Giù le mani dalle donne

Nella foto: la protesta di una tifosa iraniana (foto Imago/Image Sport)

Massimo Ciccognani

DOHA (Qatar) E’ sempre più il mondiale della censura e della paura. Così alla fine la squadra iraniana ieri è stata costretta a cantare l’inno, mentre in tribuna in molti tra i tifosi iraniani, avevano gli occhi rigati dalle lacrime. Ma l’ultimo scandalo si era appena consumato sotto gli occhi della Fifa che aveva garantito la tutela della libertà di espressione per la difesa dei diritti. All’ingresso dello stadio, sono state sequestrate maglie con la scritta “Woman Life Freedom” simbolo della protesta per i diritti delle donne in Iran. Ma l’istantanea che ha fatto il giro del mondo è stata scattata in tribuna, dove una tifosa iraniana ha voluto ricordare Mahsa Amini, la 22enne arrestata perché non indossava correttamente il velo, deceduta tre giorni dopo per le percosse subite. Volto coperto da finte lacrime di sangue e in mano la maglia dell’Iran con il numero 22, come gli anni di Masha. Gli è stata sequestrata come sono stati rimossi striscioni che chiedevano la libertà dell’Iran. Un mondiale sempre più intollerante, un nuovo scandalo per la stessa Fifa, perché le proteste di ieri non sono solo per le donne iraniane, ma di tutto il mondo.

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