Di Biagio si dimette dall’Under 21: “Colpa mia, ma non è un fallimento”

È un addio, quello di Luigi Di Biagio, abbastanza ovvio dopo l’eliminazione di una Nazionale under 21 partita con i favori del pronostico e non arrivata neppure alla semifinale. Ma rivendica non solo l’onestà intellettuale e dunque il fatto che non si possa parlare di disfatta, perché l’Italia ha giocata alla pari con tutte le migliori nazionali, ma soprattutto per aver fatto cambiare mentalità ai ragazzi, ora pronti ad un assetto tattico non solo offensivo, ma sempre propositivo. “In senso assoluto – ha detto l’ormai ex ct degli azzurrini in una conferenza stampa all’Admiral Hotel di Zola Predosa (Bo)- ho fatto un ottimo lavoro, se l’obiettivo era rilanciare il calcio italiano e competere con le massime squadre europee, con tanti ragazzi che vanno in nazionale A. Poi le note dolenti che sono quelle dell’Europeo. Non posso essere contento. Ma non si parli di fallimento perché è così se non si gioca e non si calcia in porta. Per questo dal 1° luglio non sarò più allenatore. La mia esperienza finisce qui. Ringrazio tutti, da Sacchi, Abete, a Viscidi, che mi ha dato l’opportunità di crescere e fare una bella esperienza”. Poi ha continuato: “Il responsabile principale sono io. Mi fa piacere che si dica che per tre partite la squadra ha giocato bene, che ha fatto più tiri in porta di tutti e subito meno tiri. Nella mia esperienza, per l’80% delle partite abbiamo giocato meglio degli altri. E quando si dice che non giochiamo a calcio, che i ragazzi non corrono e il gioco non ha un senso logico, la gente è in malafede”. “Sicuramente richiamerei i sei arrivati dalla Nazionale A, ma non erano al meglio e hanno dovuto fare allenamenti specifici. Inoltre ho prestato all’under 20 qualche giocatore che purtroppo non è tornato. Abbiamo 50 giocatori tra under 19, 20 e 21 e abbiamo ottenuto ottimi risultati”. L’ex centrocampista di Roma e Inter, dopo aver ripercorso brevemente le sue esperienze all’Europeo di categoria, è pronto per nuovi percorsi: “Dal 1° luglio sono sul mercato. Finora per rispetto della federazione non ho risposto ai club che mi hanno cercato a febbraio o marzo. Ora se qualcuno mi chiama sono disponibile sia per la A che per la B. Non conta la categoria ma la motivazione. Comunque avrei lasciato al 99,99% per motivi di stimoli. Certo, le Olimpiadi sarebbero stato uno stimolo, ma avrei dovuto pensarci. Ora ho lo stimolo per affrontare altre avventure. La cosa principale che i maestri ci hanno lasciato è che non conta se vinci ma come vinci. Abbiamo cambiato la mentalità dei ragazzi, che con la Spagna andavano a pressare il portiere. L’idea del doppio playmaker per la prima squadra, mi ha detto Mancini, gli è venuta guardando noi. Credo quindi che la cosa più importante sia stata far cambiare ai ragazzi la mentalità. La partita di ieri tra Romania e Francia? L’abbiamo guardata durante il pasto dopo l’allenamento. Io ci ho sempre creduto e anche ieri ci credevo”. Poi una battuta su Kean e Zaniolo: “Un allenatore deve lasciare dentro e fuori qualcosa. È stato un rischio e per me sono come figli. E quando punisci i figli stai male. Ma loro hanno chiesto subito scusa. Ho avvisato subito Mancini e il presidente ma quello che mi hanno detto un giorno ve lo racconterò”. Di Biagio prosegue la sua disamina con una autocritica: “Il salto di qualità lo devo fare io perché se giochiamo bene e non vinciamo la colpa è mia. Loro devono migliorare ma in discussione mi devo mettere io. L’unico messaggio che posso mandare è che i giovani abbiano più spazio visto che solo il 33% di loro gioca nelle loro squadre. Però se i giovani non giocano non sarà solo colpa degli allenatori”. Tornando alle partite dell’Europeo: “Non farei scelte diverse perché se si conclude così tanto in porta faccio fatica a fare cambi perché la squadra gira. Forse nel secondo tempo con la Polonia avremmo potuto fare traversoni bassi e non cross alti. Ma non mi rimprovero nulla. Chi vince l’Europeo? Avevo detto noi, l’Inghilterra e le tre rimaste. Mi sento che la finale possa essere Germania-Spagna. L’Italia è fuori dall’Europeo perché con la Polonia ci è mancato qualcosa. Colpa solo nostra alla quale non si può rimediare”.

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