Massimo Ciccognani
“Como no te voy a querer”, cantano i tifosi del Real Madrid, con quelle parole che partono dalla Nord, la “peña madridista” che più di ogni altro incarna il puro madridismo. Al “Bernabeu” sanno bene come si vince, con la Coppa dalle Grandi Orecchie che indiscutibilmente è Casa Real. A Londra contro il Borussia Dortmund, ha conquistato la quindicesima della serie: nessuno come la Casa Blanca, doppiato il Milan che ne ha vinte sette. La Supercoppa di Spagna, la Liga Spagnola, poi la Supercoppa Europea a Varsavia contro l’Atalanta ed infine la Coppa Intercontinentale vinta nei giorni scorsi a Doha.
Cinque trofei in una sola stagione, un pieno di emozioni. Per questo dalla “peña madridista” continua ad alzarsi quel coro “como no te voy a querer”, ossia come posso non amarti. Perché se la conosci la ami, perché il mondo è pieno di grandi club, ma il Real Madrid del calcio ne è la storia. Dai tempi di Santiago Bernabeu a quelli di Florentino Perez, il presidente più vindente della storia del Madrid. Al pranzo di Natale a Valdebebas, Florentino Perez ha ribadito ancora una volta, i valori del madridismo e la voglia di continuare a scriovere nuove pagine di una storia meravigliosa scritta a pelo d’erba.
II poremi indiviuduali e di club ottenuti al Pallone d’Oro, al The Best e per iultimno al Global Soccer Awards di Dubai, sono la conferma della grandezza di un Club che può contare su un im pianto, il Bernabeu, all’avanguardia, il mifliore al mondo e una Città Sportiva riscontrabile in pochi altri. Perché a Madrid le cose sono abituate a farle perbene.
Il nuovo anno ripartirà con il recupero della gara di Valencia che potrebbe regalare al Real la vetta della Liga, poi ci sarà da fare i conti con la Supercoppa Spagnola in programma in Arabia, il mercato dove attingere risorse nuove per affrontare la seconda parte della stagione che si preannuncia altamente impegnativa, visti i tanti impegni a breve scadenza. Non solo la Liga, dove il Madrid si vuole confermnare sul tetto di Spagna, ma anche la Cham pions dove c’è da recuperare il terreno malamente perduto nella parte alta della stagione. E poi, il nuovo Mondiale per Club in programma a giugno/liuglio negli Stati Uniti. Perché per il Real Madrid vincere è davvero l’unica cosa che conta.