Storia, orgoglio e genio

Salvatore Savino*

I giorni a cavallo tra settembre ed ottobre sono sempre stati molto importanti per Napoli, per la sua storia, e speriamo che lo diventino anche per il campionato di calcio. La prima partita del mese di ottobre del 1986 fu un Napoli-Torino, e finì 3 a 1, con un gol per reparto ( Bagni, Ferrara, Giordano), e , a difendere la porta granata, quel Lorieri appena sconfitto (ed espulso con Spalletti), nelle vesti di membro dello staff dello Spezia Inutile che mi soffermi sull’esito finale di quel campionato…

Il Napoli si prepara a ripartire con alcune certezze nel proprio bagaglio: primo nella classifica di Serie A e nel proprio girone di Champions, i nuovi arrivati volano, con Jack Raspadori bomber in nazionale, Kvara devastante anche con la sua Georgia, Kim eletto miglior calciatore di settembre, e i tifosi di nuovo tutt’uno con la squadra. Il toro di Juric è un ostacolo serio; le squadre del tecnico croato si muovono uomo contro uomo, lasciando poco spazio alla gestione del pallone da parte dell’avversario. Toccherà a Spalletti preparare le adeguate contromosse e, come un esperto maestro di scacchi, dovrà sapersi districare tra i pezzi disposti dall’avversario, fino a stringere il nemico in un definitivo scacco matto. E’ il momento di decidere definitivamente cosa vogliamo fare. Dobbiamo provare a vincere il campionato, perché ne abbiamo i mezzi e le capacità. Evitiamo gli errori del passato, non abbassiamo la guardia, non lasciamoci, neanche per un momento, abbindolare da chi cerca di farci sentire forti nella sola segreta speranza che ci lasciamo andare e ci rilassiamo. Vincere contro i granata e poi provare a violare l’Arena di Amsterdam, perché sconfiggere i Lancieri in casa loro, potrebbe aprire scenari da sogno… conta solo questo: vincere .

Noi siamo una città che sa vincere, che sa essere protagonista della storia, che è grande, ma talvolta commette lo sbaglio di non rendersene conto. Nei giorni a cavallo tra settembre ed ottobre dicevo, Napoli ha nella propria storia tanti ricordi, e può per questo spingere il petto in fuori ed inorgoglirsi un po’…

Proprio in questi giorni, immaginiamoci tra i vicoli umidi e sporchi dei quartieri spagnoli, tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, tra pozzanghere, rumori di spade che si incrociano alla luce fioca di qualche lanterna, qualche soldato che esce da una taverna, malfermo sulle gambe, piene di alcol di infima qualità. Avvolto nel suo mantello, alla luce di una candela ormai consunta, Miguel Cervantes intinge la penna d’oca nel calamaio, descrivendo le bellezze di Napoli, vissuta pienamente dai protagonisti dei suoi scritti , che resteranno nei secoli.

Qualche anno dopo, negli stessi vicoli, un uomo si muove nel buio, braccato da sgherri armati. Capelli scompigliati, occhi geniali, che sembrano da soli illuminare l’oscurità della notte, impugna il coltello, pronto a difendersi. Il buio gli dà modo di sfuggire agli inseguitori, e così riesce ad introdursi, in silenzio, nel portoncino di un basso. Riposto il pugnale e tolto il mantello, ormai impregnato di pioggia e cattivo odore di sudore, si avvicina alla tela, prende i pennelli, e comincia a liberare il suo genio infinito. Quell’uomo si chiama Michelangelo Merisi, ma tutti lo conoscono come Caravaggio.

È incredibile pensare come, secoli dopo, negli stessi posti, oggi un murales ricorda il nostro genio più grande, quello che ha reso Napoli capitale del mondo, il nostro meraviglioso Diego…

E nei vicoli di quartieri, come in tutte le strade della città, sempre tra la fine di settembre ed inizio di ottobre, ma questa volta del 1943, il popolo napoletano si ribella alle truppe naziste occupanti. Ancora una volta, l’orgoglio di Napoli tira fuori eroismo ed abnegazione: dai balconi vengono lanciati mobili, masserizie, materassi, tutto quello che può essere utile a formare barricate, nel disperato tentativo di ostacolare i temibili blindati teutonici. Adolfo Pansini, Enzo Stimolo, Antonio Tarsia in Curia, Spoto, Maddalena Cerasuolo, solo per citarne alcuni, diventano i condottieri di una insurrezione popolare che caccerà via da Napoli le truppe del Colonnello Scholl, costrette alla resa dall’ roismo dei cittadini partenopei. Ricordiamoci sempre che abbiamo avuto il dono di vivere una città incredibile, unica al mondo, che profuma di storia, di arte, di bellezze naturali, e che ha vissuto la presenza di eroi, condottieri, artisti, e persino calciatori, unici al mondo per il loro valore. Con queste fondamenta, Napoli non può non costruire per sé e per i suoi figli un futuro di gloria, di onore, di rispetto. Diamo il nostro contributo a questa nuova vita per la nostra città, diamolo attraverso un comportamento civile e decoroso, rispettoso. Puntiamo su quanto da sempre siamo riusciti a mostrare al mondo: amore, passione, accoglienza verso gli ultimi, genio e sgretolatezza. Queste sono tutte caratteristiche giuste per giungere al traguardo finale, quello che ogni napoletano dal cuore azzurro sogna, ormai da troppi anni per poter attendere ancora… Forza Napoli Sempre

*Scrittore, tifoso del Napoli

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