Italia da record, Mancini come Pozzo, nove vittoria di fila: manita al Liechtenstein

Massimo Ciccognani

E’ un’Italia a nove code, quante sono le vittorie di fila che permettono a Roberto Mancini di eguagliare il record di Vittorio Pozzo che a cavallo tra il 1938 e il 1939 conquistò 9 vittorie di fila. Verratti e compagni erano già a otto prima di questa gara (le 7 delle qualificazioni più l’1-0 agli Stati Uniti di quasi un anno fa). L’Italia senza fatica batte il Liechtenstein al  Rheinpark Stadion di Vaduz: finisce 4-0 per effetto dei gol messi a segno da Bernardeschi, Belotti, Romagnoli ed El Shaarawy.

Mancini cambia tutto Rivoluzione totale per Mancini, che cambia addirittura 10/11 rispetto alla formazione che ha conquistato la qualificazione agli Europei battendo la Grecia all’Olimpico: in campo tante seconde scelte, compreso il “tedesco” Vincenzo Grifo, titolare nel tridente completato da Belotti e Bernardeschi. L’unica conferma rispetto a sabato è Marco Verratti. Sirigu tra i pali, Di Lorenzo, Mancini, Romagnoli  e Biraghi sulla linea dei quattro di difesa, Zaniolo, Cristante e Verratti in mezzo, Bernardeschi e Grifo a sostegno di Belotti.  Nel Liechtenstein, già eliminato matematicamente (solo due punti), c’è anche un po’ di tricolore visto che nei primi undici figura  Michele Polverino, di origini italiane, mentre partono dalla panchina Yanik e Noah Frick, figli di Mario. Il ct Kolvidsson, islandese, ha invece rivelato prima della gara d’andata la sua forte simpatia per il Parma.

Subito in discesa C’è giusto il tempo di annotare la partenza lampo dei padroni di casa (Salanovic viene lanciato da Polverino e calcia, Sirigu respinge con un piede, poi Mancini salva tutto su Goppel), che l’Italia va in vantaggio. Biraghi vola sulla sinistra e crossa perfettamente per l’esterno della Juve, che all’altezza del dischetto non perdona col sinistro: 1-0 Italia. Gli Azzurri tengono i ritmi bassi, mentre il Liechtnstein gioca sulla difensiva provando l’arma del controgioco. Verratti dipinge, tiene in mano il boccino del gioco e dai suoi piedi partono inviti illuminanti per Belotti che prima di vede ipnotizzare da Hofer (bella intuizione di Bernardeschi) poi non aggancia sul filtrante del “parigino”. Verratti va poi giù in area ma per il direttore di gara c’è nulla. L’Italia domina in lungo e in largo, padroni di casa chiusi a ricco a difesa del minimo svantaggio, difficile trovare varchi con dieci giocatore dietro la linea del pallone. A Vaduz non c’è partita, troppo netto il divario in campo, ma nel finale lampo del Liechtenstein con un conclusione da fuori al volo di Salanovic, Sirugiu c’è.

Stesso copione Italia ad attaccate, la formazione del Principato che ogni tanto prova a rialzare la testa e ci riprova. Fuori, dentro El Shaarawy. Gli Azzurri vogliono chiuderla, ma non sono fortunati Belotti e Zaniolo, mentre è il Liechtenstein a farsi sentire e vedere dalle parti di Sirugu che salva il risultato distendosi sul secondo palo per chiudere una conclusione maligna di Salanovic, mentre entrano in campo i due Frick, Noah per Polverino e Yanik per  Gubser. L’Italia spinge per evitare problemi e da palla inattiva nasce il raddoppio. Angolo di Grifo, Buchel non è impeccabile e Belotti sotto misura di testa non perdona: 2-0. Spazio per Tonali che prende il posto di Bernardeschi: per il calciatore del Brescia è il dubutto assoluto in maglia azzurra. E a stretto giro arriva anche il terzo gol che porta la firma di Romagnoli che raccoglie il centro al bacio di El Shaarawy e solo davanti al portiere e di testa non sbaglia.  E nel finale gloria anche per il Faraone che sul filo del fuorigioco anticipa l’intervento del portiere e d’interno la piazza: 4-0. Finità? Manco per idea perché in pieno recupero Belotti di testa sfrutta il cross di Di Lorenso e firma la manita, con l’Italia che chiude in scioltezza in totale controllo, con l’ingresso di Bonucci ad una manciata di minuti dalla fine al posto dell’ottimo Biraghi. E poi il fischio finale, con l’ottava vittoria consecutiva per gli Azzurri (la nova ion totale nell’era Mancini) che restano al comando del girone con 24 punti, +9 sulla Finlandia (3-0 all’Armenia), mente manca l’occasione per rimanere in scia la Bosnia che cede per 2-1 in Grecia, e vede allontanarsi i secondo posto. Ma quello che conta è l’Italia da record che nonostante le seconde linee continua a vincere e soprattutto convincere.