Paolo Dani
C’è il Verona al Bentegodi sulla strada del Milan. Marco Giampaolo continua il suo lavoro per plasmare il Milan a sua immagine e somiglianza. Anche se ci vuole tempo. “Parliamo di due settimane, ora, dove ho allenato sette o otto giocatori. Chi è rimasto si è allenato bene, professionalmente. Chi è andato in Nazionale ha messo minutaggio, quasi tutti hanno giocato una delle due partite. La squadra lavora bene, con entusiasmo, sono rientrati tutti bene. Qualcuno lo ha fatto giovedì: il bicchiere, se è mezzo pieno, lavoreremo per riempirlo. Col lavoro e con la fiducia metteremo a posto tante cose, la squadra fa le cose per bene e mi trasmette fiducia, con entusiasmo. Il tempo metterà a posto le cose, la squadra migliorerà sempre e comunque”.
Verona prima del derby. “Al di là del derby tra sette giorni, è sempre importante vincere. Il fatto che Verona sia un campo storicamente particolare per il Milan mi interessa poco. Credo poco a queste cose: la squadra deve giocare per vincere, sempre, con chiunque. Le vittorie danno autostima e consapevolezza, ma è l’atteggiamento che fa la differenza. E’ sull’atteggiamento che sono convinto, i ragazzi stanno lavorando bene. Il mio Milan? Il Milan è dei ragazzi, non c’è il mio Milan. A me piace che i ragazzi predominino sul gioco, sono i calciatori a fare la differenza. A che punto siamo non lo so ma non c’è mai fine ai miglioramenti: quando pensi di essere arrivato c’è sempre spazio. Il campionato è sempre più equilibrato, le differenze sono sottili, i dettagli spostano gli equilibri: anche con una palla inattiva vinci un campionato. Lavorare sui dettagli farà la differenza unita alla qualità del calciatore. I cambiamenti tattici? Dopo settanta giorni, al di là delle presenze dei vari calciatori, comunque a rate, so come giocare. Ho solo spostato Suso di qua, accentrando Castillejo. Ho solo portato Suso sulla sua mattonella, per agevolarlo. Può giocare trequarti, però, sono convinto che possa ancora farlo. Ho solo spostato questo, è come se facessi giocare mezzala destra o sinistra Hakan. Alcuni hanno il binario, altri meno. Sono sempre convinto che Suso possa giocare lì. Come mi definisco? Un onesto lavoratore della vigna”.
Paquetà e Piatek, due pedine fondamentali per il tecnico. “Paquetà è un giocatore che può fare entrambe le cose, se ho bisogno di un attaccante faccio giocare un attaccante, se ho bisogno di un centrocampista faccio giocare uno con caratteristiche diverse dietro le punte. Le seconde le ha, le prime deve imparare a muoversi da falso attaccante. Mi è piaciuto molto in questi tre giorni dopo la Nazionale. Non deve pensare solo ad attaccare gli ultimi venti metri, giocando un calcio piratesco. Deve saper fare tutto, deve essere completo. Avevo motivato la scelta di André Silva ma Kris può avere quelle caratteristiche: al Milan non si può giocare sempre palla lunga e profondità, al Milan serve palleggiare, giocare la palla. Lo sa fare, gliel’ho visto fare in allenamento. E’ un giocatore completo, deve giocare da giocatore completo. Il gol non deve essere un’ossessione, viene di conseguenza”.