Daniele Orieti
Potevano andare meglio i sorteggi degli ottavi di Europa League. Sorteggio benevolo per la Lazio, un po’ meno per il Milan, le uniche due rimaste dopo l’eliminazione di Napoli e Atalanta di ieri. L’urna di Nyon ha regalato alla Lazio la Dinamo Kievi, mentre i rossoneri di Gattuso se la vedranno con l’Arsenal. Urna di Nyon dunque dai due volti: la faccia bella l’ha mostrata alla Lazio, quella più oscura, ma sicuramente più affascinante, al Milan. Perchè l’Arsenal, tra mille alti e bassi e una tifoseria ostile al suo storico allenatore Arsene Wenger, ha talento da vendere: è vero, a gennaio ha perso Sanchez, sbarcato allo United di Mourinho, ma ha accolto a braccia aperte il talento di Mkhitaryan, altro centrocampista dai piedi buoni, e soprattutto Aubameyang che, però, non potrà giocare in Europa perchè già utilizzato in Champions dal Borussia Dortmund. Una buona notizia per il Milan, che tra l’altro in estate aveva a lungo inseguito il centravanti gabonese, ex rossonero. Nel doppio confronto dell’8-15 marzo (andata a San Siro, ritorno all’Emirates) non ci sarà, a meno di recuperi miracolosi, neanche Lacazette, altro grande colpo estivo dei Gunners, reduce da un intervento al ginocchio. Con la cessione di Giroud al Chelsea, Wenger si trova con gli uomini contati in avanti: toccherà a Welbeck. In mezzo, tra Wilshere, Ozil, Ramsey e il già citato Mkhitaryan, l’Arsenal è altamente competitivo. I guai nascono dietro, dove i Gunners sono tutto fuorchè imperforabili. E’ lì che Gattuso, che ha superato senza intoppi il Ludogorets, può far male. Al momento dell’estrazione da parte di Eric Abidal, la mente è andata subito al febbraio del 2012, ottavi di Champions League: all’andata Milan, trascinato da Robinho e Ibrahimovic, capace di vincere 4-0; al ritorno, 3-0 Arsenal dopo 45′, rischio figuraccia a un passo ma i rossoneri passarono comunque.
Nel girone di qualificazione con Stella Rossa, Colonia e Bate Borisov, l’Arsenal ha chiuso al comando con 13 punti in 6 gare: 14 gol fatti e 4 subiti. Ai sedicesimi, dopo il 3-0 all’Ostersund in terra svedese, brivido per i sostenitori dei Gunners, sotto 2-0 dopo 45′. La rete di Kolasinac a inizio ripresa non ha evitato la sconfitta ma quantomeno sigillato la qualificazione. Sulla carta, la Lazio può sorridere. Dopo aver rimontato alla grande la Steaua Bucarest, aver evitato big come Atletico Madrid, Zenit San Pietroburgo, Lione e lo stesso Arsenal non è cosa da sottovalutare. L’8 marzo all’Olimpico arriverà la Dinamo Kiev, formazione che è parecchio lontana, per talento e pericolosità, da quella che negli anni ’90 – con il Colonnello Lobanovsky in panchina e il duo Shevchenko-Rebrov in avanti – rappresentava un’insidia stabile e costante in Champions League. Tra Lazio e Dinamo un precedente nella fase a gironi della massima competizione europea nel 1999/2000: 2-1 in rimonta per i biancocelesti (Inzaghi faceva parte di quella rosa) con Negro e Salas a ribaltare il rigore di Rebrov. Rimane, certo, l’insidia (specie per il meteo e per il lungo viaggio) del retour match in trasferta il 15 marzo. Gli ucraini hanno superato con due pareggi (1-1 in Grecia, 0-0 a Kiev) i sedicesimi con l’Aek; primato invece nel girone B con Partizan Belgrado, Young Boys e Skenderbeu con 13 punti (15 reti segnate, 9 subite). Formazione giovane, quella guidata dal bielorusso Khatskevich, che punta forte sul talento del paraguaiano Derlis Gonzalez. Per lo Zenit San Pietroburgo allenato da Roberto Mancini l’ostacolo si chiama RB Lipsia, formazione tedesca che ha appena eliminato il Napoli; chi ha ‘giustiziato’ l’Atalanta, ovvero il Borussia Dortmund, sfiderà gli austriaci del Salisburgo. Interessante l’incrocio Marsiglia-Athletic Bilbao, l’Atletico Madrid di Simeone ha pescato la Lokomotiv Mosca, capolista in Russia. Il Lione, che sogna di giocare la finale in casa, dopo aver fatto fuori il Villarreal se la vedrà con il Cska Mosca. C’è anche Sporting Lisbona (Italia rappresentata da Cristiano Piccini) contro Viktoria Plzen. Prima del via al sorteggio, l’Uefa ha duramente condannato quanto accaduto ieri prima di Athletic Bilbao e Spartak, con la morte di un poliziotto in seguito a violenti scontri all’esterno del San Mames.