Passano tra sguardi e mani i verdetti del campionato

Nella foto: Paulo Dybala perplesso (foto di SALVATORE FORNELLI)

*di Dario Ricci

Gli sguardi di Paulo Dybala, dell’arbitro Serra, di Andriy Shevchenko e di D’Aversa; le mani prodigiose di Musso, Handanovic e Provedel (che presto meriteranno un calcio d’angolo ad hoc). Nell’era – che speriamo finisca presto – del distanziamento sociale e degli abbracci vietati, la Serie A si racconta attraverso la fisicità dei suoi protagonisti, con gesti e movenze che viste dall’angolo raccontano storie ed emozioni che orientano risultati, destini, verdetti.

Sguardo fiero, di sfida, quello che Paulo Dybala ha lanciato verso la tribuna d’onore dell’Allianz Stadium dopo il suo (bel) gol all’Udinese: orgoglio (ferito) del campione messo in discussione, e quindi reazione all’altezza del momentum che l’argentino sta attraversando. Ma, in franchezza e con tutto il rispetto, che il numero 10 della Juventus segni all’Udinese, a Torino e in ogni angolo del globo terracqueo e pallonaro, non come prodezza viene derubricato, ma come atto dovuto. E allora bravo (e ben consigliato) dovrà essere Paulo a dribblare da par suo il primo e più difficile avversario di ogni asso, ogni fenomeno, ogni seppur minima carriera (e non solo calcistica): il passato prossimo, pietra tombale di ogni prospettiva, crescita, ulteriore sviluppo. Ho fattoho dettoho vinto….: quel lieve voltarsi delle spalle e dello sguardo all’indietro rappresentano molto spesso già una sconfitta, perché basta quell’infinitesimo movimento a spingere la mente a scartabellare archivi e album che la volontà aveva invece già archiviato nel passato, per spingersi verso il prossimo gol, la prossima impresa, il prossimo traguardo. E allora avanti, verso avanti, punta quegli occhi, Paulo! Che sia a Torino o altrove, così fanno e laggiù sempre guardano i campioni, quelli grandi e veri.

Sguardi dimessi (e dimissionari, vien da dire), quelli di Shevchenko, D’Aversa e dell’arbitro Marco Serra, che con l’improvvido fischio di San Siro ha (secondo retorica ed enfasi comuni) deciso la corsa al titolo. In realtà, il tricolore sembrava già ben instradato a prendere fissa dimora nella Milano nerazzurra, ma ovvio quel fischio ad annullare di fatto la rete di Messias rimbomberà a lungo nelle orecchie di curve e barsport. Eppure, a vederlo dall’angolo, l’arbitraggio di Serra – come atteggiamento e aldilà delle singole decisioni – non era dispiaciuto, proprio per la scarsa indulgenza verso quelli che lo stesso Pioli ha definito ‘mezzi falli’, la sanzione dei quali è uno dei mali endemici (insieme a simulazioni e inutili proteste) del nostro arbitraggio, dei nostri giocatori, e infine del nostro calcio, che paga così un pesante tributo in termini di qualità e intensità. Sperabile quindi che polemiche e strepiti (peraltro in questo caso giustificati) non trascinino con se quanto di buono si stava facendo, e che si deve (comunque) continuare a fare.

Qualcosa di buono hanno provato a farlo, sotto la Lanterna, anche Sheva e D’Aversa: il primo chiamato a sorpresa nel ruolo di imprevisto salvatore della patria rossoblu, ma che ha pagato il venefico mix che ha come ingredienti una rosa inadeguata, gli infortuni, la a dir poco scarsa progettualità della nuova proprietà (che ora punta forte su Labbadia, rendendo a questo punto ancor più incomprensibile la puntata alla cieca sull’ex milanista e ct ucraino). D’Aversa sconta invece gli effetti a lungo termine della gestione tecnica voluta da Ferrero, prevedibili fin dal momento del divorzio con Claudio Ranieri: l’ex Parma, in questo contesto, non è riuscito a dare solidità a una squadra in cui non mancano i piedi buoni, ma che è troppo spesso apparsa fragile come la più tenera delle crisalidi. Ora un’altra scommessa, col ritorno in blucerchiato di Marco Giampaolo. Forse – eccolo in agguato, il passato prossimo… – lo sguardo si spinge troppo indietro – ma il miglior calcio suo e di Eusebio Di Francesco mancano davvero a questo campionato. L’augurio (per loro e anche un po’ per noi) è di ritrovarli presto, entrambi.

*giornalista di Radio24-IlSole24Ore    

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