Salvatore Savino *
Ancora risuonano per le strade di Napoli i cori della settimana scorsa: cuori festanti sugli spalti mentre il nostro Napoli umiliava, annichiliva, oserei dire dilaniava la zebra sul prato di Fuorigrotta. Quando le lancette si avvicinavano all’ora della partita, in ogni napoletano cresceva una passione dirompente, una rabbia repressa da troppe umiliazioni, una voglia di rivincita dettata da tante, troppe lacrime di delusioni vissute. Immaginando lo spogliatoio azzurro qualche attimo prima che l’arbitro richiamasse i calciatori nel tunnel per entrare in campo, mi sembrava di vedere Spalletti guardare i suoi ragazzi negli occhi, uno alla volta, scrutando nelle loro anime, entrando nei loro sogni più reconditi…
Come un grande generale cinese, Sun Tzu , l’autore dell’arte della guerra, lo immagino con la sua voce bassa, che non ha bisogno di alzarsi perché è già carica di carisma e sicurezza, dire ai ragazzi, allo sguardo fiero di Kim, alla smania di vincere di Osimhen, al sempre timido Meret, al georgiano silenzioso Kvara, e a tutti gli altri: ” i guerrieri vittoriosi prima vincono e poi vanno alla guerra, mentre i guerrieri perdenti prima vanno alla guerra e poi cercano di vincere…”
E cosi’ sono entrati i ragazzi azzurri in campo, con la testa di chi aveva già vinto, e doveva solo formalizzare la pratica. Prima Victor, poi Kvara, in un’onda azzurra meravigliosa che trascinava tutto il suo popolo, naufrago nella meraviglia di un oceano di amore. La vecchia “signora” ha un impeto di reazione, un sussulto di dignità, e il Fideo neocampione della tercera albiceleste, sembra riaprire la disputa. Qualche attimo dopo, Meret lascia andar via le timidezze e scaccia via le ombre della deviazione fratricida di Rrahmani. Chissà se in quell’intervallo, tra un thè caldo e un massaggio, qualcuno ha avuto un dubbio, un tentennamento, magari ha pensato che la partita potesse prendere una brutta piega. Non lo sapremo mai, ma di certo lo sapeva Spalletti, che aveva preparato benissimo la gara. Allegri si lancia in una ardita lettura tattica con difesa a tre lasciando Bremer da solo in campo largo a dover “badare” ad una forza della natura come Osimhen, sacrificando Chiesa a fare praticamente il difensore di fascia. Il centrocampo del Napoli, con un Lobotka tornato a dirigere come un maestro del San Carlo, girava il pallone come una trottola, sfiancando i bianconeri fino a sopraffarli in ogni zona del campo.
Come diceva il grande autore russo Tolstoj, ” i più forti tra tutti i guerrieri sono il tempo e la pazienza”. La goleada esaltava un popolo che non attendeva altro. Tre, poi quattro, poi cinque…in un crescendo rossiniano terminato solo quando il maestro slovacco di Trencin , deposta la bacchetta, non ha invitato i suoi orchestrali ad inchinarsi per ricevere il trionfale abbraccio dagli spalti. Era la notte azzurra, e lo è stata. Prima di rituffarci nella prossima giornata, un breve passaggio sulla Coppa Italia. Chiarisco la mia posizione: non mi interessa essere uscito e sono d’ accordo totalmente con il turnover fatto da Spalletti.
Torniamo al campionato. Domani ci aspetta un derby infuocato a Salerno: la squadra granata , reduce da una disfatta epocale in terra orobica, vorrà rialzare la testa , anche per dare fiducia al tecnico Nicola, inopinatamente esonerato e richiamato in panchina nel giro della settimana. Non ci sarà Kvara, ma il nostro tecnico saprà trovare le opportune soluzioni alternative, come ha quasi sempre fatto. L’ Arechi sarà una bolgia dantesca, sappiamo che non siamo proprio amati dai cugini granata (sarebbe il caso di finirla con questa rivalità accesissima tra squadre che invece dovrebbero fare fronte comune contro lo strapotere del Nord), ma non possiamo avere nessuna esitazione. Il vantaggio in classifica, per quanto cospicuo, non deve darci serenità , perche potrebbe facilmente sfociare in un momento di distrazione, leggerezza, e questo ridarebbe fiato alle trombe delle nostre rivali. Ragazzi in maglia azzurra, concentrati e uniti, entrate all’Arechi col piglio del vincitore, incutete timore ad um avversario che sarà orgoglioso e pugnace, ma dovrà arrendersi a voi. Non vi lasciamo soli, voi non ci deludete. Fino alla fine, fino al tricolore. Forza Napoli Sempre.
*Scrittore, tifoso Napoli