Infantino attacca a brutto muso: “Mi sento qatarino, disabile, migrante e gay”

Nella foto: il presidente della Fifa Gianni Infantino

Massimo Ciccognani

DOHA (Qatar) Quattro anni, nella pancia dello stadio Luzniki di Mosca, si era presentato spavaldo, sorprendendo tutti accanto a Vladimir Putin, per dire che quello di Russia “sarà il miglior mondiale della storia”. Ha vinto lui, Gianni Infantino, perché Russia 2018, è stato un gioiello unico. E questa mattina la scena si è ripetuta quando si è presentato alla conferenza di antivigilia, quella che anticipa il mondiale. Stavolta, niente temi calcistici. Il presidente della Fifa, è andato giù duro. Parole forti, scandite nel silenzio di tomba del National Convention Centre. Parole provocatorie a giocare d’anticipo e rispondere subito alle critiche piuttosto violente sulla violazione dei diritti umani e sulle discriminazioni in Qatar. “Oggi mi sento qatarino, arabo, africano, gay, disabile, e mi sento lavoratore migrante. Naturalmente io non sono qatari, arabo, migrante, gay, disabile – ha proseguito il numero uno della Fifa -. Ma so che cosa voglia dire essere discriminato, so che cosa vuole dire essere straniero in un Paese straniero. Da bambino mi bullizzavano perché avevo i capelli rossi, perché ero italiano e non parlavo bene il tedesco. Ma tu accetti la sfida, provi a farti degli amici, nuovi contatti, non rispondi all’insulto con l’insulto. Oggi sono orgoglioso della Fifa, di questo marchio sulla giacca, di questo Mondiale, che sarà un bellissimo evento, il più bello che ci sia mai stato. E’ un mondiale aperto da forti critiche per il paese che lo ospita”.

Infantino parla di critiche ingiuste. Parla di morale, Infantino, quando si tirano in ballo i 6500 morti nella costruzione degli stadi: “Quello che sta accadendo in questo momento è profondamente ingiusto. Le critiche al Mondiale sono ipocrite. Per quello che noi europei abbiamo fatto negli ultimi 3.000 anni dovremmo scusarci per i prossimi 3.000 anni, prima di dare lezioni morali agli altri. Queste lezioni morali sono solo ipocrisia. Noi in Europa chiudiamo le frontiere, creiamo stranieri illegali: quante persone muoiono cercando di entrare in Europa. L’Europa dovrebbe fare come il Qatar, creare condizioni legali per i lavoratori stranieri. Certo, le riforme hanno bisogno di tempo, di anni e anni. Ma chi è qui in Qatar, da lavoratore straniero, lo è in maniera legale e ha tutta l’assistenza, anche sanitaria. In Qatar ognuno è benvenuto di qualunque religione, di qualunque orientamento sessuale sia. Fra le grandi aziende che guadagnano miliardi in Qatar, quante hanno risolto la questione del destino dei lavoratori migranti? Ve lo dico io, nessuna, perché un cambio di legislazione equivale a minori profitti. Ma noi l’abbiamo fatto. Perché nessuno riconosce questo progresso?”.

Figlio di lavorato migranti, Infantino, ha rimarcato il tema discriminazione. “I miei genitori hanno lavorato molto duramente e in difficili condizioni. Ricordo come gli immigrati venivano trattati alle frontiere, quando volevano le cure mediche. Quando sono diventato presidente della Fifa, ho voluto vedere qui le sistemazioni dei lavoratori stranieri e sono tornato alla mia infanzia. Ma come la Svizzera a poco a poco è diventata un esempio di integrazione, così sarà per il Qatar”. 

Lamentele anche per le birre vietate all’interno degli stadi. Infantino non si tira indietro. “Penso che i tifosi possono sopravvivere senza bere birra per tre ore. In Francia come Spagna o in Scozia”.  Infantino ha solo parole al miele per questo paese e parla di un calcio che aggrega, aiuta. “L’anno scorso, quando i talebani hanno ripreso il controllo dell’Afghanistan e gli americani hanno lasciato il Paese, con l’aiuto del Qatar siamo riusciti a salvare 160 persone, accolte dal Qatar. E mentre molti Paesi europei e americani chiudevano le porte, le ha aperte l’Albania. Inoltre, per la prima volta nella storia, undidicimila persone hanno volato da Israele a Doha, ebrei e palestinesi sugli stessi aerei”.

E ha detto tutto, in un monologo nato per tarpare le ali alle critiche. Da domani sarà calcio giocato.

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