E finalmente venne il giorno di Di Francesco. Il nuovo tecnico giallorosso si è presentato in conferenza illustrando quelli che saranno i motivi che andranno a caratterizzare la sua Roma. “Innanzitutto grazie a al presidente Pallotta, Gandini, Baldissoni e Monchi per avermi dato questa opportunità, per me è un’occasione unica, ma ringrazio anche il Sassuolo per i cinque anni passati con loro a partire dallo staff e alla mia squadra e un grazie di cuore a Squinzi per la stima e l’affetto che mi ha dato in questi anni, è stata una pagina di sport indelebile. Ora c’è la Roma e sono pronto a questa sfida per migliorarmi. E’ una squadra competitiva che ha avuto davanti una squadra fortissima come la Juve ma ha dimostrato di essere una squadra forte. Dovremo lavorare molto e sodo per avere risultati in tutte e tre le competizioni. Ha fatto 87 punti, e un giocatore ha fatto più di 30 gol ma per raggiungere certi traguardi bisognerà fare qualcosa in più. Dobbiamo trasmettere consapevolezza del lavoro e una grandissima umiltà, i giocatori devono avere massima disponibilità nei miei confronti e di quelli che lavorano per far diventare grande la Roma. Non intendo fare proclami ma avere un profilo basso perché dall’umiltà possiamo ottenere grandi risultati, dove non lo so. L’entusiasmo c’è e quando si vede un’atmosfera giusta intorno abbiamo fatto un grande passo avanti e ci toglieremo grandi soddisfazioni. Fondamentale per me aver ritrovare il sostegno della Sud, sarà il dodicesimo uomo in campo, credo che la curva riesca a trasmettere quel qualcosa in più di cui hanno bisogno i giocatori”.
Inevitabile la domanda su Francesco Totti e sulla possibilità di lavorare insieme. “L’ho sentito, la società ha parlato con lui per quello che sarà il suo futuro da dirigente, a breve dovrà dare una risposta. Ho un legame particolare con Francesco. Sarei molto contento di averlo con me in un ruolo nella dirigenza. Sarei contento di poter continuare a lavorare con lui. Con Monchi abbiamo parlato di creare una compattezza, ci saranno momenti difficili o facili, ma ci auguriamo che sia un discorso più in discesa che in salita, ma fa tutto parte di questo lavoro. Roma è un ambiente particolare, difficile, chiamatelo come volete, ma sono sereno di affrontare questa bellissima avventura. Cambierà anche il mio modo di giocare, perché non è la stessa cosa allenare una squadra di provincia e allenare una grande squadra. L’atteggiamento però sarà sempre propositivo e quanto al sistema di gioco quello che riesco ad esprimere meglio è il 4-3-3. Di mercato non parlo, c’è il direttore, chiedete a lui. Berardo è un ottimo calciatore, l’ho visto crescere e ha grandissimi mezzi. La scelta di Moreno è stata condivisa con il direttore. Lavoro con la società per farla migliorare e farla crescere. Quanto a Pellegrini, è un giocatore molto interessante su cui la società sta lavorando. E’ un’ottima mezzala, ha fatto l’esordio in Nazionale, ha avuto una crescita impressionante. Nainggolan? Da mezzala può fare benissimo 18 gol, il sistema di gioco può facilitare i suoi inserimenti con o senza palla, ha qualità talmente importanti che può interpretare ogni sistema di gioco. Poi serve l’intelligenza di saper modificare l’assetto durante la gara, ma voglio dire che sono stato scelto perché ho un certo tipo di calcio ed è giusto così. E’ giusto che io trasmetta ai calciatori il mio pensiero di calcio. Florenzi e De Rossi? Sono due romani e romanisti. Mi auguro che Alessandro si rimetta in fretta, è un giocatore che può interpretare vari ruoli, ma l’importante è che torni presto con noi. Daniele è stata la prima persona che ho chiamato appena ho trovato l’accordo con la Roma. Lui è l’emblema, mio figlio gioca nel Bologna, ma è tifosissimo della Roma, e il suo idolo è De Rossi. La sua immagine va presa come esempio. Al di là dell’aspetto tecnico-tattico credo che sia il mio punto di riferimento nella squadra, al di là se giochi titolare o meno. Tutti sul campo e con il lavoro meriteranno di giocare”.