Francesco Cortellessa *
Toccato il fondo non si può far altro che risalire. E Il fondo lo abbiamo toccato Domenica scorsa, dopo lo scialbo e triste pareggio contro il Chievo. La Lazio ha perso, non la partita, ma due punti importantissimi, senza dei quali si ritrova al 5° posto scavalcata dal Milan, senza dei quali non sfrutta lo scontro diretto tra Roma e Inter per rosicchiare e guadagnare qualche punto ad entrambe.
Se lo scivolone con L’Apollon Limassol è stato quantomeno giustificabile dalla presenza di tutte le seconde linee e dall’assenza di vere e proprie motivazioni, il pareggio a Verona è uno scivolone inaccettabile, non solo per il risultato ma soprattutto per l’atteggiamento messo in campo dagli uomini di Inzaghi.
Una squadra che lotta per un obbiettivo così ambizioso come l’accesso alla prossima Champions League, non si può permettere 45 minuti come quelli del primo tempo contro il Chievo.
Siamo in evidente difficoltà e sicuramente alla base di queste problematiche ci sono anche degli equivoci tattici.
Il 3-5-1-1 meraviglioso dello scorso anno, non è in questo momento replicabile per vari motivi:
I due “quinti” che non riescono a fornire la spinta necessaria a creare sovrannumero, il fatto che le squadre avversarie abbiano ormai registrato e trovato contromisura alla proposta di gioco biancoceleste, il momento nerissimo di Luis Alberto e Milinkovic, 2 dei migliori realizzatori e rifinitori della scorsa stagione che viaggiano in questo momento a cifre totalmente lontane da quelle a cui ci hanno abituato lo scorso anno.
Inzaghi insiste su questa via tattica ma è palese che va trovata un’alternativa. I numeri parlano chiaro, la Lazio ha segnato molto meno rispetto alla scorsa stagione dopo 14 giornate e la maggior attenzione alla fase difensiva non può essere un’attenuante dato che i gol subiti sono pressochè uguali.
Immobile molto spesso è in difficoltà, solo contro la linea difensiva, senza alternative e opzioni offensive differenti, non avendo più l’appoggio dei suoi due fantasisti.
In questo momento servirebbe aggiungere un attaccante, dare a Correa più spazio senza dover necessariamente sacrificare uno tra Caicedo e Luis Alberto. La Lazio deve portare più presenza e qualità nella metà campo avversaria, deve tornare a incutere timore alle difese avversarie.
Il ritiro ordinato dalla società servirà a far riunire i tasselli di un puzzle che sembra essersi leggermente scomposto. La Champions non deve essere un ossessione, ma un sogno, la realizzazione di un bellissimo percorso che vede la nostra squadra tra le migliori in Italia ed Europa. Gli sforzi sono stati fatti, i migliori giocatori sono stati trattenuti e sono state prese alternative di livello, adesso serve cuore. La stagione è ancora lunga, la Lazio è in corsa per tutti gli obbiettivi, rinunciare a lottare sarebbe un errore imperdonabile.
* tifoso Lazio