Ci sono episodi che segnano in maniera indelebile le carriere, errori che oscurano quanto di buono fatto e che diventano incredibilmente ingombranti.
É il caso del Divin Codino che nasceva proprio 50 anni fa: il miglior 10 italiano degli anni ’90 e non ce ne vogliano Platini, che lo definà soltanto un “9 e mezzo”, e nemmeno Campioni del calibro di Totti e Del Piero. Baggio é stato l’ultimo fantasista italiano a vincere il pallone d’oro, l’unico capace di segnare in 3 mondiali consecutivi (4 se non fosse stato per Trapattoni), l’unico a trascinare una squadra a vincere la Coppa Uefa con 5 goal nelle fasi finali e l’unico in grado di costruire una carriera da sogno sempre al 50% delle proprie possibilitá, con un ginocchio malmesso ancora prima di esordire in serie A. Eppure oggi di tutto ció resta poco, schiacciato dal peso di quel rigore alto nel ’94, senza ricordare che senza di Lui quei rigori e quella finale non ci sarebbero mai stati.
Campione riconosciuto da tutti, ma amato e compreso da pochi, sempre in lotta con qualcuno: con Erikson negli esordi, alla Juventus con la triade Giarudo-Moggi-Bettega, nel Milan con Fabio Capello, con Marcello Lippi sull’altra sponda dei Navigli e persino nelle vesti di dirigente con la FederCalcio.
Le sue magie e la sua eleganza palla al piede sono il simbolo del calcio italiano degli anni ’90, cosà come quel codino svolazzante divenuto di tendenza proprio in quel periodo.
Oggi tutto questo sembra lontano, cosà come Baggio stesso, sempre preso piú dalle sue numerose attivitá nel sociale che da quelle calcistiche, ma noi di Lui non potremmo mai dimenticarcene. Tanti Auguri di Buon Compleanno, Divin Codino.
      Vittorio di Pietro