Roma, ecco Mkhitaryan. “Pronto per fare il bene dei giallorossi”

PETRACHI Parliamo di un top player che ha costi e ingaggio elevatissimi. Quando si è verficata la possibilità e il ragazzo ha rinunciato a dei soldi per venire alla Roma. Questo dimostra intelligenza di un ragazzo che si vuole riproporre e vuole reinvestire su se stesso

A Trigoria, roccaforte romanista, è il giorno della presentazione dell’ultimo arrivato nella sessione estiva di calciomercato, l’armeno Mkhitaryan. Ad introdurlo il ds Petrachi. “Siamo qui per presentare Micky, così come si fa chiamare. Siamo contenti e orgogli di aver portato un altro giocatore di spessore internazionale. Sono convinto che la sua esperienza, la sua tecnica e la sua intelligenza possa portare una livello migliorativo all’interno della Roma calcio. Noi saremo nella condizione di potergli garantire ciò che lui ha bisogno: sostegno, motivazione e la voglia di giocare a calcio. Quell’affetto e quel calcore che ogni calciatore sente di dover avere. La Roma, nella sua tifoseria, farà sentire il calore al calciatore”.

Ed eccolo l’armeno che la scorsa settimana è stato protagonista con la sua Nazionale contro l’Italia e poi contro la Bosnia dove ha firmato una doppietta. “Sono felice di essere qui. Prima di arrivare qui ho passato un momento non facile. Adesso parte una nuova avventura. Sono consapevole degli obiettivi che si è prefissato il club. Oggi ho incontrato per la prima volta i compagni, il mister. Ci sono tutte le condizioni per avere un futuro roseo nel club”.

In Nazionale ha già incontrato alcuni dei nuovi compagni. “Abbiamo parlato dopo il match contro l’Italia, con Florenzi sulla città. Anche con Dzeko ho parlato sulla partita, sui gol fatto. Alla fine dopo le gare con le nazionali eravamo focalizzati sulla prossima partita della Roma”.

Ha lasciato la Premier, il campionato più bello del mondo, ma è pronto a tuffarsi nella realtà della serie A. “Non sento di aver fatto un passo indietro perché ho scelto un grande club, un grande campionato che gode di grande reputazione. Avevo avvertito fosse il momento di cambiare aria. Per un calciatore è importante provare piacere nel giocare a calcio, non importa dove. All’Arsenal non provavo più piacere a giocare. Perché mi hanno fatto partire? È una domanda difficile questa. Non faccio parte della dirigenza dell’Arsenal. Era un mio desiderio visto che avevo fatto panchina nelle ultime tre partite. Avevo deciso di cambiare, ho scelto la Roma perché sapevo che avrei avuto più possibilità di giocare qui. Non sarà stata una scelta facile quella dell’Arsenal di lasciarmi andare a giocare in prestito, ma ora sono qui grazie al direttore generale della Roma”.

Sul ruolo da interpretare con la Roma, è aperto a tutte le soluzioni. “Posso giocare in tutte le posizioni dell’attacco: a destra, a sinistra, dietro la punta centrale. Quando gioco sulla fascia, la mia caratteristica è quella di accentrarmi. Per me conta essere di aiuto alla squadra. Fonseca?  Ho seguito le gare dello Shakhtar in Champions League e in campionato. Non ho analizzato nel dettaglio le prestazioni. Mi ha impressionato molto il gioco offensivo di come giocavano al calcio, anche in Champions. Spero che il mister possa fare lo stesso qui a Roma che possa far piacere ai tifosi. Da loro ho ricevuto molti messaggi dopo le gare contro Italia e Bosnia. Erano contenti delle mie prestazioni come lo ero io. Farò del mio meglio e non mi arrenderò mai per questo club. Non sento la pressione, gioco al calcio da quando sono piccolo, perché quando giochi in grandi club sai che puoi essere enfatizzato o criticato. La Serie A è stata una grande occasione che mi ha presentato il mio agente l’ultimo giorno di mercato. Non ho parlato neanche di denaro, sono qui per godermi il calcio e divertirmi”. L’ultima è la media-gol bassa negli ultimi anni. 

“Quando gioco con l’Armenia faccio l’attaccante. Posso giocare facendo quello che voglio, senza rientrare, ma giocare più in aria di rigore. Al Manchester United invece dovevo rientrare, in un ruolo in cui dovevo fare da raccordo tra i reparti. Il mio obiettivo è quello di segnare più gol e assist possibili, che è la cosa che mi regala più soddifazioni”.

Klopp, Mourinho ed ora Fonseca.”Ogni allenatore è differente, ha una differente concezione calcistica: uno molto offensivo, uno difensivo, uno che si basa sul contropiede. Ho imparato molto da loro, ma ho 30 anni e non smetti mai di imparare. Imparerò presto l’italiano. Fonseca mi dirà molte cose che imparerò e che saranno una sorta di scoperta”.

Alla prossima c’è il Sassuolo all’Olimpico. Micky è pronto. “Ho parlato con Fonseca di molte cose ma non sono sicuro di giocare domenica contro il Sassuolo. Domani per me sarà il primo allenamento e magari potrò partire dalla panchina. Farò di tutto per lavorare duro, per vincere e togliermi soddisfazioni in questo anno”.

