Carlo Valenti
Tra Chelsea e Benfica non c’è partita, tanto il dominio dei Blues che per volume di gioco e occasioni create avrebbero dovuto chiudere la pratica con almeno quattro gol di scarto. Che alla fine ci sono stati (4-1), ma quanta fatica. Partita interrotta a cinque dalla fine per l’arrivo di una tempesta di pioggia e fulmini che ha indotto il comitato per la sicurezza a richiarare l’arbitro, far rientrare le squadre negli spogliatoi ed evacuare il Bank of America di Charlotte. Sosta che si è allungata in maniera notevole, dalla mezz’ora iniziale fino alle due ore intercorse con la ripresa del gioco. Da giocare cinque minuti più sei accordati dall’arbitro Vincic. Al quarto di recupero, l’imponderabile, con il tocco di mano in area di Malo Gusto. Lo sloveno non se ne accorge, ma viene richiamato dal var, e al monitor non può far altro che constatare il tocco di mani, quindi calcio di rigore, trasformato dal Fideo Di Maria per l’1-1 che spedisce la gara ai supplementari.
Dove stravincono gli inglesi. La partita era sempre stata nelle mani dei Blues che nel primo tempo si erano trovati davanti un Trubin irreprensibile che ha chiuso ogni varco. Nella ripresa, il gol del Chelsea, con la punizione gioiello di James che ha trovato stavolta impreparato Trubin che si è fatto uccellare sul primo palo con il portiere ucraino che si tuffa in notevole ritardo. Poi, l’episodio della sospensione della gara, due ore d’attesa rinchiusi negli spogloiatoi e, quando si riprende, il Benfica si rimette in coirsa col rigore di Angel Di Maria. Ma nell’overtime, non c’è partita: la indirizza Nkunku che raccoglie una respinta di Trubin dopo un’occasione a botta sicura di James e firma il nuovo vantaggio. Il Benfica crolla anche mentalmente e arrivano altri due gol in controgioco, prima con Pedro Neto poi con Dewsbury-Hall che cala il poker. E finisce qui una partita destinata a diventare la più lunga della storia del calcio, 4 ore e 40 minuti dal calcio d’inizio. Alla fine i conti tornano e la stravince il Chelsea con Maresca che può continuare a sognare: il 5 luglio a Philadelphia ci sarà il Palmeiras. Si può fare.