Euro2020. Italia travolgente ad Atene: asfaltata la Grecia

dall’inviato

Massimo Ciccognani

ATENE Bella e possibile. E’ la Nazionale di Roberto Mancini che supera a pieni voti anche l’esame di greco e vola imperiosa in testa al gruppo J a più 3 sulla Finlandia che oggi ha liquidato la Bosnia per 2-0, mentre bosniaci e greci rimangono staccati con soli quattro punti. Timori che si sciolgono come neve al sole. L’Italia c’è ed è bellissimo vederla giocare. Autoritaria, decisa, soprattutto con un gioco avvolgente capace di coprire tutte le zone del terreno di gioco. Grecia schiacciata da una superiorità tecnico-tattica, mai in discussione. Finisce 3-0 per effetto dei gol di Barella, Insigne e Bonucci.

Così al via Anastasiadis conferma il collaudato 3-5-2 con Slovas, Manolas e Papastathopoulos davanti a Barkas. Mosouras e Kolovos in prima linea. Occhio a Samaris esterno destro. Mancini si affida invece al suo 4-3-3. Tra i pali c’è Sirigu, confermati Florenzi ed Emerson Palmieri sugli esterni con Bonucci e Chiellini coppia centrale. In mezzo il trio collaudato formato da Barella, Jorginho e Verratti. Davanti con ci sono nè Bernardeschi nè Quagliarella, con un tridente formato da Chiesa, Belotti e Insigne. Arbitra l’inglese Taylor. Stadio Olimpico di Atene semideserto, appena ventimila spettatori.

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Mentalità da grande Gli Azzurri seguono alle lettera le parole di Mancini: “Siamo l’Italia e dobbiamo solo pensare a vincere”. Il primo tempo è un monologo azzurro, perché in  mezzo Jorginho e Verratti prendono subito in mano il boccino del gioco, Barella fa stropicciare gli occhi al proprio presidente. Personalità che conferma di uscita in uscita. davanti le trame sono piacevoli, come gli inserimenti di Emerson Palmieri che si trasforma in attaccante aggiunto. L’Italia pressa alto, ma senza sforzarsi, ragiona e gioca a terra, come si conviene alle grandi squadre. La Grecia deve cambiare atteggiamento tattico, pensare a difendersi e provare a ripartire in controgioco,  ma pericoli dalle parti di Sirigu non arrivano mai. Attacca a pieno organico l’Italia e anche Florenzi non disdegna uscite preziose senza mai dimenticare di non perdere di vista Stafydis. E’ un’Italia che piace e ci mette poco per inserire la marcia giusta. Belotti si muove sull’intero fronte d’attacco e scambia piacevolmente con Insigne. E’ la fascia sinistra dove l’Italia prende il sopravvento con Emerson che ne crea una dietro l’altra. La prima palla buona capita sui piedi di Belotti innescato da Emerson, conclusione da dimenticare. Ma il gol è nell’aria e puntualmente arriva. Belotti sfonda centralmente, salta Manolas e tocca a rimorchio per l’accorrente Barella che a porta spalancatan non sbaglia: 23′ e Italia avanti. La Grecia accusa il colpo e l’Italia continua a premere coi tempi giusti. Giro palla costante e cambio passo ai venti metri. Il raddoppio è una perla di Lorenzo Insigne che si inserisce coi tempi giusti, controlla prima di piazzarla dalla parte opposta. Che gol il napoletano: 2-0 dopo appena mezz’ora con la Grecia impassibile, sulle gambe, incapace di reagire. E l’Italia che sente l’odore del sangue della preda ferita e piazza il terzo go a stretto giro. Centro dalla sinistra del solito Emerson, svetta imperiosa la testa di Bonucci, indisturbato, che ha persino il tempo, si fa per dire, di farsi un selfie con il portiere greco: e siamo 3-0 in un primo tempo di grande qualità e personalità degli azzurri, senza sbavature, nessuna concessione agli ellenici che pure, alla vigilia ci credevano, eccome. Rischia il quarto gol la Grecia, con Barkas che prima si supera su Barella  e poi sulla conclusione dell’accorrente Insigne. Solo Italia e atmosfera spettrale all’Olimpico: Grecia non pervenuta, dominio azzurro persino imbarazzante.

Accademia azzurra Doppio cambio in avvio di ripresa per Anastasiadis: dentro Mavrias e Siopis per Kolovos e Kourbelis per provare a risvegliare i suoi dal lungo torpore dei primi quarantacinque minuti. Un po’ di brio ma nulla più, perché l’Italia è salda e concede praticamente nulla. Catena di sinistra che funziona a meraviglia con Emerson Palmieri e Insigne che spingono come addannati e d alì nascono i maggiori problemi per una Grecia piccola e fragile che dimentica negli spogliatoi geometrie e quel buono che aveva fatto vedere nelle prime due uscite. Merito dell’Italia che ha condotto una gara mai speculativa, ma sempre impostata sul gioco, sulla qualità dei singoli e di un collettivo che si è mosso alla perfezione fino a ridurre ai minimi termini gli avversari. Cambia anche Mancini, richiamando l’immenso Emerson Palmieri per fare posto a De Sciglio. La Grecia vuole chiudere dignitosamente e nella parte discende del match si fa vedere dalle parti di Sirigu che esce fuori dall’inoperosità, andando a chiudere su una conclusione velenosa di controbalzo di Fortounis. Ma è Insigne a sfiorare il poker, bravo stavolta Barkas a chiudergli lo specchio della porta. Jorginho,  sbaglia un retropassaggio, innescando il controgioco greco, ma Masouras perde l’attimo, poi Siopis calcia in curva. E sul ribaltamento di fronte è Chiesa a sparare altissimo da buona posizione. Fuori Verratti dentro Lorenzo Pellegrini e poi Bernardeschi rileva Belotti ad una manciata dalla fine. Barkas dice no ad un missile di Florenzi e poi più nulla fino alla fine. Trionfa l’Italia di Mancini che al di là dei tre gol segnati, ha messo in vetrina un gioco piacevole e armonioso. Italia imbattuta a punteggio pieno dopo tre partite con 11 goil segnati e nessuno subito. Un nuovo inizio. Il lavoro di Mancini comincia a vedere e a dare i suoi frutti. E’ un’altra Italia, bella e possibile.

BRIVIDO AZZURRO di Piero Mirigliano

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