La sconfitta della presunzione

Massimo Ciccognani

La vittoria del calcio, la sconfitta della presunzione, soprattutto di Florentino Perez e Andrea Agnelli, i fautori di un progetto assurdo che non ha mai avuto ragione di esistere. Altro che rinnovamento del calcio, qui si trattava di salvare i bilanci di chi ha sperperato e adesso si ritrova con l’acqua alla gola. E’ la sconfitta di Perez e Agnelli. Soprattutto quest’ultimo, si è fatto troppi nemici. Tutti contro un progetto criminale, che andava contro i valori dello sport. Dai capi di Stato ai parlamentari, presidente e calciatori degli stessi club (quelli inglesi) che inizialmente avevano aderito al progetto. E alla fine, Agnelli, ha gettato la spugna, consapevole che oltre alla sconfitta palese, ha fatto una figura barbina agli occhi del mondo. E’ la sconfitta della presunzione, di chi pretendeva di risolvere i problemi del suo club creando un organismo di partenza illecito (articolo 49 dello Statuto Uefa) per risolvere le insolvenze bianconere, che sono pesantissime. Errori che partono da lontano, come l’ingaggio di un Cristiano Ronaldo che doveva servire per scardinare la porta della Champions, servito invece per vincere quello che la Juve aveva sempre portato a casa (lo scudetto, ndr) anche con Matri e Quagliarella. Ha strappato Sarri al Chelsea per tenerlo un solo anno, continuando a pagarlo, perché si è accorto che era lontanissimo dal mondo Juve. Ha promosso un altro Andrea, Pirlo, al timone della prima squadra, altra scommessa persa. Due anni fa, proprio di questi tempi, festeggiava l’ultimo scudetto con Allegri, l’uomo che alla Champions c’è andato molto vicino, portando la Juve per due volte in finale. La presunzione gli ha fatto cambiare strada, dimenticando, come dice un vecchio adagio, che chi lascia la strada vecchia per quella nuova, sa quello che perde, ma non sa quello che trova. Due anni di nulla, a parte lo scudetto di Sarri. Quest’anno, altro flop in Champions, come in campionato.

A tutto questo va aggiunta una situazione economica del club insostenibile. Sono oltre 600 i milioni di perdite bianconere, che neppure le più ricche plusvalenze, sono riuscite a salvare. Per Andrea Agnelli si aprono adesso le porte della Juve, perché in molti dalle parti della Continassa, non sono in linea con i principi dell’attuale presidente. Che ha sbagliato strategia, non da oggi, ma da quando ha cominciato a ridisegnare la Juve a sua immagine e somiglianza. La fame di potere ha fatto il resto, ha tradito il padrino della sua bambina, rinnegando un’amicizia di vecchia data, pur di banchettare in un tavolo che solo in apparenza moltiplicava i soldi. E’ la sconfitta della presunzione che non va giù al resto della famiglia, al cugino John Elkann. Rapporti poco idilliaci, tanto che da più parti si vocifera di un cambio di rotta alla guida della Juventus. Ha perso, Andrea Agnelli, avventurandosi in un progetto che avrebbe dovuto salvare le casse bianconere. Ha perso anche la credibilità. Tutti gli hanno voltato le spalle quando si sono accorti che non era un progetto da portare avanti. Oggi se ne è accorto anche lui, Andrea Agnelli: troppo tardi.

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