Francesco Raiola
Animi agitati in casa Napoli nonostante le due vittorie consecutive contro Sassuolo e Torino che hanno permesso agli azzurri la matematica qualificazione in Champions a quattro giornate dalla fine e un terzo posto ormai ipotecato. In settimana sono spuntati nei pressi dello stadio Maradona e a Castelvolturno striscioni a firma degli Ultrà che hanno attaccato pesantemente squadra, allenatore e società , dove addirittura si rivendicava il furto della Panda di Spalletti con la promessa di restituire l’auto se il tecnico di Certaldo lasciasse Napoli. Per la verità altri gruppi ultrà del Napoli si sono dissociati da questo vergognoso striscione prendendone le distanze.
Inevitabile per il tecnico nella conferenza stampa pre partita di Castelvolturno non toccare l’argomento scottante anche se con un tocco ironico: ” La Panda prima di tutto bisogna vedere in che stato ce la ridanno, quanti km hanno fatto, se ci sono i cd di Pino Daniele dentro. Valuteremo quando accadrà ”. Torna sull’argomento scudetto e obiettivi stagionali: “Quando sono arrivato a Napoli, io non ho trovato aria di contestazione, ma indifferenza, che è peggio, molti non sentivano più legame col Napoli. In certi momenti sembravo da solo in credere in questo Napoli, oggi in Champions c’è il rammarico per non aver lottato fino alla fine, qualcosa è cambiato e mi sento meno solo. Sono molti di più che credono in questo Napoli, altrimenti riprendiamo le griglie di partenza della Champions fatte dai giornali. Volevo portarle all’ultimo, ma posso portarle ora. Dopo soprattutto che Sarri era andato alla Lazio e Mourinho alla Roma,ci mettevate settimi! Poi sono cambiate tante cose visto che speravano tutti nello Scudetto”. Ancora sullo striscione della Panda: “I tifosi dicono noi non siamo quelli lì, poi ho trovato un foglio benevolo nei miei confronti. Se ve lo faccio vedere e lo leggete, potete fargli gli articoli, hanno la stessa valenza perché anche in due possono mettere uno striscione. La cosa importante è che tutto il Napoli il nostro striscione l’abbiamo fatto firmando un campionato intenso e difficile, raggiungendo un traguardo importante, il più importante dopo il titolo. C’è anche un comprensibile rammarico per quel periodo, siamo i primi ad essere dispiaciuti, ma di strada ne è stata fatta tanta ed i calciatori hanno superato avversità importanti. Siamo andati a giocare a Torino in 12, quei risultati lì sono importanti, abbiamo fatto vittorie esterne importanti, ma ci si ricorda solo di quelle sbagliate in casa. Di questa squadra bisogna essere orgogliosi”. Sul Napoli del futuro: “C’è Giuntoli qui, parliamo tutti i giorni, guarda gli allenamenti. Noi si riuscirà ad essere forti se ci sono giocatori forti che pensano nella maniera giusta, con un comportamento professionale, anche con tifosi che ci sostengono perché sono importanti. Come un’informazione che ci rispetti e non che crei duemila dubbi ad arte, se si prendono tutte le cose di questa settimana non si fa in tempo… buttano la miccia per far scoppiare qualcosa. L’ambiente deve essere più pulito possibile. Serve tutto questo, dei passi in avanti si possono fare. Io sono l’allenatore del Napoli per il secondo anno, se avete dei dubbi ditelo, io non ne ho. Il terzo è troppo in là , qui ci sono novità tutte le mattine quando ci alziamo e c’è qualcosa di nuovo. Al di là della partita, ragioniamo anche per creare un Napoli sempre più forte. Apprezzo chi vuole stimolarci, chi punta ad obiettivi sempre più ambiziosi, però a volte si deve combattere con cose che sono fuori misura, a volte fatte anche ad arte per distruggere i miglioramenti fatti dall’anno scorso a questo e sono tante le cose. Bisogna perdere un po’ di energie per difenderci, ma noi andiamo avanti a costruire un Napoli ancora più forte”. Sugli striscioni contro la società Spalletti alza la voce: “Il nostro striscione è l’aver raggiunto la Champions. Sul perché ditemelo voi, siete a conoscenza di chi gira intorno, frequentate qui, alimentate dubbi sul lavoro svolto. Perché