspirazione di fare sempre risultato con i colori giallorossi. Dzeko in una stagione ha saputo ribaltare quello che gli era successo l’anno prima. Ecco, anche noi dobbiamo fare la stessa cosa. Perché via da Roma? Con l’Inter ho avuto contatti a fine stagione, ma ho subito avvertito Pallotta che sarei andato via, ma nonostante tutto abbiamo fatto o risultati che ci erano stati chiesti. A Roma ero diventato quello che divideva anziché unire, c’era questo problema sulla gestione di Totti. Si è venuta a verificare questa contrapposizione: l’amore per il calciatore più importante ha prevalso su quello che era il sostegno e l’affetto che ci doveva essere per la squadra. Non essendo riuscito a mettere insieme le due cose, evidentemente non ho fatto bene il mio lavoro.  Mi piace questa avventura. La rincorsa alla Juve non sarà facile. E’ una squadra di valore, la Juve vince perché sono bravi, li rispetto ma il rispetto però non deve essere confusto col timore. Non inciamperemo nell’ultimo scalino prima di entrare in campo”.

Nell’altra squadra di Suning, c’è un certo Fabio Capello. “Lui è un grande personaggio e tutti abbiamo preso qualcosa da lui, il suo modo di gestire, di condurre, ma grandi capitani di ventura ci sono stati anche all’Inter, due come Herrera e Mourinho. Non ho ancora parlato con Fabio ma lo farò presto. Ora sono l’allenatore dell’Inter e voglio farmi carico anche della storia precedente, ed è una sfida molto eccitante. Coi giocatori parlerò presto, ai tifosi dico solo una cosa: “Remiamo tutti insieme nella stessa direzione e sarà più facile riscrivere la nostra storia”.

 

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