Conte a ruota libera: “Siamo al 95% dello scudetto”

Antonio Conte, tecnico dell’Inter, vede davvero lo scudetto. Tredici punti sul Milan a cinque (sei per i rossoneri) dalla fine. E nell’esultanza del tecnico c’è un significato particolare. “Arrivare a questo punto della stagione – ha spiegato il salentino a Dzan – con il pallone che inizia a pesare, perché qui c’è gente che si trova per la prima volta in questa posizione in classifica, non è facile. Anche oggi abbiamo fatto la nostra partita, creando diverse occasioni per fare gol. Situazioni viste a La Spezia, o il tu per tu oggi di Lautaro con Silvestri, significa che c’è un po’ di tensione. Vincere significa anche mettere un capitolo importante nella carriera di un calciatore. Stiamo tenendo il piede sull’acceleratore, dietro stanno perdendo punti: questo vuol dire che stiamo bene. L’esultanza? Per me vale il 95% della conquista dello scudetto. Ancora non lo abbiamo portato a casa, ma vincere contro questo Verona è un bel segnale. Oggi abbiamo portato a casa non tre punti, non sei, ma nove”.

Scudetto, una parola che Antonio di recente nomina con frequenza. “Ne parlo e ne parlerò sempre, un allenatore del mio livello non può pensare di accontentarsi. Sapevo di avere l’1% di possibilità di vittoria, ci sono momenti in cui bisogna essere realisti. I miei obiettivi sono sempre massimi, mi rendo conto che anche i media e la gente da me si aspetta tanto”.

Conte per cambiare la storia dell’Inter. “Sicuramente in questi due anni abbiamo lavorato tanto da un punto di vista calcistico, ma anche sulla testa dei giocatori. Era da tantissimo tempo che l’Inter non era competitiva: ci abbiamo provato lo scorso anno, questa volta siamo vicini allo scudetto. Non bisogna solo lavorare sul campo, ma anche mentalmente. A volte sono anche pesante, ma ne ho trovati pochi vincenti ‘leggeri’. Noi indichiamo un percorso di difficoltà estrema, di sacrifici: quanti sono disposti a fare questo?! Alla fine il risultato ti porta a conquistare un gruppo di calciatori che inizia a fidarsi del proprio condottiero. Ed è successo questo all’Inter”.

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