dal nostro corrispondente
Francesco Raiola
NAPOLI Di fronte ad una pandemia che non mostra segnali di arresto e di rallentamento, il mondo del calcio vive grossi momenti di difficoltà, mai affrontati nell’epoca moderna. I giocatori reclusi nei propri buen ritiri domestici, provano a mantenere la forma con allenamenti personalizzati, vedono in discussione anche i propri stipendi, con la possibile cassa integrazione che potrebbe coinvolgere anche le loro retribuzioni milionarie. In Serie A molti giocatori stranieri hanno avuto il permesso di andar via dall’Italia, come Cristiano Ronaldo e Higuain, volati in Portogallo e Argentina, o come Eriksen tornato in Danimarca. Una delle poche squadre che, invece, ha imposto ai propri tesserati la permanenza in Italia è stato il Napoli di De Laurentiis che fino a qualche giorno aveva ancora fissato nel 25 marzo la ripresa degli allenamenti, poi ovviamente annullata. La società di de Laurentiis, insieme a Lotito, spinge per la conclusione della stagione anche nel mese di luglio, considerando che quasi sicuramente la Champions League riprenderà a fine maggio con la disputa delle gare degli ottavi rimanenti, e poi con la final eight in gara secca che si giocherà ad Istanbul. Tutto comunque dipende dall’evoluzione della pandemia,che non si ferma alle frontiere e non ha passaporti, con i numeri sempre più dilaganti in Europa e negli Stati Uniti. La vera partita oggi si disputa negli ospedali, veri campi di battaglia e va elogiata, la donazione silenziosa, che è stata rimarcata dal prof.Ascierto, oncologo del Pascale di Napoli che sta sperimentando con successi alterni il farmaco antiartrite contro il Covid19, di Aurelio De Laurentiis che ha dato il suo fattivo contributo alla terapia intensiva del Cotugno e del Pascale di Napoli. Il Presidente del Napoli ha acquistato e donato diversi ventilatori polmonari, caschi Cpap e tubi endotracheali. Tutto questo sarebbe passato in silenzio, se il Prof. Ascierto non avesse comunicato sui social l’intervento di De Laurentiis. In questi casi il marketing non c’entra.