Giorni, ore difficili per il calcio italiano. Il presidente del CONI Malagò, è intervenuto in merito alla all’allarme relativo al Coronavirus. Tommasi che spinge per fermare il calcio, la Lega che ha deciso di giocare a porte chiuse. Malagò, ai microfoni della Rai, è stato chiaro. “Qualche giorno fa ho commentato con altri colleghi la situazione. Mi sono esposto e ho detto che la salute deve essere la priorità. La situazione poi è peggiorata fino a portarci alle misure di emergenza del governo. Quello che posso dire, dopo la giornata di oggi, è che non si può vedere e sentire il fatto che alcuni campionati vadano avanti e altri no. Do atto al basket di essersi mosso in anticipo, ma questa disparità non va bene. Come si può declinare, in termini di comunicazione, che la vita di un campione di Serie A vale di più di un altro sportivo? Penso agli atleti che si stanno preparando per le Olimpiadi che sono bloccati negli aeroporti, che non possono raggiungere le squadre in giro per il mondo. Domani chiamerò i presidenti delle federazioni degli sporti di squadra e vedremo il da farsi”.
Lei è per fermare la Serie A?
“Chiariamoci. I campionati di calcio dipendono dalle rispettive leghe e, prendendo in considerazione il caso specifico, ricordiamo che la Lega di A è delegata dalla federazione. Oggi il consiglio di Lega ha preso una decisione non recependo l’invito di Spadafora, una una decisione permessa dal DPCM. Martedì o la FIGC conferma la decisione della Lega assumendosi la responsabilità o deve esprimere la contrarietà commissariando di fatto la Lega. Io credo che tutti quanti, dal calcio alla pallacanestro, dal baseball al volley, debbano andare nella stessa direzione. Non ci può essere margine”.
Gli Europei sono a rischio? E le Olimpiadi?
“Gli Europei sono organizzati dalla Uefa e la cerimonia inaugurale ci sarà a Roma a giugno. Dovranno essere i tecnici a dare una visione chiara. Non sarei serio se rispondessi. Olimpiadi? L’obiettivo è di svolgerle, non c’è nessuna controindicazione. Il Giappone è un’isola e al momento non ci sono così tanti casi conclamati. Possono essere una chance per ripartire dopo mesi difficili”.