Pasqualino Monti, la “red bull” dei porti, mette le ali alla Sicilia. Sbloccati 45 lavori. Il presidente: “Così rilanciamo l’economia”

 

Massimo Ciccognani

Giovane e rampante, bello ma soprattutto un manager di altissima qualità. Si chiama Pasqualino Monti che nella portualità italiana è diventato l’indiscutibile numero uno. Già presidente dei porti del Lazio (Civitavecchia-Fiumicino e Gaeta) nonché presidente di Assoporti. Oggi è al timone dell’Autorita di Sistema Portuale del Mare di Sicilia. Pochi mesi di lavoro, ma già agli atti tanti risultati ottenuti con il  porto di Palermo che rappresenta il più clamoroso esempio positivo di lotta e di vittoria sulla burocrazia. Basti pensare che in appena un anno Pasqualino Monti ha sbloccato 45 cantieri per la costruzione di nuove opere, avviando a conclusione lavori bloccati da oltre vent’anni, per un valore complessivo di 645 milioni di euro, di cui 387 nel solo porto di Palermo. Tutto questo è emerso nel corso del convegno, “Noi, il Mediterraneo”, che ha richiamato a Palermo nomi illustri nel panorama del crocierismo, che ha consentito di aprire la Sicilia la strada per diventare una delle più importanti basi operative del mercato delle crociere. A cominciare damla firma dell’accordo con due fra i più importanti colossi crocieristici del mondo, Costa Crociere  e MSC Crociere  che gestiranno congiuntamente il nuovo impianto portuale con ricadute pazzesche sul territorio. “Per noi – ha sottolineato  Monti  – quella odierna è una data doppiamente importante. Da un lato, abbiamo risvegliato il porto di Palermo e insieme quelli di Trapani, Termini Imerese e Porto Empedocle che hanno tranciato le catene della burocrazia per tornare ad essere il veicolo per il rilancio dell’economia e il turismo siciliano. Dall’altro, abbiamo riportato la nostra splendida questa area al centro del Mediterraneo e degli interessi dei grandi gruppi crocieristici con la importante novità di fare del cantiere di Fincantieri un centro non solo di riparazione e allungamento delle imbarcazioni, ma anche di costruzione delle grandi navi passeggeri di cui Fincantieri è leader mondiale”.

Risvolti positive anche nei dati meramente economici, con le entrare salite dai 25 milioni del 2017 a oltre 153 milioni. “L’esperienza di Palermo – ha aggiunto Monti – sta dimostrando che si puó fare anche se tutto questo comporta dei rischi per chi gestisce la cosa pubblica”. Basta con i tempi biblici per l’inizio dei lavori di un’opera marittima sopra soglia, come basta con la follia della normativa sui dragaggi, Monti torna a riproporre l’idea di un ordinamento che consenta ai porti di rispettare i tempi che il mercato richiede e di conseguenza favorire il rilancio dell’economia porta di benessere e ricchezza al territorio. “Noi non dobbiamo arrenderci al muro tirato su dalla burocrazia. Non dobbiamo avere paura, bisogna fare come Palermo e fare quello che è ritenuto difficile se non impossibile”.

Già, basta solovolerlo. Nel segno di un grande manager, Pasqualino Monti, giovane e rampante, ma soprattutto capace di regalare certezze e non parole. Quelle le lascia volentieri ai cantastorie. Lui ama solo i fatti e Palermo se lo tiene ben stretto. Con buona pace di chi se lo è lasciato scappare.

 

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