Massimo Ciccognani
MILANO La vince il Milan all’ultimo respiro quando alla fine dei cinque di recuperi concessi da Guida mancava solo una manciata di secondi. La decide il neo entrato Cutrone subentrato a tre dalla fine al posto di Bonaventura, bravo a sfruttare un assist al bacio di Higuain e con l’interno destro a bruciare Olsen. Ma che responsabilità l’intera retroguardia giallorossa. Sotto la pioggia rossoneri e giallorossi giocano una partita decisamente bruttina. Primo tempo milanista confortato dal gol di Kessié, ripresa più giallorossa con il pari targato Fazio. E proprio quando l’1-1 sembrava cosa fatta, il gol dell’uomo della provvidenza rossonera che spedisce all’inferno la Roma e premia un Milan che fino alla fine ci ha creduto. Gattuso si affida al suo 4-3-3, rimandato però l’esordio di Caldara. Davanti a Donnarumma nei quattro di difesa, Calabria a destra, Rodriguez a sinistra, Musacchio e Romagnoli centrali. In mezzo Kessie e Bonaventura ai lati di Biglia, mentre davanti Suso e Calhanoglu a sostegno di Gonzalo Higuain. Di Francesco cambia moltissimo e sceglie la difesa a tre con Fazio, Manolas e Marcano, nei quattro in mezzo Nzonzi e De Rossi centrali, Karsdorp e Kolarov esterni. Pastore trequartista alle spalle di Dzeko e Schick nel nuovo 3-4-1-2 giallorosso che si trasforma in difesa a cinque in fase di non possesso. Piove a dirotto su San Siro, ma il terreno regge bene. Un primo tempo al di là della noita. Diciamolo subito, bruttissima partita. Meglio però il Milan, qualche buon fraseggio, possesso palla e qualche imbucata però mai finalizzata. Manca qualcosa ai rossoneri nell’ultimo passaggio. Suso e Calhanoglu spingono con sufficiente disinvoltura (più lo spagnolo che il turco), Bonaventura si muove bene tra le linee, ma è tutto funo e poco arrosto. Higuain fa reparto da solo, ma non basta e anche in questo avvio di partita si è denotata la necessità di un uomo che sappia là davanti parlare la stessa lingua. Non pervenuta la Roma, subito in sofferenza sul pressing, poi non troppo accentuato rossonero. Dietro i giallorossi ballano, Fazio è ancora lontano parente del difensore ammirato la passata stagione. Postumi da mondiale. Nzonzi è un muro, De Rossi ci prova, Pastore giusto qualche lampo e al tempo stesso lascia troppo spazio a Biglia. Davanti nessuna palla giocabile. Si esalta Olsen in casa giallorossa, prima per ribattere una conclusione di Suso poi una rasoiata di Higuain che aveva trovato lo spazio per battere a rete. La Roma fatica ad uscire e il Milan la incalza, ma per passare c’è bisogno di una disattenzione di Fazio che si fa uccellare da Rodriguez bravo con una finta a sbilanciarlo e metterla dentro, palla che attraversa lo specchio della porta e trova libero dalla parte opposta Kessié che col piattone la mette dentro. Il primo tempo di Milan-Roma è tutto qui. Poco, decisamente. Rossoneri più vogliosi, Roma incapace di dare senso alla sua manovra. Che non riparte mai.  Cambia subito all’intervallo Di Francesco. Dentro El Shaarawy per Marcano con la Roma che torna a quattro dietro con Fazio che torna a far coppia con Manolas, Karsdorp e Kolarov arretrati sulla linea dei quattro. Ed è di nuovo 4-3-3.  Dzeko non approfitta di un regalino della retroguardia rossonera e spara alta da posizione centrale, poi è Donnarumma ad uscire a valanga fuori area per chiudere su una percussione di El Shaarawy lanciato a rete. Adesso la Roma spinge ma Schick non incide, non trova la posizione e sembra quasi un corpo estraneo. Biglia, dopo gli errori di Napoli, si prende la scena. Partita adesso più vivace e Fazio si fa perdonare l’errore in occasione del vantaggio rossonero con un destro chirurgico da fuori, che si infila sull’angolino più lontano alla destra di Donnarumma, ma pessimo il rinvio di Calabria: 1-1 con mezz’ora da giocare. Ma non c’è il tempo di festeggiare il pari che il Milan in controgioco con la Roma sbilanciata, ritrova il vantaggio, anzi no perché Higuain, lanciato in campo aperto da Bonaventura, brucia Olsen in uscita, ma l’occhio del grande fratello Var dice che era partito in posizione irregolare. Decide il Var, gol annullato. Fuorigioco millimetrico. La partita si apre, con la Roma che adesso prova a dare senso alla sua manovra e rossoneri pronti a sfruttare il controgioco. Fuori Pastore, deludente, dentro Cristante. Dentro Laxalt per Rodriguez nel Milan, con Gattuso che chiede più spinta sull’esterno negli ultini quindici minuti di gara, mentre Di Francesco richiama Karsdorp per Santon. La Roma spinge sospinta da un El Shaarawy spumeggiante e trova il vantaggio su palla inattiva con Nzonzi a centro area la mette dentro in mischia aiutandosi con il braccio. E anche stavolta il Var decide, giustamente, per l’annullamento. Ultimi dieci minuti con Castillejo in campo al posto di Calhanoglu che si è spento strada facendo. Squadre allungate in questo finale, può succedere di tutto. E succede proprio quando il cronometro aveva iniziato l’ultimo giro di lancette. Gran giocata di Higuain, palla filtrante per il baby Cutrone, interno destro e San Siro che diventa una polveriera. Bravo Milan a crederci fino alla fine, ancora una Roma indecifrabile, passata da un primo tempo anonimo con un atteggiamento tattico mai provato prima, con una condizione fisica approssimativa, con troppi giocatori che in campo passeggiano, ad una ripresa più generosa, ma troppo lontana dalla vera Roma. Bravo Milan a crederci e a conquistare tre punti d’oro. Adesso la sosta che servirà al Milan per crescere, alla Roma per riflettere.