Nazionale, Mancini: “L’unico addio all’azzurro sarà quello di Chiellini”

Nella foto: il ct Roberto Mancini (FOTO DI SALVATORE FORNELLI)

Roberto Mancini e l’Italia ripartono dopo il mancato approdo al mondiale qatariota. All’orizzonte c’è la finale del 1 giugno con l’Argentina, poi la Nations League con Italia-Germania (4 giugno), Italia-Ungheria (7 giugno), Inghilterra-Italia (l’11) ed infine Germania-Italia il 14. Mancini lavora sul futuro e lo stage è stato un primo, importante appuntamento. “I tre giorni sono stati ottimi, abbiamo visto più di 50 giocatori e quasi tutti bravi, con un grande futuro. Speriamo abbiano la possibilità di giocare. Chi è rimasto qui non è rimasto perché migliore degli altri, ma perché la mattina abbiamo la possibilità di allenarli e valutarli ancora meglio così da accorciare i tempi per questi giovani che hanno grandi qualità”. 

Non andare in Qatar, un vero peccato…di riconoscenza. “Non credo sia questo. Se valutiamo la questione tecnica, dovevamo andare direttamente al Mondiale per il gruppo che abbiamo fatto. Purtroppo alcuni episodi hanno pesato e la dimostrazione è la gara con la Macedonia, dove ci sono stati tanti episodi negativi e poi loro hanno segnato con un rilancio a 50 metri al 92esimo. La nostra è una squadra giovane, non era un problema di riconoscenza. La gente è ancora attaccata a noi, nonostante quanto accaduto. Undici mesi fa abbiamo vinto un campionato europeo strameritandolo, questa squadra ha regalato grandi emozioni”. 

Parole al miele per la Roma vincitrice della Conference. “E’ importante per il calcio italiano e per noi, perché i nostri nazionali giocano gare importanti. E’ chiaro che rispetto a chi si gioca la Champions la distanza è ancora importante”. 

E adesso c’è la Nations League. “E’ il girone più difficile. Inghilterra e Germania sono forti e l’Ungheria, allenata da un ct italiano, sarà difficile da affrontare. Noi non possiamo cambiare tutta la squadra, ma possiamo inserire qualcuno dei ragazzi un po’ più giovani che hanno giocato meno. Giocare contro Inghilterra, Germania e Ungheria credo possa essere molto utile”. 

E dopo il flop di Palermo, pensieri per la testa, magari anche l’addio all’azzurro. “Uno può pensare a volte, così. Ma poi dopo la Nazionale è così importante, e la gioia è stata così grande, che vale la pena aspettare. Quando si vince con la Nazionale è qualcosa totalmente differente, poi nella vita mai dire mai”. 

Si riparte dall’Argentina con in palio un trofeo, con un campo i protagonisti dell’europeo, più qualche recupero importante. “Di Lorenzo è pronto, Spinazzola è andato abbastanza bene nell’ultimo mese”. 

Con l’Argentina sarà l’ultima di Chiellini. E forse, non solo. “Non ho provato a convincerlo, ha fatto la sua scelta. Lo ringrazierò nuovamente ma è giusto che intraprenda la sua strada. Non credo altri addi. Magari qualcuno giocherà l’ultima di quest’anno. Magari torneranno a casa perché poi dobbiamo fare delle scelte, ma nessuno ha l’età di Giorgio e poi magari in futuro potranno tornare utili. Se mi sento amato? Ogni allenatore quando vince è amato e quando non vince molto meno. Io vedo che la gente ha ancora in mente l’Europeo, quindi la maggior parte delle persone che ho incontrato mi ha confortato. Quello ha mitigato un po’ la delusione della mancata qualificazione, ma la differenza è che la mancata qualificazione è immeritata. Dobbiamo ripartire ed essere più forti di prima”.

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