Il derby è dell’Inter: Brozovic e Lukaku spazzano via il Milan

Massimo Ciccognani

MILANO Si tinge di nerazzurro il cielo sopra Milano. Il derby è dell’Inter, con pieno merito. Lavora ai fianchi il Milan in un primo tempo di grande saggezza, trova il vantaggio per poi esplodere in tutta la sua forza nella ripresa. E’ la squadra di Conte, corta, ferrata nella politica del marcamento, duttile in mezzo dove abbina qualità a quantità. Il Milan è rimasto in partita per un tempo tenuto in piedi anche salle parate di Donnarumma poi, una volta sotto, è finito sotto il “Freccia” nerazzurro. Asamoah e D’Ambrosio hanno giocato una grandissima partita, fatta di sacrificio e corse sugli esterni, dietro Godin ha dato maggior sicurezza al reparto. In mezzo ha fatto cose preziose con Baella e Sensi, con Brozovic preziosissimo e forse alla sua migliore prova in maglia nerazzurra, di supporto all’irriducibile Lautaro, con Lukaku che ha fatto densità, spostato gli equilibri, creando spazi per i compagni. Di contro un Milan cui serve ancora tempo. Stasera ci ha provato, poggiando molto sulle giocate dei singoli e sull’orgoglio. Ma non è bastato. L’Inter, almeno in questo momento, è più squadra. A San Siro finisce 2-0 per effetto dei gol di Brozovic e Lukaku. E anche stasera Conte guarda tutti dall’alto a punteggio pieno.

Bolgia San Siro Emozioni e spettacolo: benvenuti al derby di Milano. Emozioni e colori, quelli delle due curve che non si sono risparmiate e hanno dato vita a due coreografie da brividi. “E mai nessuno ti fermerà”, scrivono i nerazzurri della Nord, risponde la Sud rossonera che scomoda Sant’Ambrogio con la scritta “Al Diavolo la Fede”. Meazza esaurito in ogni ordine di posto: 70mila spettatori per un incasso che sfiora i 5 milioni di euro. Collegate le tv di tutto il mondo, non si scherza, è il derby,

Le scelte Conte e Giampaolo non scherzano e per loro è il derby nel derby. Entrambi agitati in panchina, con il rossonero quasi sempre fuori dall’area tecnica ad impartire ordini i suoi e seguirli passo passo nello sviluppo dell’azione. Conte si afgfida al solito 3-5-2 con Handanovic tra i pali, Godin, De Vrij, Skriniar dietro, D’Ambrosio a destra, Asamoah a sinistra, in mezzo Barella, preferito a Vecino, Brozovic e Sensi centrali, Lukaku e Lautaro, preferito a Politano, in prima linea. Nel Milan la grande sorpresa si chiama Leao accanto a Piatek: 4-3-1-2 per Giampaolo, con Donnarumma tra i pali, Conti, Musacchio, Romagnoli e Rodriguez sulla linea di difesa, Kessie, Biglia e Calhanoglu intermedi, Suso trequartista alle spalle di Piatek e Leao. Emozioni e spettacolo, perché Milan e Inter non se le mandano a dire. Leao è ispirato e prova in percussioni velocissime a mandare in affanno la retroguardia nerazzurra: D’Ambrosio c’è, Asamoah dalla parte opposta è un fulmine di guerra. Parte meglio la formazione di Conte, pressing alto, Milan che attende pronto a ripartire con Donnarumma subito chiamato in causa. Equilibrio in campo, ma nessuno si risparmia, ma le occasioni latitano. Meglio le difese sui rispettivi attacchi. Partita a tratti bloccata senza vie di fuga, serve un guizzo. Lo prova Lautaro, ben servito da Sensi, Donnarumma si immola, palla sui piedi di D’Ambrosio che calcia a botta sicura, ma il palo salva il Milan. Senza soluzione di continuità, strappi da una parte e dall’altra, Calhanoglu va in gol ma Doveri non convalida per un precedente mani di Kessie. Ci prova l’Inter, bravo D’Ambrosio in rovesciata, Donnarumma si esalta, D’Ambrosio è lì e la mette dentro: 1-0 Inter anzi, no, perché Doveri fa ricorso al Var che conferma la posizione di offside. Tutto da rifare. Suso è ispirato, senza un tarantolato: ruba palla a un distratto Sensi, si fa sessanta metri palla al piede, vince un rimpallo e colpisce a botta sicura. Salva tutto Asamoah. Ancora Milan al tramonto della prima frazione. Grande spinta di Leao a sinistra, palla in mezzo per la testa di Piatek che però sbaglia l’impatto. Si salva l’Inter. Finisce qui il primo tempo, estremamente equilibrato. Meglio la qualità dell’Inter, Donnarumma straordinario. Godin è di altra scuola, in mezzo i tre tenori nerazzurri si fanno preferire per dinamismo. Il Milan si è affidato per lo più alle giocate dei singoli, due spunti interessanti, ma senza produrre effetti.

Esaltazione Conte Subito Inter in avvio, Milan che si fa schiacciare. Il vantaggio nasce da palla inattiva, Sensi la mette in mezzo, su tutti sbuca Brozovic che la mette dentro. Dovere tentenna, aspetta il Var, va a rivedere l’azione mentre Conte protesta. Alla fine convalida, Inter avanti. La Nord soffia alle spalle dei nerazzurri, Milan frastornato, incapace di uscire. Nerazzurri tonici a caccia del raddoppio con Donnarumma ancora una volta bravo a salvare su Lautaro. Fuori Calhanoglu, dentro Paquetà nel Milan. Inter a fare la partita col Milan che prova a scuotersi, ma l’Inter entra come una lama nella burrosa retroguardia rossonera. Barella e Sensi recuperano palloni in quantità industriali, il Milan fatica, prova a spingere ma non ci sono varchi. Conte richiama Sensi per inserire Vecino, mentre Giampaolo richiama Calhanoglu, dentro Theo Hernandez con Vecino che a prendere Paquetà. La Sud capisce il disagio rossonero e con la voce prova a spingere il Milan. Dentro Politano, fuori Lautaro che ha speso molto.  L’Inter è in totale controllo della gara, Barella ha un guizzo fantastico, ma il tocco sotto misura di Lukaku è da campione puro: 2-0 Inter, nulla da fare per Donnarumma. Dentro Candreva, fuori Barella, mentre Giampaolo richiama Leao, dentro Rebic. Inerzia della partita tutta nei piedi dei nerazzurri quando i minuti scorrono implacabili. Cinque di recupero, l’Inter controlla, il Milan spinge con la forza della disperazione. Non basta e non serve perché è l’Inter ad andare vicina al terzo gol con Candreva che centra il palo con palla che attraversa lo specchio della porta. Vince l’Inter, a punteggio pieno. Cancellata la notte con lo Slavia. Milan da costruire. Per Giampaolo ancora tanto lavoro.