E’ rimasta la dignità?

Salvatore Savino *

La stagione calcistica del Napoli, cominciata con l’orgoglio di aver lo scudetto impresso sulla maglia, si avvia mestamente ad essere ricordata come una delle peggiori della lunga storia azzurra, e di certo della gestione ADL. L’ ultima in casa, contro il sorprendente Bologna di Thiago Motta, ne è stata immagine paradigmatica: sotto di due reti dopo un quarto d’ora, la squadra è sembrata una barca in balia delle onde, senza né un comandante che provasse a condurla in porto, né un equipaggio disposto a lottare per evitare il naufragio. Abbiamo sperato, e per l’intero campionato lo abbiamo fatto, che ogni volta la prossima sarebbe stata la volta buona, la molla del riscatto, l’alba di un giorno nuovo. Abbiamo sognato uno spogliatoio azzurro dove il mister, come Mickey all’angolo di Rocky Balboa, si rivolgesse ai suoi calciatori tristi, abbattuti, spenti, e dicesse loro guardandoli negli occhi: “Come sarebbe non posso? Non ci sono non posso, non esistono!” E poi, incalzandoli: “Ehi !Devi starmi ad ascoltare: tra 20-40 anni, non si ricorderanno più di te, si ricorderanno della tua reputazione. Devi essere una mitragliatrice, figliolo! Devi essere come quello che mangia fulmini e ricava tuoni. Hai capito ?” Invece, probabilmente, la scena che si è consumata nello spogliatoio sarà stata quella di un gruppo di uomini ormai slegati tra loro, ognuno immerso nei suoi pensieri, alla ricerca del proprio futuro. Facciamo il solito punto della situazione, perché da tifosi dobbiamo aggrapparci ai sogni, anche se, l’annuncio del ritiro a Castel di Sangro, che termina l’8 di agosto, fa chiaramente comprendere quanto il primo a non credere ad una posizione finale in classifica diversa dal nono posto, sia proprio il Napoli Club, e, di conseguenza, la squadra. Mancano ancora due partite, di cui la prima è lo scontro diretto con la Fiorentina, che potrebbe, almeno in teoria, portarci all’ottavo posto, utile per la Conference League, e poi la gara casalinga con il Lecce, già salvo, e quindi, teoricamente, non interessato alla lotta all’ultimo sangue. Ma noi siamo quelli che abbiamo visto Napoli-Verona…  Altra assurdità del calcio italiano, la Fiorentina avrebbe poi comunque un match point a campionato già finito, nel recupero con l’Atalanta. Roba da calcio amatoriale, perché non è accettabile, così come il non far giocare in contemporanea le partite dei turni finali, dove gli incroci dei risultati cambiano le classifiche. Imparare dalla Premier League, per favore. 

Guardiamo al futuro che è meglio. Forse. Il balletto sul prossimo allenatore del Napoli è quasi alle battute finali. Sembrerebbe almeno, perché a Napoli, e con Adl, il condizionale è  d’obbligo, che la rosa dei papabili si sia ristretta a quattro nomi, anche se, spesso, al Conclave si entra da Papa e si esce da Cardinale. Affinché non si continuino a reiterare gli errori del passato, sarebbe d’ uopo che la società annunciasse prima, e presentasse, il nuovo direttore sportivo, e che sia poi quest’ultimo, ad annunciare e presentare il nuovo tecnico. Accadrà mai? Riuscirà il Presidente a defilarsi, rinunciando alle passerelle mediatiche, soprattutto dovesse trattarsi di Antonio Conte? Ho seri dubbi in merito: riuscire a portare un tecnico dalla carriera roboante come Il Salentino, sarebbe un’occasione da Red Carpet, e chi ha sempre vissuto di cinema, non si tirerebbe indietro, ma, come detto, non voglio entrare nel balletto, ne parlerò quando avremo l’ufficialità dei nomi.    Per adesso, su qualcosa vorrei essere intransigente: la maglia del Napoli va onorata, sudata, e per questo motivo, pretendo, sportivamente parlando, che chi ha la fortuna di poterla indossare, la rispetti fino all’ultimo. Per questo motivo, che a Firenze vada in campo solo ed unicamente gente che ancora ci crede, gente che sa di voler restare in questa città, che ama e rispetta i tifosi, al di là delle capacità tecniche, pur necessarie. Victor ha un problemino? Bene, corretto anche tutelare il futuro del Napoli che, è inutile nasconderlo, passa per la sua cessione. E allora subito spazio a Simeone, così come mi vorrei augurare di non vedere in campo Zielinsky. Nulla contro il ragazzo, ma gli darei il giusto riconoscimento per un saluto nel finale in casa con il Lecce. Spazio a chi ne ha voglia, e se qualche “vip”del centrocampo azzurro, ritiene di aver concluso le esperienze in azzurro, lo esprima, correttamente, al tecnico, per quanto anche egli sia in uscita, e si defili dalla formazione titolare. Abbiamo una dignità sportiva ed umana da difendere, che prescinde dal risultato sul campo. Vogliamo, fino all’ultimo triplice fischio della stagione, che la nostra maglia sia il nostro orgoglio. Dopo, ma solo dopo, si potrà discutere del futuro. Adesso, che non si vada a Firenze per perdere un’altra gara in albergo. Si vada in riva all’Arno a dimostrare, anche dopo una stagione indegna ed imbarazzante, che noi siamo il Napoli, e rappresentiamo una città, un popolo, un sentimento. Forza Napoli Sempre

*Scrittore, tifoso Napoli

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