Europa League. Rabbia Gattuso: “Mancata cattiveria e personalità”

Simone Dell’Uomo

Tanta tante delusione in casa Milan. Ancora le solite ingenuità di una squadra ai primi anni di un progetto necessario per riportarla in alto. Fasi di crescita che costano tantissimo, come questa eliminazione piuttosto clamorosa dall’Europa League. Milan eliminato alla fase ai gironi. Non era probabilmente la priorità della stagione rossonera, ma quella del Pireo resta una sconfitta che brucia. E brucerà, eccome. Gattuso è arrabbiatissimo, a caldo mostra tutta la sua delusione, ma allo stesso tempo riesce ad esprimere concetti chiari che mostrano i motivi del ko ellenico. La squadra ha espresso trame gradevoli, ha interpretato bene la partita, ma restano due problemi fondamentali. Due problemi da risolvere necessariamente altrimenti non si diventerà mai una grande squadra: in attacco deve capitalizzare, in difesa devi restare sul pezzo, sempre. Senza ingenuità, quelle che stasera hanno spedito all’inferno i diavoli rossoneri. “C’è tanta delusione – spiega Gattuso – avevamo la partita in mano, abbiamo interpretato bene la gara, sia in fase difensiva che offensiva. Andavamo dentro come lama nel burro, avevano i terzini altissimi e potevamo far male, ma non ci siamo riusciti, è mancata cattiveria e mentalità vincente. Dovevamo far male negli ultimi 16 metri, Calhanoglu e Castillejo non hanno graffiato quando dovevamo. In difesa avevamo retto bene fino a mezzora dalla fine, quando avevo la sensazione che non avrebbero potuto farci un baffo. Invece alla prima disattenzione siamo crollati sotto i loro colpi. Non possiamo regalare partita e qualificazione così. Non riesco a capacitarmi. Fa male. In uno stadio così vieni a creare 8 palle gol e lasci vincere una partita agli avversari in questa maniera, incredibile!. Alla prima difficoltà cominci ad aver paura, commettiamo continuamente ingenuità, errori di concentrazione, non restiamo sul pezzo e diventiamo deboli. Nel calcio contano furbizia, veleno, esperienza. Amo il bel gioco, le catene che funzionano bene, la tattica preparata in allenamento nella maniera giusta. Ma contano altre componenti, quelle fondamentali. Le veemenza, la mentalità giusta, la voglia di far male. Tutte qualità cruciali che non abbiamo dimostrato stasera. Evidentemente non meritiamo questi palcoscenici, è giusto che andiamo a casa”. Gattuso è un fiume in piena, esprime concetti forti, come avete letto. “Non meritiamo questi palcoscenici” è una frase forte, ma deve rappresentare una sveglia per tutto l’ambiente. Ringhio mostra grande umanità e grande attaccamento alla causa. Non è una squadra qualunque, allena la sua squadra del cuore. “Sono arrabbiato, per non dire peggio. Sono un allenatore che passa ore e ore a preparare calci piazzati, proprio per questo mi arrabbio. Devo tirare fuori il veleno ai miei ragazzi, non possiamo puntualmente gettare alle ortiche tutto ciò che costruiamo e su cui lavoriamo. La squadra ha interpretato benissimo la partita che doveva giocare, ma abbiamo preso gol sul più bello e non abbiamo castigato quando dovevamo. Non deve essere una scusante: dobbiamo lavorare. Brucia, ma dobbiamo lavorare”. Adesso scatteranno giorni di processi. Il popolo rossonero chiamerà ogni giocatore sul banco degli imputati. Ringhio, arrabbiato forse più di ogni tifoso, dovrà esser bravo ad isolare l’ambiente e rassenerare Milanello. Un weekend di lavoro e silenzio. Martedì la visita al Bologna, contro un vecchio amico, Pippo Inzaghi. La prossima Champions, il vero e proprio obiettivo rossonero, passa da lì. Come una finale, più di una finale,

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