La “mano” di Conte per far volare in alto la “pazza”

Massimiliano Caputi *

C’era tanta emozione per la prima di campionato. Sarà che giocavamo per ultimi, sarà che l’estate ci ha riservato molte novità, ma la preparazione all’evento televisivo è quello delle grandi occasioni.
Non si può fallire e allora mio figlio indossa la maglietta di Skriniar e io metto in tasca la sciarpa neroazzurra: piccoli segnali ripetuti dal derby di ritorno dell’anno scorso e che avevano portato bene. Come le telefonate e i messaggi agli amici tifosi prima dell’incontro, scaramanzie ereditate da una squadra definita pazza. L’avvio della partita è soprprendente, come tutto il primo tempo. Nove degli undici titolari sono quelli dell’anno scorso, ma fai fatica a riconoscerli. Segnale che il vero campione è l’allenatore, Antonio Conte, il grande protagonista dell’incontro. Le uniche due novità, Sensi e Lukaku, in gol al debutto. 
La squadra gioca a meraviglia, smarcandosi immediatamente dal passato, e il modulo funziona. Poco importa manchino due dei tre difensori titolari: non si vede. La squadra difende correndo in verticale e in avanti. Il centrocampo è fantastico, almeno così lo vediamo noi malati di neroazzurro, tecnico e verticale, coraggioso, con un Brozovic straripante e un Sensi meravigliosa conferma. Lukaku dimostra le sue enormi potenzialità, guida la squadra con personalità e indica più volte ai compagni (in particolare a Lautaro) i movimenti e i tagli da compiere, da vero leader. E’ visibilmente indietro nella preparazione, ma riesce a fare comunque la differenza. Candreva galoppa e crossa come non faceva dai tempi della Lazio fino a disegnare una parabola imprendibile. Lui stesso abbracciando Lukaku mostra la sua sorpresa (e anche la nostra) per un inizio di stagione che lo ripaga dell’ultima, letteralmente buttata.
La vittoria non deve esaltarci e, come dice Conte, non basta una scintilla ma ci vuole una dinamite per tutto il campionato. Complimenti a tutti e soprattutto alla società e al nostro nuovo allenatore che hanno saputo plasmare in 45 giorni un gruppo di giocatori e farli diventare una squadra vera che lotta e corre, insomma rende orgogliosi.
Ci siamo dimenticati della necessità di Sanchez o Biraghi, che saranno utilissimi, se arriveranno, ma abbiamo intravisto una squadra capace di dominare, senza complicarsi la vita. Per noi è già una grande novità. A prescindere dai nostri amuleti e dalle nostre scaramanzie.

* ex arbitro internazionale di pallanuoto, tifoso Inter

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