Champions. Delirio rosso: trionfa il Liverpool, il Tottenham si inchina

Massimo Ciccognani

MADRID E’ rosso il cielo sopra Madrid. Il Liverpool batte due a zero al “Metropolitano” il Tottenham e si porta a casa la sesta coppa dei Campioni della sua storia. I Reds tornano sul tetto d’Europa quattordici anni dopo l’impresa di Istanbul, la pazzesca rimonta sul Milan. La decidono i gol di Salah in avvio e di Origi nel finale che mette il punto esclamativo sul match. Jurgen Klopp sfata il tabù Champions e un anno dopo la sconfitta di Kiev il Liverpool torna sul tetto d’Europa. Il derby inglese del Wanda Metropolitano incorona i Reds, che dopo aver battuto il Tottenham due volte su due in Premier concedono il tris nella calda serata madrilena. E poi l’apoteosi rossa, il delirio della gente di Liverpool, il riscatto di Klopp che in una notte cambia l’etichetta da perdente in vincente di successo. Mastica amaro Pochettino e il Tottenham, ma la vittoria del Liverpool è netta e indiscutibile.

Le scelte dei due tecnici Nel Tottenham, c’è Kane, 53 giorni dopo l’infortunio alla caviglia. Buona notizia per Pochettino che ritrova la sua stella. Winks vince il ballottaggio su Wanyama a centrocampo, insieme a Sissoko. E alle spalle dell’Uragano, immancabile il terzetto formato da Alli-Eriksen-Son. Anche nel Liverpool tantissime conferme, con la sola eccezione di Keita infortunato che salta l’ultimo atto. Klopp ritrova in un colpo solo Firmino (Milner rimane in panchina) e Momo Salah. A centrocampo Fabinho insieme a Henderson e Wijnaldum, eroe della rimonta contro il Barcellona. Tottenham in campo con il 4-2-3-1: Lloris tra i pali, Trippier e Rose sugli esterni di difesa, Alderweireld e Vertonghen centrali, Sissolo e Winks a fare da schermo davanti alla difesa, con Son, Erikssen e Delli Alli alle spalle di Harry Kane. Tradizionale il 4-3-3 di Klopp: Alexander-Arnold, Matip, van Dijk e Robertson davanti ad Alisson. In mezzo la qualità di Henderdson, Fabinho e Wijnaldum, davanti il trio delle meraviglie, Salah, Firmino, Manè. 

Subito Salah Un minuto di silenzio per ricordare lo sfortunato José Antonio Reyes scomparso nelle ore precedenti il match in un incidente stradale. Spettacolo puro sugli spalti e cado asfissiante su Madrid. Ma è un avvio da incubo per il Tottenham perché al primo affondo il Liverpool cambia subito la partita.  Sono passati appena 25 secondi quando Manè scatta sulla sinistra, la rimette in mezzo ma Sissoko in maniera maldestra allarga troppo il braccio e Skomina non ha dubbi nell’indicare il dischetto, confermato anche dal Var. Dagli undici metri Momo Salah, freddo, glaciale, Lloris intuisce ma non ci arriva, Liverpool subito avanti. E’ il quinto gol in dodici gare per l’ex Roma. Prova subito a rientrare il Tottenham, azione manovrata, ragionata, cercando l’imbucata per Son che è l’uomo che può spaccare la partita. Liverpool attento, coperto e ripartente veloci a saltare la difesa alta degli Spurs, von Manè che è una spina nel fianco della retroguardia londinese, Trippier ci mette più di una pezza.

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Fuori programma Minuto diciotto, Tottenham che attacca, quando Skomina è costretto ad arrestare il gioco per l’invasione di campo di una ragazza in costume da bagno, con tutte le sue grazie in evidenza. Due minuti di stop, tempo necessario agli steward del Wanda Metropolitano di bloccarla e far riprendere il gioco.

Spurs determinati E’ il Tottenham a fare la partita, ma gli spazi sono chiusi. Gran duello sulla fascia destra di difesa del Liverpool, dove Arnold arrota i bulloni per tenere Son e al tempo stesso è bravo nel proporsi in fase offensiva. Non è la classica sfida di Premier, ritmi bassi, misurati gli errori. Evanescente Sissoko, ancora con la testa al grave errore che ha portato al vantaggio dei Reds. Palle gol pari allo zero, ci prova Delli Alli a cercare l’imbucata giusta, sempre chiuso dall’attenta retroguardia del Liverpool. Tottenham in costante pressione, tiene di più la palla ma manca il guizzo davanti dove si muove Kane che protegge il pallone per poi liberare un compagno al tiro, ma maglie rosse sempre più chiuse. Liverpool bravo nell’attendere e ripartire con Lloris che deve esaltarsi per smanacciare in angolo una conclusione rabbiosa di Robertson. Il Tottenham prova a prendere coraggio, ma non graffia col Liverpool che chiude bene. Poco incisivi finora gli avanti di Pochettino. Eriksen dal limite ha la palla buona, conclusione da dimenticare. Possesso palla al limite dell’inutilità per il Tottenham, Matip francobolla Kane, Son e Alli si accendono a intermittenza. E all’intervallo decide il gol di Salah. 

