Andrea Riccardi
TORINO Un vittoria all’ultimo respiro contro il Genoa e all’orizzonte un derby con il Toro mai facile. Lo sa bene Maurizio Sarri. “Un Derby non è mai una partita completamente normale. Vale più per il Torino che per la Juventus, ma anche per noi non è una partita come le altre. Questa ha un significato per i punti in palio, ma il derby è sempre speciale e spero questo ci aiuti a non subire cali mentali. Una partita che fa storia a sé a prescindere dai momenti. Mi aspetto un Torino con grandi motivazioni. Sia per l’ultimo risultato negativo, sia perché il derby a loro può dare una carica emotiva importante. Mi aspetto un Torino da battaglia”. Sarri si è poi schierato dalla parte del collega Mazzarri, preso invece di mira dalla tifoseria granata: “E’ un allenatore cui portare grande rispetto. A Napoli ha fatto benissimo, a Torino sta facendo benissimo, perché non ci si può far condizionare dalle ultime due partite, il ciclo che sta facendo a Torino è importante. Io ho una grande considerazione di questo allenatore e penso ce l’abbia anche la maggior parte dei tifosi del Torino”. In passato, quando veniva a Torino con le sue squadre, Sarri non perdeva occasione per visitare Superga e ricordare il Grande Torino. “Siamo venuti a Torino per due-tre anni consecutivi a maggio, pressapoco nei giorni dell’anniversario della tragedia di Superga e mi sembrava doveroso rendere omaggio a un mito dello sport. Lo ritenevo obbligatorio, la leggenda del Grande Torino è uno dei miti dello sport italiano”. Sarri però a Superga non ci è ancora salito da quando è alla guida della Juventus: “Al momento no, ma a maggio lo farò perché mi sembra doveroso. È uno dei miti dello sport che vanno al di là dei colori e dell’appartenenza”. Anche per l’ex tecnico di Empoli e Napoli sarà la prima volta in una stracittadina, ben diversa da quelle inglesi vissute sulla panchina del Chelsea: “I derby a Londra sono un po’ meno sentiti perché ce ne sono tanti. Cerco di viverlo nella maniera più normale ma domani sera prima della partita dovrò cercare di rimanere il più tranquillo possibile”. L’obiettivo per Sarri è quello di “mantenere la partita con caratteristiche che possono essere le migliori per noi” e le difficoltà con Lecce e Genoa per l’allenatore non sono legate alla tenuta fisica: “A Lecce abbiamo fatto 4 km in più degli avversari, con il Genoa 6. Mi sto facendo delle domande e se avessi delle risposte avrei già risolto il problema”. A proposito di domande, resta senza risposta quella sull’utilizzo di Pjanic. “Non lo so, ieri si è allenato a parte ed è in corso la riunione tra i medici e i preparatori atletici”. Ci potrebbe invece essere Higuain, sul quale Sarri fa grande affidamento: “Gonzalo è un grandissimo giocatore e quest’estate l’ho visto con un livello di motivazione non comune. Certi discorsi sentiti da lui a Londra che mi erano piaciuti poco erano completamente ribaltati. Quando ha forti motivazioni, è un giocatore importantissimo”. Con Ronaldo e Dybala possibili titolari, però, Sarri sarebbe orientato a scegliere il trequartista: “Cristiano è un attaccante che privilegia partire da centro sinistra, ma non proprio da attaccante esterno, Dybala da centro destra, ma non da attaccante esterno, quindi abbiamo sempre in campo almeno un attaccante non adatto al tridente puro e quando ci sono loro due la soluzione ideale mi sembra l’1-2”. Nel ruolo di trequartista potrebbe trovare spazio Ramsey: “Se considero il tempo che ha speso allenandosi con noi negli ultimi 20 giorni, l’ho visto bene. Quanto possa durare in partita al momento non lo so, ma per come si era allenato ho visto una prestazione di buon livello”, ha risposto Sarri che in caso di riposo di Alex Sandro potrebbe scegliere De Sciglio a sinistra. “In allenamento stiamo provando più De Sciglio però poi dipende da che partita ci aspettiamo”. L’allenatore originario della Toscana non si è sottratto alle polemiche che stanno accompagnando la Var: “A me piace di più quando gli arbitri in campo arbitrano. Questa però è un’opinione strettamente personale. In questo momento le regole sono queste, anche se non tutte condivisibili a mio modo di vedere come per esempio il nuovo regolamento sui falli di mano su cui, nonostante legga e mi informi, non ci capisco niente. Anche nella vita di tutti i giorni ci sono regole per me assurde, ma non è che posso farmi arrestare. Se mi chiedete se a me piace, vi dico di no, anche perché la Var era nata per ovviare errori macroscopici e se viene chiamato tre o quattro volte a partita mi sembra impossibile ci siano tanti errori grossolani e vedo che nel resto d’Europa se ne fa un uso più limitato”. E per concludere sull’argomento, Sarri non sarebbe favorevole a richiedere un paio di chiamate dalla panchina: “A me un paio non basterebbero, sarei a rischio espulsione perché ne chiamerei 7-8 a partita. Come ho detto, a me piace quando l’arbitro arbitra, non quando parla all’auricolare”.