Massimo Ciccognani
BOLOGNA Si ricomincia. Domani a Bologna, stadio Dall’Ara, 20.45, c’è la prima ufficiale della nuova Nazionale di Roberto Mancini contro la Polonia, primo match della neonata Nations League. Un Mancini sereno ma visibilmente emozionato, esattamemte come quando aveva 16 anni ed esordì proprio su questo campo. “Quando ho esordito a 16 anni qui ero molto emozionato. Domani sarà la prima partita ufficiale con la Nazionale e sarà un’altra grande emozione”. Dalle amichevoli si passa alle partite che contano. Il Mancio annuisce. “Credo che sia meglio giocare per i tre punti invece di fare amichevoli. Credo che possa servire soprattutto a noi, che abbiamo ragazzi giovani. COmunque sono calciatori che giocano nel campionato italiano e sono esperti. L’asticella si alza, perché ci sono in palio punti imporntati. Il nostro gruppo è formato da nazionali sulla carta più forti di noi. L’obiettivo però è vincere questo gruppo. Dobbiamo cercare di far bene da subito. Dobbiamo fare il massimo, sapendo che non sarà facile perché siamo all’inizio e i giocatori han giocato poco. E’ un tornao che può darci delle soddisfazioni se ci mettiamo qualcosa in più”. Si ricomincia dopo il flop mondiale, amarezza che è ancora viva nel clan azzurro. Da dimenticare in fretta. Di formazione non parla, anche se l’ha già decisa. “Ho già deciso la formazione, ma prima è meglio che la sappiano i giocatori. Le condizioni dei singoli? Criscito sta un po’ meglio. Arriva da un problema che ha avuto un mese fa, ma è a posto fisicamente. Balotelli è uno di quelli che finora ha giocato meno in questo avvio di stagione e questo mi preoccupa, ma dopo solo tre giornate, quasi tutti non sono al 100%. Qualche cambio lo farò a seconda delle esigenze, ma è normale”. Sguardo anche al modulo. “Non è importante il modulo, ma l’atteggiamento. Non c’è un modulo perfetto, con cui si vince sicuro. Sarebbe troppo bello se ci fosse. Ma, ripeto, non è importante il modulo, ma l’atteggiamento con cui la squadra va in campo. Noi dobbiamo giocare per attaccare e vincere. Speriamo di farlo più in fretta possibile, l’Italia non si è qualificata non facendo gol alla Svezia, alle volte capita di non segnare le occasioni”. Accanto a lui Giorgio Chiellini, nuovo capitano azzurro. “Mi ritengo uno dei capitani di questa Nazionale. Anche De Rossi e Gigi sono ancora in attività. Spero di essere d’aiuto ai più giovani con la mia esperienza e l’abitudine a giocare a certi livelli. Proverò a far capire loro cosa serve per giocare a certi livelli. Ho trovato tanto entusiasmo e talento. Dobbiamo crescere e farlo in fretta”. Giorgio è uno dei reduci della mancata qualificazione al mondiale. Voleva smettere poi… “Vista l’età, ho pensato di mollare. Ma poi ho pensato ad andare avanti. Qui c’è entusiasmo. In un gruppo serve esperienza, ma l’entusiasmo dei giovani serve a trascinare tutto. Qualche valutazione l’ho fatta e mi sono confrontato con amici e persone care, tra cui anche Buffon. Per me la Nazionale non è unca osa che si può rifiutare. Spero di essere utile più a lungo possibile, ma non sarò mai un problema per questo gruppo. Spero di lasciare qualcosa in eredità, ma finché ci sarò darò tutto al 100%”. Obiettivo le 100 presenze in azzurro. “Non mi sono mai posto dei limiti. Sono contento di essere qui, che Mancini mi abbia chiamato. Se poi a ottobre non verrò più convocato, sarò comunque contento. Non mi do delle scadenze, vivo alla giornata e le 100 presenze non sono una priorità. Posso finire anche a 96 o 97 ed essere ugualmente orgoglioso del mio percorso”.