Pressione Spurs Si riparte col Tottenham che vuole subito cominciare a mettere pressione al Liverpool alzando il baricentro. Spinge forte la formazione di Pochettino ma non trova i tempi giusti nelle uscite, Liverpool  comunque in affanno, complice qualche distrazione di troppo. Ma le ripartenze dei Reds sono micidiali, Salah e Manè sgusciano con irrisoria facilità nella maglie bianche degli Spurs. La partita si apre, Delli Alli si fa murare da due passi, ma adesso è un’altra partita. Più aperta e spettacolare, da calcio inglese, senza tatticismi. Deve abbassarsi Salah in fase di non possesso e dare una mano, ma adesso il Tottenham spinge a pieno organico. Un’ora di gioco e Klopp richiama Firmino, impalpabile, mai iniziativa a sostegno di Manè e Salah, troppo fermo e dentro Origi. E a stretto giro dentro anche Milner al posto di Wijnaldum. Van Dijk dietro regala sicurezza e dirige con maestria i suoi, coprendo anche i compagni nei momenti di difficoltà. Cambia, finalmente, anche Pochettino che richiama Winks inserendo Moura, fuori un centrocampista per un attaccante per un Tottenham molto offensivoSpinge bene Arnold allentando la pressione, Milner sininserisce bene senza palla tra le linee. Cerca la sorpresa il Liverpool. Manè è scatenato, accelerazione pazzesca poi mancino di Milner che si perde di poco fuori. Partita che si apre, Tottenham che ha nulla da perde e si sbilancia, Liverpool stanco, squadre lunghissime.  

Finale all’arma bianca Alli ha la ghiottissima palla per firmare il pari, destro a giro troppo morbido, Alisson c’è. Il caldo si fa sentire, squadre stanche mentre dalla sud del Metropolitano sale l’urlo della marea rossa. Son è un fulmine di guerra, entra coi tempi giusti, chiuso al momento della conclusione dal monumentale van Dijk. Che finale. Pressa alto il Tottenham, Eriksen dipinge ma il Liverpool fa buona guardia anche se le maglie adesso sono larghissime. Klopp si copre e chiama il 4-4-2 per evitare imbucate centrali che rischiano di diventare pericolose. Ma non ci sono spazi. Ci prova Alli di testa, senza convinzione. Le freccerjosse di Klopp provano ad allentare la pressione, ma il Tottenham spinge sempre con grande convinzione. Fuori anche Sissoko, dentro Dier. E gli Spurs vanno vicino al pari con Alisson che si esalta prima su Son poi su Moura, ma che occasione.  Si difende a denti stretti il Liverpool, mentre prova il tutto per tutto Pochettino. Dentro Llorente all posto di Delli Alli. Ancora l’ex Roma Alisson protagonista, con il brasiliano che si distende alla sua sinistra per smanacciare una punizione velenosa di Eriksen. 

Fine dei giochi Ti aspetti l’assedio Tottenham e invece arriva il guizzo Liverpool che la chiude ad una manciata dalla fine. Batti e ribatti nell’area Tottenham, palla a Origi decentrato a sinistra, gran mancino incrociato sul quale può nulla Lloris. E il Liverpool si prende la Champions. Cinque minuti di recupero, con l’inerzia che adesso è tutta dalla parte dei Reds, doppio vantaggio che inevitabilmente ha finito con lo spegnere le ultime risorse ed energie degli Spurs. Che ci provano lo stesso con la forza della disperazione, ma Alisson chiude ogni varco e conserva quello che Salah e Origi hanno creato. Vince il Liverpool, meritatamente. E a Madrid è delirio rosso.

Leggenda Liverpool “You’ll Never Walk Alone” che riecheggia al Wanda Metropolitano come nelle vie di Liverpool, con l’entusismo di una squadra che non si è mai sentita sola. Che lo scorso anno a Kiev ha sfiorato la grande impresa, che quest’anno ha tenuto testa al City nella corsa al titolo e che ha ottenutoi il giusto e mertato premio per un lavoro che parte da lontano, ma soprattutto che premia la qualità di un uomo, Jurgen Klopp che si è commosso ma che ha finalmente raggiunto un traguardo storico che sa tanto di leggenda. 

“When you walk through a storm
Hold your head up high
And don’t be afraid of the dark
At the end of a storm
There’s a golden sky
And the sweet silver song of a lark
Walk on through the wind
Walk on through the rain
Though your dreams be tossed and blown
Walk on, walk on
With hope in your heart
And you’ll never walk alone”