Massimo Ciccognani
Capolavoro Allegri e la Juve va in Porto. I bianconeri passano a Oporto (2-0) e volano verso i quarti. La vince la Juve, ma soprattutto Max Allegri. In due minuti la Juve va in Porto dopo una partita dominata e giocata un’ora con l’uomo in più. Allegri indovina i cambi e i subentrati Pjaca e Dani Alves spalancano le porte dei quarti. Il Porto s’inchina. Dragao esaurito, in cinquantamila a spingere il Porto verso l’impresa, tremila i tifosi bianconeri arrivati ad Oporto che si fanno sentire. L’abbraccio tra Casillas e Buffon, due leggende del calcio mondiale, Bonucci malinconicamente in tribuna dopo la lite con Allegri. Si gioca in una bolgia. Parte forte il Porto, Brahimi e Neves fanno densità in mezzo per innescare Silva e Soarez. Nella Juve fondamentali i due esterni, l’ex Alex Sandro e Lichsteiner per azzerare il pressing lusitano e sfruttafre l’inserimento di Dybala tra le linee e far male ad una difesa portoghese con gli inserimenti di Cuadrado e Mandzukic. Il tema tattico di Allegri trova risposte in campo, la Juve prende in mano il boccino del gioco. Il ritmo è basso, il Porto non pressa, aspetta. A complicare i piani di Espirito Santo ci pensa Telles che commette due sciocchezze in un minuto che valgono il rosso e lasciano il Porto in dieci. Espirito Santo cambia tutto, toglie la stella Andre Silva e dentro Layun per un 4-4-1 di contenimento. La Juve fa la partita, il Porto si chiude e punta tutto sulle ripartenze. Casillas in angolo su Higuain. Possesso palla prolungato Juve, Dybala in pieno recupero ha il guizzo giusto, sinistro velenoso che si infrange sul palo con Casillas battuto. Tutto nella ripresa, con l’uomo in più. La Juve parte subito forte alla ripresa del gioco, Pjanic prova a dare qualità alla manovra, ma mancano i guizzi di Cuadrado nell’uno contro uno. Porto chiuso a difesa dello zero a zero, Juve che continua a fare la partita. I bianconeri attaccano a pieno organico, ci prova ancora Dybala murato da Layun. Non c’è partita, manca solo il gol ai bianconeri che dominano nel possesso palla. Porto timoroso nello scoprirsi per non offrire alla Juve il destro per offendere. Fuori di nulla un destro di controbalzo di Khedira. C’è solo la Juve, ma serve il gol. Espirito Santo gioca la carta Corona, esterno alto al posto di Neves per dare concretezza alla manovra offensiva. Higuain ipnotizza Casillas ma il suo destro a giro va fuori di un nulla. Allegri richiama lo spento Cuadrado, dentro Pjaca per provare a forzare una retroguardia attentissima nonostante l’uomo in meno. Ed è proprio il cambio di Allegri ad aprire la partita con un destro mortifero dopo uno svarione di Layun. Entra Dani Alves per Lichsteiner e Alleggri, l’uomo baciato da Dio, indovina anche il secondo cambio, perché l’ex Barcellona aggancia il centyro di Alex Sandro e con mancino di conttobalzo la mette dentro. Due a zero in un minuto. E’ festa Juve, nel giorno della tribuna di Bonucci, in cui tutti, o meno, erano alla finestra pronti a condannare Allegri. E’ invece il trionfo del toscanaccio che vince e dà una lezione a tutti con una vittoria che vale i quarti. Il 14 marzo il ritorno allo Stadium ma per il Porto la qualificazione equivale alla scalata dell’Everest.
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