Augusto Riccardi
TORINO Sarà la sua prima gara ufficiale sulla panchina bianconera. Emozioni che Maurizio Sarri tradisce. “Per un allenatore partecipare all’allenamento è tutto. Non è semplice stare fuori, ringrazio lo staff medico che mi ha fatto capire che in quel momento dovevo stare fuori. E’ stato pesante ma l’ho dovuto accettare, nella convinzione che lo staff stava facendo alla grande sia in allenamento che in partita. Non lo considero un esordio ma certamente ritornare a Firenze, che è casa mia, mi fa estremamente piacere”.
Problemi di abbondanza per la Juve. “Parlo di situazione imbarazzante di fronte alle scelte da fare. Avendo la lista Uefa andava fatta una scelta indispensabile, che può essere condivisibile o no ma va fatta. Chiaro che non mi fa piacere perché sono coinvolti due giocatori importantissimi. Ma è anche la grande fortuna di avere una rosa in cui solo un giocatore è indispensabile. Quella di Firenze è una gara importante e in questo momento la nostra attenzione dev’essere risolta al campionato. Poi penseremo alla coppa. Siamo in un momento in cui la squadra deve prendere una sua identità. In questo momento siamo alla ricerca di questo assetto. Noi dobbiamo combattere una piccola difficoltà che è quella di avere tanti giocatori che nell’ultimo periodo hanno giocato pochissimo. Parlo di Khedira, Ramsey ma anche dell’inattività di Rabiot. L’aspetto positivo è che questo gruppo sta lavorando bene, ho detto ieri che mai avevo visto durante la sosta lavorare i giocatori così bene e invece questi ragazzi lo hanno fatto”.
Firenze casa sua, Napoli nel cuore. Però….”Ho sempre detto che la Juventus è la squadra più forte. Ci può essere un episodio o meno, a Napoli abbiamo perso uno scudetto a dieci punti ma uno anche molto vicino. Stando qua mi rendo conto della grande organizzazione di questa società, qua si è capaci di archiviare una vittoria in trenta secondi e pensare alla partita successiva. Mia madre non contenta della Juve? Non era contentissima. Io da piccolo ero tifoso del Napoli ma le origini della mia famiglia erano a cinquecento metri dallo stadio di Firenze. Purtroppo in questo momento ci vedo solo l’ultimo pensiero negativo di averci perso uno scudetto e allora devo rinnovarlo”.
Una Juve ancora non propriamente figlia di Sarri. “Non sono qua per replicare quello che ho fatto in altre squadre. Qua verrà fuori una squadra con caratteristiche diverse. Abbiamo provato certe cose in allenamento, dobbiamo cambiare un po’ la gestione di certi momenti improntandoli sul possesso palla. Questa resterà sempre una squadra più fisica rispetto ad altre che ho avuto in passato”.
Ci saranno rotazioni in vista anche della Champions. “A Napoli era una scelta, dettata dalla competitività. Al Chelsea era una rotazione molto forte, all’inizio in Europa League e poi veniva fatta più in campionato. Non è mai stata un’abitudine forte ma una scelta. In questo momento non credo siamo pronti a una rotazione feroce. Cominciamo a cambiare uno per reparto ma l’idea è quella di avere undici giocatori interscambiabili”.
Juve a caccia di un vice Pjanic che Sarri ha già individuato. “Sono curioso di Bentancur. Può fare due ruoli, in questo momento sta facendo il vertice bassi e in questo momento le mie sensazioni su di lui sono importanti. Ramsey? Qualche settimana era molto indietro rispetto ai compagni dal punto di vista fisico. Negli ultimi dieci giorni ho visto dei passi in avanti. Non è ancora al massimo ma se l’evoluzione sarà questa può tornare presto a un alto livello. Giocatore tecnico, la collocazione dovrà essere quella giusta per le sue caratteristiche. Lo vedo più interno di centrocampo ma può fare anche altri ruoli. La squadra sta bene, ma qualcosa va rivista. Per esempio quando aspetti una squadra tecnica come il Napoli dentro l’area il rischio c’è. Chiaramente non siamo ancora al top della condizione. Ma domani conterà relativamente”. Già perché a Firenze Sarri vuole vincere, per lanciare in orbita la Juve e cancellare l’amarezza della sconfitta ai tempi del Napoli.