Dopo la vittoria contro la Fiorentina, domani sera torna in campo l’Inter di scena nuovamente a San Siro. A far visita ai nerazzurri arriva il Cagliari di Maran reduce dal pari contro la Sampdoria. Superato a pieni voti (almeno sotto l’aspetto dei risultati) il primo intenso tour de force della stagione, serve ora dare continuità. Senza alcuna ombra di dubbio, per non farsi trovare impreparati è fondamentale aggiustare e mettere a punto i tasselli nei settori della costruzione del gioco e della fluidità nella manovra. Va detto inoltre che la partita contro i sardi, è una ghiotta opportunità per poter rosicchiare punti a una tra Juve e Napoli o ad entrambe in caso di pareggio tra le due. Spalletti alla vigilia è stato chiaro parlando anche della situazione degli acciaccati. “E’ la settimana della verità. Veniamo da un ciclo di partite durissimo che pesa sulle energie fisiche e mentali. Dobbiamo essere bravi a sfruttare le occasioni e migliorare ancora di più la classifica. Ho bisogno del coinvolgimento di tutta la rosa. Per questi motivi è importante il ritorno di Lautaro Martinez, un giocatore caratterialmente tosto capace di essere un terminale offensivo e di comunicare con la squadra. Nainggolan? Da 1 a 10 sta esprimendo la sufficienza, può essere ancora più incisivo. Vrsaljko potrebbe non recuperare prima della sosta, è riuscito ad effettuare esercizi di forza e dinamica ma ora deve passare al campo. Dobbiamo valutarlo. D’Ambrosio sta facendo benissimo ma giocandole tutte rischia di affaticarsi troppo”. Spalletti ha poi risposto ad alcune domande inerenti il libro di Totti e le polemiche per il rigore di martedì. “Mi aspettavo la domanda su Totti. Questo argomento non è pertinente alla conferenza, ai tifosi e alla squadra interessano altre dinamiche. Come ho già detto leggerò il libro con calma, ora non c’è tempo. Sono affezionato a Firenze anche perché ho tanti amici di infanzia che tifano i viola. Sul rigore? Hugo la prende nel carpo della mano e poi il pallone gli va a sfiorare le dita, è netto il fallo”. Ha poi concluso. “Bisogna ritornare ad essere bambini nel vedere ed interpretare il calcio. Il tifoso la vive in questo modo. Se stiamo lottando per certi obiettivi, vuol dire che ce lo meritiamo. Dobbiamo regalare sogni ai nostri tifosi”.