Guglielmo Guidi
Parola d’ordine, rialzarsi dopo a pesante sconfitta di Napoli. Domani l’occasione, all’Olimpico, contro l’Udinese di Gotti che Sarri conosce benissimo, avendolo avuto come collaboratore. “Lui ha un’intelligenza fuori dal comune, al Chelsea lo ascoltavo perché non faceva mai considerazioni banali. Sarà una partita dura. L’Udinese ha concesso poco anche fuori casa, è una squadra molto fisica”.
Risultati troppo altalenanti. “Io penso sempre a vincere le partite. Le difficoltà però sono evidenti: nelle 3 partite dopo le nazionali abbiamo fatto 3 punti, mentre 4 dopo l’Europa League. Se si guardano le partite normali invece ne abbiamo raccolti 14, una media molto alta. È una problematica non semplice nel calcio di oggi, perché – al contrario del passato – si gioca sempre ogni 3 giorni. Non è un problema tattico, ma di testa e di inconscio. Il sistema nervoso si scarica. Domenica avevamo già perso nel riscaldamento, era evidente. Ciò mi ha provocato un senso di frustrazione. Bisogna avere le idee chiare: quando il Liverpool prese Klopp il primo anno arrivò 12° e il secondo 8°, poi ha vinto tutto. Non penso poi di essere come lui, è molto meglio di me (ride, ndr)”.
Il problema è la via del gol smarrita: se non segna Immobile… “In poche partite abbiamo avuto il problema del gol. I nostri attaccanti esterni già sono a 8 gol complessivi, anche Milinkovic e Luis Alberto stanno segnando. In alcune partite viene meno il movimento senza palla e quindi si diventa sterili. Con la Juventus volevano tutti la palla sui piedi”.
Sulla formazione, nessun condizionamento dopo il ko di Napoli. “Se prendiamo come riferimento la partita di Napoli allora devo cambiare tutta la squadra. Luiz Felipe è squalificato, c’è Patric che è l’unico destro in questo momento. Vediamo oggi che ci dice l’allenamento. Quando vieni da una partita così viene da chiedersi: cambio tutti o do ancora fiducia agli stessi? Di solito propendo per rifar giocare tutti e undici, ma magari 3-4 li cambio domani. È importante però che non venga gettata la croce addosso a nessuno, perché la responsabilità della sconfitta di Napoli è collettiva”.