Nel corso della conferenza ha preso più volte la parola il direttore sportivo per spiegare alcune situazioni di mercato. “Abbiamo ottenuto dei prestiti in quanto bisogna adattarsi alle esigenze. Per quanto riguarda Smalling o Micky a 48 dalla fine del mercato era difficile fare altri discorsi. L’idea è quella di investire su giovani importanti. Nel passato si sono investiti soldi importanti su calciatori che magari era preferibile prenderli in prestito e valutarli nelle caratteristiche. Credo che nella situazioni in cui ci siamo trovati a fine calciomercato o si facevano investimenti sui giovani o in operazioni come quella di Micky che era impensabile prenderlo in prestito 1 mese. Parliamo di un top player che ha costi e ingaggio elevatissimi. Quando si è verficata la possibilità e il ragazzo ha rinunciato a dei soldi per venire alla Roma, ecco perché parlo di intelligenza del ragazzo che si vuole riproporre e vuole reinvestire su se stesso. Si sono create delle possibilità su cui abbiamo fatto delle operazioni furbe. Poi il tempo dirà se noi avremo la possibilità di tenere giocatori del genere. Fare degli investimenti importanti e aumentare il tasso qualitativo di cui la Roma necessita e ne ha bisogno”.

Quattro infortuni da inizio stagione. Petrachi lo spiega così. “Sono delle valutazione oggettive che sto facendo. Lo scorso anno nel mio Torino ho avuto pochissimi infortuni a livello muscolare. Quando ti metti nelle condizioni di entrare in un nuovo ambiente devi capire. Credo che vada valutato quali calciatori utilizzano i personal trainer al di fuori della AS Roma. Poi esiste la casualità, qui ci sono stato 50 problemi muscolari e l’attenzione è altissima. Si conoscono le storie di Spinazzola e Pastore. Zappacosta mi ha stupito perché si è fatto male senza presentare problematiche, in un pregara. Under è un fibra bianca. Si è fatto male facendo un colpo di tacco, forte, improvviso. Stiamo ristutturando il manto erboso visto che i ragazzi si sono lamentati della durezza del campo. Anche questo è un alibi che voglio togliere. Faremo un rizzolamento di tutti i campi e mi auguro che da oggi in poi le situazioni possano migliorare. Quattro al mercato, credo di averci messo l’anima, tutto quello che avevo dentro di me con una logica calcistica. Ho cercato di fare una piccola rivoluzione perché era necessario farla. Certamente a tutti quanti voi ho chiesto un po’ di pazienza. Essere all’anno 0 serve tempo, anche se nel calcio è poco. Insieme alla società ho creato qualcosa su cui far rinascere quell’entusiamo romanista. Ho creato un gruppo importante. I giocatori non felici di stare qui sono andati via. Abbiamo fatto un mercato in uscita importantissimo. Abbiamo rinnovato ai giovani a delle cifre congrue. Sto cercando di bilanciare tutte le cose e far amalgamare una rosa a cui sono stati inseriti giocatori di spessore. Ci vuole un po’ di tempo, ma sono molto soddisfatto. Vorrei già parlare col Sassuolo e non di mercato. Adesso vorrei lasciare da parte quelli che sono stati gli ultimi mesi, per focalizzarci sul campionato dove ci mancano qualche punto, vedi la gara contro il Genoa. Sono molto fiducioso, ottimista, ma soprattutto vedo quel senso di appartenenza. Quando sono arrivato c’era tanta digregazione, ora vedo unità di intenti. Non posso garantirti se questa Roma sia da Champions League. Ho costruito una squadra tosta che partita dopo partita dimostrerà il proprio valore”.

Anche sul Var Petrachi va diritto al problema. “Ci sono situazioni in cui è utile, altre in cui non lo è, perché rende tutto molto noioso. A volte capita di segnare un gol e poi viene annullato, poi si segna esulti e poi viene annullato. Con l’Italia con la VAR non sarebbe stato rosso. Ci sono situazioni in cui mi sento inglese con la VAR e altre in cui mi sento italiano”.

Roma brava a tenere testa a Juve e Inter. “Sono orgoglioso di aver mantenuto la promessa data ai tifosi quando ho detto che la Roma non sarebbe stata la succursale di nessuna squadra. Questo è stato capito da tutti. Tutti hanno capito che non possono venire a Roma a fare i prepotenti. Oggi sono tutti consapevoli che ci sono dei tempi, dei modi e questa è una cosa che da qui a quando ci sarò io sarà rispettato. Quanto a Baldini, Franco è stato al suo posto. Devo dire che un mese fa mi disse che fosse possibile che Mkhitaryan poteva spostarsi. Questa è quella forma di collaborazione di cui parlavo. Successivamente mi sono sentito con Raiola, mantenendo sottotraccia la pista. Quando lavoro con un certo tipo di agenti, anche la forza di non far uscire le notizie. Il suo acquisto è uscito domenica sera. Non ho avuto problemi con Franco, ha mantenuto le giuste distanze e quindi sono contento di come sia stato bilanciato il lavoro. Che poi lui abbia un rapporto diretto con Pallotta ben venga. Di Smalling non era neanche a conoscenza, è stata una cosa latst minute. Sono molto contento di come il lavoro di squadra abbia funzionato”.