La Roma presenta Mancini: “Qui per fare il massimo”

Altro giro, altra presentazione, perché oggi a Trigoria è stato il giorno di Gianluca Mancini, difensore classe 1996 arrivato dall’Atalanta. Ad introdurlo Morgan De Sanctis. “Gianluca Mancini è un difensore giovane, italiano, nel giro della nazionale. Ha tutte le caratteristiche che cercavamo: sa difendere e iniziare l’azione, ha finalizzazione importante e margine di miglioramento. Per questo abbiamo investito su di lui”.

Il ragazzo, già nel giro della Nazionale dopo l’ottima stagione all’Atalanta, non mostra incrinature. “Ho ancora da fare molta strada, sono all’inizio. Ho fatto un buon campionato, ma c’è tanto tempo per migliorare. Sono contento di essere qui per migliorare in tante cose. Nella rapidità, nelle marcature, a volte anche a zona, essendo abituato a marcare a uomo. Ho caratteristiche in cui sono a mio agio, per altre devo lavorare molto”.

Ha già parlato con Fonseca che gli ha spiegato cosa vuole da lui. “Il mister mi ha parlato e mi ha detto delle situazioni tattiche per noi difensori. Difesa alta, grande pressing, ma anche circolazione di palla e saper impostare dal basso. Ci sono tanti che mi hanno impressionato, è una rosa molto forte. Kolarov mi faceva impressione, ancor più allenandoci insieme. Spinazzola ha detto che Fonseca somiglia a  Gasperini? Ho fatto 5 allenamenti, ma posso dire che è vero. Rivedo in lui qualcosa di Gasperini, poi ognuno ha le sue idee. Come intensità, come dispendio fisico molto”.

Nessun dubbio invece di lasciare l’Atalanta e soprattutto la Champions. “A Bergamo ho passato due anni bellissimi. Non ho avuto nessun dubbio, vestire questa maglia è motivo di orgoglio, ripaga di tanti sacrifici. Il mister ti prepara al meglio, all’Atalanta eravamo un blocco unico. Non posso rispondere su cosa farò, solo che darò il massimo per questa maglia, spero di raggiungere grandi risultati. Con Gasperini ci siamo sentiti e mi ha solo detto in bocca al lupo”.

Fonseca lo ha già conquistato. “Quello che mi piace del mister è non aver paura di giocare dal basso. Vedo anche io il calcio aggressivo, alto, prendere l’avversario alto, perché sono doti che sento di avere. Nel mondo del calcio pressione ci deve essere, ma giusta, positiva, non quella di sbagliare. Facciamo il mestiere più bello al mondo, faccio parte di una squadra fantastica, pressione positiva. Gli piace giocare in pressing, stare alti con la linea, non avere paura di rimanere alti. Eravamo abituati a scappare quasi sempre, lui ci dice di non avere paura, per far ragionare meno l’avversario. Mano mano che vado avanti cercherò di capire qualcosa in più. Il modo di difendere? Sono abituato a giocare a 4, all’inizio può esserci qualcosa, sta a me capire quello che vuole il mister. Juan e Fazio sono due grandissimi giocatori, devo imparare e migliorare da loro. Deciderà il mister”.

Passaggio su De Rossi. “Non la devo raccontare io. Lo seguivo quando avevo 10 anni, l’ho visto vincere il mondiale, quello che ha fatto è straordinario. Essere in questo club è un motivo di orgoglio, per onorare al meglio la maglia”.

 

 

 

 

 

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