Stefano Sale *
Nessuna rivincita. Questa è un’altra partita. Mourinho era stato chiaro. Tirana è il passato. Un altro capitolo, un’altra competizione, con altri interpreti. Ma evidentemente a Rotterdam non la pensavano così. Ancora si piangono addosso. Ed ecco una sorta di clima infuocato, tra ambiente, stampa e tifosi, con varie misure cautelari e limitazioni ai tifosi visti i precedenti. Eppure alla fine è stata una partita abbastanza tranquilla, anche sul campo di gioco. E comunque nei canoni di una partita di calcio. Tifo ed agonismo. La Roma poi subisce meno del previsto, controlla bene le sfuriate degli avversari, anzi, la sensazione è che ci sono i presupposti per portare a casa un risultato positivo. Ma la sorte stavolta non ci è favorevole. Perdere Dybala nel momento migliore, per poi sbagliare un calcio di rigore è l’emblema della serata storta. Per non parlare degli altri episodi negativi che hanno caratterizzato l’infelice sconfitta di misura. Un pareggio sarebbe quasi andato stretto. Figuriamoci. L’incrocio del palo che nega il gol di un centimetro, episodi di quelli che entrano sempre, gli sbagli sottoporta, e per finire l’infortunio di Paulo, poi quello di Abraham, lo sconforto di Pellegrini. Ed il nostro, aggiungo io. C’è tanto rammarico, poteva andare diversamente. Il Feyenoord sembrava una squadra al livello di una Fiorentina o di un Bologna, merito della Roma o no, poco conta. Alla fine abbiamo perso, di misura, ma è sconfitta pesante per le possibili assenze in vista del ritorno la settimana prossima. Servirà una Roma di grande spirito, un altro Olimpico pieno in formato europeo a spingere. Putroppo prima c’è un altro appuntamento fondamentale contro l’Udinese. Sarà una Roma rimaneggiata, servirà l’apporto di qualche “bambino” dalla panchina probabilmente. Dopo il successo su Samp e Toro, serve bissare, per i tre punti, per la corsa al quarto posto, l’obiettivo dichiarato. Insieme alla Coppa. Un passo alla volta. Avanti Roma.
*Roma Club Dublino, tifoso Roma