Ammore e niente cchiu’

Salvatore Savino *

È una notte di maggio, calda, di luna piena e di amore. La città sventrata, sfigurata, persino stuprata da millenni di storia fatta di dominazioni ed invasioni, oggi rialza la testa. Stasera torna la Napoli regina, quella di Carlo terzo di Borbone, quella delle meraviglie d’arte, quella che fa innamorare chiunque abbia la fortuma di viverci o semplicemente di visitarla. É giunto il momento di ringraziare chi ci ha regalato questa grande gioia. Quando la stagione ha avuto inizio, pochi avrebbero scommesso un euro sulla vittoria finale del Napoli. Erano i tempi della contestazione forte, degli striscioni contro il Presidente,  delle critiche e degli A16. Anche questo fa parte della napoletanità: l’incoerenza, le passioni che fanno precipitare nell’abisso e volare verso le vette più alte, sono espressioni tipiche di questa città. Un popolo abituato a soffrire, a subire, a doversi arrangiare,  ogni tanto riesce a tirar su la faccia, a mostrare il petto, orgoglioso e fiero, e questa è una di quelle occasioni. 

Abbracciamo tutti questi meravigliosi ragazzi: la faccia pulita del timido ma straordinario Kvara,  la voglia di vincere di Osimhen, la maestosità di Kim, il sorriso felice di Simeone, la sapienza di Lobotka. Oggi questa squadra, la nostra squadra, è riuscita, trentatrè anni dopo, a riportare lo scudetto a casa. Tanta gente si è riversata per le strade, appena il fischio finale a Udine ha dato il segnale della festa. La scena più bella: un nonno che tiene per mano il nipotino, entrambi indossano la maglia azzurra. Quante volte gli aveva raccontato la favola del supereroe dai riccioli neri, venuto da un paese lontano ma che tanto somigliava a Napoli, che un giorno, tanto tempo fa, promise a questo popolo che lo avrebbe reso campione, e mantenne l’impegno. Oggi, di quel supereroe, la città è ancora innamorata, e non smetterà mai di esserlo, e anche Diego ne sarà felice, il nipotino non dovrà solo ascoltare la favoletta del nonno, ma potrà dire: io lo scudetto del Napoli l’ho visto con i miei occhi. 

Un pensiero va a tutti quelli che questo scudetto lo hanno atteso per anni e che ora lo hanno visto dal cielo, dalla tribuna speciale in Paradiso, proprio accanto al loro eroe dai capelli ricci. Napoli è  la città dell’amore, della bellezza, dell’accoglienza, della fraternità,  dell’uguaglianza, e di tante altre meraviglie. Qualcuno, in tanti stadi italiani, continuerà ad offenderci, a cantarci contro, inneggiando all’eruzione del Vesuvio, o urlando: “noi non siamo napoletani”. A noi questa cosa davvero dispiace, perché  ci rendiamo conto che spesso  si invidia  chi è  più fortunato, ma noi, ringraziando Iddio, a differenza vostra, napoletani lo siamo,  e non sapete quanto è bello esserlo…Ah! A proposito, anche se a qualcuno verrà il mal di fegato, non siamo solo napoletani, siamo anche Campioni d’Italia. Grazie Dio per avermi fatto napoletano. Forza Napoli Sempre.

*Scrittore, tifoso Napoli

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