Salvatore Savino*
Finalmente è arrivata la prima sconfitta. Le prefiche erano state costrette a tenere i loro scialli neri chiusi negli armadi, e non attendevano altro che poterli sfoggiare intonando qualche de profundis. Il Napoli le ha accontentate, patendo la prima sconfitta di stagione, dando, a tutti quelli che lo attendevano sulla sponda del fiume, la possibilità di trovare a questa squadra una serie di difetti e problemi che , fino a prima di questa partita, appariva blasfemo persino immaginarli. Ma, si sa, appena le cose vanno male, la fuga dal carro è repentina, talvolta persino più veloce della salita…
Prima del match con lo Spartak, il tifo partenopeo era, strano a dirsi, diviso, tra europeisti e campionatisti. I primi, convinti probabilmente della qualità e completezza della rosa azzurra, e della conseguente possibilità per il Napoli di ambire persino alla conquista del trofeo continentale, avrebbero voluto che Spalletti, ignorando qualsiasi ipotesi di turnover, avesse schierato la formazione classica, quella che sta raccogliendo grandi risultati in campionato. Il controcanto era invece quello di chi, ritenendo l’impegno europeo un ostacolo al buon andamento degli azzurri in campionato, avrebbe gradito un ampio utilizzo delle seconde linee. Una volta ufficializzata la formazione, ci si è resi conto che il tecnico partenopeo aveva ritenuto di approntare una formazione con qualche variante rispetto alla formazione tipo, ma certamente in grado di onorare l’impegno e conseguire il risultato. I primi venticinque minuti di partita confermano la giusta scelta di Spalletti, peraltro aiutata dal repentino gol di Elmas . L’unica perplessità era forse quella di un centrocampo composto da soli palleggiatori, da piedi buoni, come suol dirsi, senza fisicità o interditori, ma , del resto, non si poteva chiedere ad Anguissa di non fermarsi mai.
L’ espulsione di Mario Rui, ancora una volta protagonista di un intervento improvvido ed ingiustificato, ha cambiato le sorti della gara. Da quel momento infatti, non si è più potuto seguire il canovaccio che si era preparato negli allenamenti, non si sono potuti effettuare quei cambi programmati, quella gestione delle risorse tanto ricercata nella preparazione settimanale. Il primo cambio , forzato, è stato quello di capitan Insigne, che cede il posto a Malcuit. Sconcerto alla scelta del mister, ma in effetti non si poteva chiedere al capitano, che non ha nel fisico e nella potenza le sue doti migliori, di sacrificarsi a fare la fase difensiva a tutta fascia per una partita intera, soprattutto in vista della partita di domenica pomeriggio sul difficilissimo campo di una sorprendente Fiorentina. In quel momento della partita, nonostante l’ inferiorità numerica, il Napoli costruiva una enorme occasione per raddoppiare, ma Zielinski, purtroppo ancora impalpabile, spediva alle stelle un pallone che chiedeva solo di essere condotto in rete. Subita la rete del pareggio, il Napoli purtroppo si è sfilacciato, e per eccesso di generosità nella ricerca di riportarsi in vantaggio, ha subito le due reti dei russi, e a poco sono serviti gli ingressi in campo degli altri calciatori dalla panchina, anche se va menzionato con rilievo l’ennesimo gol di Osimhen, che per qualche attimo, nei minuti finali, ha riacceso gli animi dei tifosi.
Il cammino del Napoli in Europa League non è finito, non siamo stati eliminati, non è una tragedia sportiva. Siamo perfettamente in grado di raddrizzare il timone e risalire la china nel girone, a partire dalla sfida ai primo della classe, il Legia Varsavia, che verrà al Maradona nel prossimo turno. Saremo senza i due esterni bassi, entrambi squalificati, ma Spalletti saprà trovare le giuste soluzioni.
Prima però, abbiamo una partita molto importante, e sarà domenica alle 18. Il Napoli sarà di scena al Franchi di Firenze, dove dovrà affrontare una compagine ben guidata da un tecnico emergente, tra i più bravi dell’ultima generazione.
Amici tifosi azzurri, non è cambiato nulla. Lasciamo che le prefiche rimettano nei bauli polverosi gli abiti della tristezza, e rilanciamoci con la classe, la forza, la tecnica che il nostro Napoli ha dimostrato di possedere . Domenica, tutti i cuori azzurri torneranno a battere, entusiasti, insieme ai calciatori e al tecnico, e speriamo di riprendere , senza tentennamenti, la nostra corsa verso il traguardo che tutti sogniamo. Anche perche, qualche volta, incontrare lo Spartak Mosca, anche se sconfitti, ha portato bene.Una piccola nota di memoria che forse non significa nulla, ma noi siamo napoletani, e a certe coincidenze…ci crediamo: nella stagione 1986-87, il Napoli uscì dalla Coppa Uefa al primo turno con il Tolosa, che fu eliminato al turno successivo, indovinate un po’, dallo Spartak Mosca. Inutile che vi ricordi cosa accadde alla fine del campionato di quell’ anno…
Forza Napoli quindi, non è cambiato nulla.
*Scrittore, tifoso del Napoli