Brutta stop. Ora riprendiamo la corsa

Stefano Sale *

La solita sconfitta spartiacque. Passano giocatori, allenatori e dirigenti ma il risultato non cambia. Il periodo è più o meno questo, un trend negativo pre e post-natalizio che ogni volta pregiudica il campionato della Roma. Nessuna previsione, non stiamo assolutamente anticipando i tempi, niente zappa sui piedi. Dobbiamo ancora giocare tante partite da qui in avanti, non siamo arrivati neanche a Natale e Capodanno. Il problema è che adesso abbiamo un trittico di partite che sanno di svolta definitiva. Colpa del campanello d’allarme che è suonato dalle torri bolognesi. La squadra rossoblù è la grande sorpresa del campionato, quarta in classifica, che butta fuori dalla coppa Italia anche l’Inter capolista. Quindi ci può stare, sconfitta indolore? Assolutamente no. Convintissimo che con Dybala e Lukaku in campo, magari con Bove in mezzo, sarebbe stata un’altra partita. Prestazione comunque ingiustificabile, un copia-incolla dalla serata infausta di Marassi. Indubbio che la squadra dipenda dai nostri unici due campioni. Senza di loro siamo forse una squadretta da metà classifica. Con Dybala ormai pure part-time. Ma nel calcio di oggi non basta la qualità se non hai la fisicità e sopratutto se non corri. Quello che fa il Bologna appunto. O come fece il Genoa, qualche tempo fa. A parte Zirkzee, non c’è un giocatore bolognese che giocherebbe titolare nelle altre big italiane. Ma qualcuno di questi in questa Roma di oggi sicuramente si, ma perchè corrono e lottano piu che altro. Pellegrini, Smalling ormai assenti da mesi,  Ndicka, Aouar e Sanches fuori schema, Paredes lento, statico picchiatore, Spinazzola che non scende e non difende, esterni che non saltano l’uomo e non sanno crossare. Chiaro che una qualsiasi piccola squadra organizzata che corre e pressa ti possa far male. Il Frosinone visto al Maradona è l’esempio. Eppure siamo ancora lì, in un fazzoletto di 3 punti dal quarto posto, grazie alla tigna mostrata in altre  situazioni di difficoltà, quando ci sono in campo giocatori leader, di spessore, che fanno tirare fuori gli attributi, specialmente ai più giovani e volenterosi. La società è in autofinanziamento, per i prossimi 10 anni non potremo comprare nessuno, per i paletti FFP e quant’altro, grazie alla Uefa ed i torti subiti con 80 miliardi persi per strada. La Superlega non è nostra amica, anzi, fanno gli interessi dei loro potenti che vogliono creare un altro giro di potenti per sfidare la Uefa e la ricca Premier League. La Roma è nella periferia che ruota intorno a questi cerchi del potere, se la nuova strada è quella dei giovani da valorizzare stile Ajax, Atalanta o Salisburgo, state certi che gente come Klopp o Conte non verrà mai qui. Ma neanche De Zerbi. Se devo prendere Italiano, Dionisi o Juric, per quanto pure antipatici, per fare qualche bella partita ma comunque arrivare sempre sesti- settimi, allora mi tengo Josè tutta la vita, romanista vero attaccato, anche con i giovani, per rimanere qui. Almeno non perde le finali su contropiede al 90esimo. Meglio, con lui le coppe o le alzi in cielo o magari te le rubano. Napoli, Juve, Atalanta, Milan. Avanti il prossimo. Forza Roma.

*Roma Club Dublino, tifoso Roma

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