Premier / Il derby di Manchester è del City: Guardiola batte ancora Mourinho

Simone Dell’Uomo

Sempre più City, sempre più Guardiola, sempre più il trionfo del calcio estetico in un paese dove forza fisica e velocità l’hanno sempre fatta da padrone. Vincono i poeti di Pep, vince il fraseggio stretto, vince il calcio totale di un allenatore che ha rivoluzionato questo sport come Crujff e Sacchi. Il Manchester City vince il derby di Manchester, e lo fa dimostrando la sua superiorità in un campionato fin qui straordinario. Nonostante le scelte di Mourinho, scelte particolarmente offensive grazie al ritorno alla difesa a 4 ed al ballottaggio Martial-Rushford sciolto lanciando entrambi dal primo minuti, il City tanto per cambiare la fa da padrone, senza però riuscire a creare vere palle gol. Il derby si sblocca alla fine della prima frazione di gioco: corner dalla destra, deviazione e Silva porta avanti gli ospiti con un tap-in da pochi passi. Il City spreca diversi contropiedi e prima dell’intervallo arriva il pareggio: errore di Delph, coraggiosamente schierato da Guardiola basso a sinistra, ne approfitta Rushford. 1-1, ristabilita la parità a fine primo tempo. Nella ripresa City ancora avanti, con Otamendi che su corner sfrutta un disimpegno goffo di Lukaku e riporta la parte blue di Manchester in vantaggio. La partita esplode: lo United costretto ad attaccare, il City ha più spazio per far male. Entra Ibra, sponda del 10 svedese, cross basso e Lukaku da pochi passi si divora il 2-2. 4 minuti di recupero: City coi suoi palleggiatori alla bandierina, scorrono i secondi, arriva il triplice fischio. Guardiola sbanca Old Trafford, vola a +11 dai rivali cittadini e ipoteca una Premier stradominata. Leggermente eclissato per importanza ma certamente non per fascino il derby di Liverpool, meravigliosamente intrigante per la nevicata che ha colpito Anfield. Freddo, tanto freddo, ma non per i 60.000 che dal primo minuto trascinano Liverpool ed Everton alla ricerca della vittoria: è finita 1-1, ma non sono mancate emozioni e polemiche. Coutinho dalla panchina, i reds non riescono ad esprimere il loro calcio migliore, in assenza del loro artista più elegante; ciononostante, Salah si mette in proprio: sinistro a giro all’angolino e Liverpool in vantaggio. Nella ripresa i padroni di casa sprecano in più di un’occasione il gol del raddoppio, e puntualmente vengono puniti. Lancio in verticale a cercare Calvert-Lewin, spallata di Lovren ai limiti della regolarità: per Pawson è calcio di rigore per l’Everton, il croato è una furia ma l’arbitro non cambia idea. Dal dischetto Wayne Rooney non sbaglia: palla da una parte, Mignolet dall’altra, “Wazza” corre ad esultare sotto i suoi sostenitori. Il Liverpool prova gli ultimi assalti ma non bastano: finisce in parità, sorride Sam Allardyce, i toffess escono indenni dalla tana dei cugini più quotati.

La domenica di Premier s’era aperta col pareggio tra Southampton e Arsenal. Gunners subito sotto per il gol del lanciatissimo Austin; i saints falliscono più volte l’opportunità per raddoppiare. Wenger chiama Giroud dalla panchina, francese che salva le sorti dei londinesi con una zuccata degna del suo repertorio in zona Cesarini. In grande difficoltà i gunners al St Mary’s, che si conferma campo di tradizione a loro ostile, ma riescono comunque a strappare un punto che potrà tornare utile nella corsa Champions. Visti i pareggi di Liverpool e Arsenal, chi sorride è Mauricio Pochettino, col suo Tottenham di nuovo in corsa per i primi 4 posti.

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