Massimo Ciccognani
Aveva deciso di dire addio al calcio, la bellissima notte di Cagliari, la lacrimuccia sul viso di chi al calcio ha dato tantissimo. Eppure Claudio Ranieri non aveva fatto i conti con la Roma, la sua Roma. Via De Rossi, poi l’allontanamento del successore, Ivan Juric. Giorni frenetici, i cast di una società, manco gli allenatori si prendono al supermarket e non scelti attraverso competenze tecniche. Tante opzioni, altrettanti no. Nomi alcuni improponibili, altri semplici suggestioni. Fino a che non è spuntato fuori il suo nome, quello di Claudio Ranieri. Aveva deciso di smettere, appunto, aveva, perché quando la Roma chiama, Claudio Ranieri ha sempre risposto presente. E lo ha fatto anche stavolta, proprio nel momento di maggior bisogno, perché stavolta è veramente dura, ma la tempra e il carattere di Sir Claudio sono già una base importante di ripartenza. Non ci ha pensato un attimo, è salito sul prino aereo ed è volato a Londra ad incontrare i Friedkin, dove hanno parlato a lungo della attuale situazione della Roma. Ranieri è pronto, ma ha chiesto garanze, non certo economiche, per riprendere ad allenare dopo che aveva detto basta con il calcio. Contratto fino a giugno 2025, poi porte aperte ad un ruolo dirigenziale, guarda caso quello chiesto e invocato da tempo da Josè Mourinho.
Con quella che si appresta a mettersi in moto, è la terza avventura di Claudio Ranieri sulla panchina della Roma, nel 2009 e nel 2019. E’ l’unico nome spendibile, romano e romanista, uno che conosce l’ambiente e sa in tempi rapidi quello che c’è da fare, perché la situazione della Roma si è fatta difficile, con la proprietà che strizza l’occhio alla Champions, quando la zona calda è invece molto ma molto più vicino. E alla ripresa Ranieri avrà subito l’esordio più complicato possibile, al Maradona, contro il Napoli di Antonio Conte.
Quando la Roma chiama, i romanisti rispondono e Claudio Ranieri ha detto sì, perché per primo ha capito che c’era bisogno di un qualcosa di forte, che però non deve essere il solo traghettatore fino alla fine di una annata stolta quanto maledetta. Nel suo colloquio con la proprietà, Ranieri ha fatto capire agli americani che dalle ceneri si può risorgere, a patto che ci sia un progetto serio. Per questo Ranieri sarà il perno anche del prossimo futuro, perché Roma è la sua casa, da sempre. Negli occhi le immagini di quel 26 maggio 2019, nel giorno dell’addio al calcio di Daniele De Rossi e ancora quell’abbraccio collettivo all’Olimpico durante Roma-Leicester, la standing ovation delle due tifoserie. Ricominciare da Claudio Ranieri per portare a termine nel miglior modo possibile questa stagione e poi sedersi al tavolo e rilanciare il Club. Al baronetto di Testaccio il compito di far riprendere quota ad un ambiente con il morale sotto la suola degli scarpini. Solo lui può riuscirci, solo lui può dare l’impulso giusto per riprendere il filo conduttore di un discorso interrotto dopo l’esonero lampo di Daniele De Rossi. La Roma ai romanisti, a chi sa cosa vuol dire quella maglia e quei colori, per quei tifosi che con il suo nome si stringeranno ancora di più attorno alla Roma. Ranieri si è rimesso in gioco, ma che nessuno da adesso in poi, si permetta di mettergli il bastone tra le ruote. Bentornato Sir Claudio.