abbiamo deposto le armi prima di Torino? Glielo chiedo lei? Come mai noi andavamo a Torino a fare una passeggiata? Se vuole le faccio vedere quando aveva dubbi sulla Champions, ne possiamo vedere tante. Dove ci metteva nelle griglie? Uno striscione che possono aver attaccato una o due persone lo mettete in prima pagina. Io arrivo qui alle 8, dopo Empoli alle 7.30, due persone attaccano uno striscione, gli diedi una mano pure. Come mai ADL ha detto che ero il miglior allenatore, una grande persona ed allenatore e poi che ero poco partenopeo? Voi avete preso da quelle dichiarazioni solo che sono poco partenopeo, non che sono un grande allenatore. Voi alzate polvere!!!! Atmosfera? Io non lo so, leggo che ci sono contrapposizioni tra i tifosi, ma quelli che incontro la pensano come noi, dispiaciuti ma contenti per il percorso. Ma perché si evidenzia solo un aspetto? La gente lo sa già ed io provo a farne avvicinare più possibile, come avviene all’estero in stadi moderni. In Italia far vedere che si contesta una squadra terza in classifica a bambini fuori dall’hotel non va bene, ad Empoli non si poteva perdere così e lo accettiamo le critiche, ma vediamo anche le altre partite! L’incertezza dei risultati è la bellezza del calcio, è uno sport bello da vivere come domenica con lo stadio pieno e pure chi è fuori viene coinvolto in qualcosa di bello. I bambini devono avvicinarsi allo sport, fare qualcosa invece per rovinarlo mi porta poi a reagire…”. Domani ultima di Insigne in casa contro un Genoa che lotta per la salvezza: “C’è intanto una gara difficilissima ed il podio da raggiungere, il calcio ha una sola chance per sopravvivere nel cuore della gente, essere credibile. Noi vogliamo fare una gara intensa, vera, per i nostri tifosi che evidenzia che tanti ci vogliono bene e dobbiamo restituirgli una prestazione di livello. Ricordo partite difficilissime come quella col Verona che ha dato merito al calcio, quella della Roma col Genoa quando lottava per la Champions col Napoli, ci sono tutti i motivi per una bella partita e poi è l’ultima di Lorenzo in casa. Tra i tanti motivi che mi hanno spinto ad accettare Napoli c’è anche il poter lavorare con Insigne, anche solo per un anno è motivo di orgoglio e lo ringrazio per la professionalità e la disponibilità nei miei confronti e dei compagni, è stato un riferimento importante e naturalmente come tutti gli altri ha il merito di aver prodotto questo risultato, sempre col rammarico di quel periodo, metteremo in campo la formazione che si ritiene più forte per una gara difficilissima come col Genoa che ha fatto passi in avanti evidenti col nuovo corso. Ci sarà da soffrire, vedrete, loro attuano questo sistema di cui abbiamo parlato più volte, ti sbattono addosso, hanno fisicità , frenesia in tutti i momenti, noi dovremo mettere in campo la formazione migliore”. Ancora su Insigne: “”Un grande professionista, l’ho trovato molto professionista in tutto, come dicevo prima, disponibile con le sue caratteristiche ad aiutare tutti, a rincorrere i terzini abbassandosi anche in difesa, è uno che fa tanti km, col comportamento dà insegnamenti a tutti i compagni. Credo l’abbiamo sempre fatto, oltre al piede importante che ha. Me ne rendo conto anche se la partita a volte gli toglie qualcosa fisicamente o a livello strutturale, ma lui ha qualità da top player”.
Domenica pochi dubbi per Spalletti che molto probabilmente confermerà gli undici che hanno battuto Sassuolo e Torino con Ospina fra i pali, Di Lorenzo e Mario Rui esterni, Rrhamani e Koulibaly coppia centrale, mediana formata da Anguissa e Fabià n Ruiz dietro Insigne, Lozano e Mertens con Osimhen in avanti.
Ultima chance per il Genoa di Blessin che ha come unico risultato la vittoria per sperare nel miracolo salvezza. Modulo speculare per il tedesco con Sirigu tra i pali, Frendrup e Criscito esterni, Bani e Ostigard centrali. In mediana Badelj e Galdames, con Ekuban, Amiri e Yeboah dietro Mattia Destro.
Fischio di inizio alle ore 15 al Diego Maradona, fischia l’arbitro Fabbri di Ravenna.